Obscura – Omnivium

Se cercate il disco death metal dell’anno l’avete trovato. Poco importa se dopo l’estate potrebbero uscire dei concorrenti, gli Obscura con “Omnivium” hanno fatto centro. Le premesse eccellenti di “Cosmogenesis” sono state confermate ed elevate ulteriormente nell’olimpo del death tecnico da questa band tedesca, che annovera al suo interno due Necrophagist (Muenzner chitarra e Grossman) e un ex-Pestilence (Thesseling) al basso, senza dimenticare il singer e chitarrista Steffen Kummerer, leader e fondatore della band.
Septuagint” apre l’album e fa capire subito che stiamo per ascoltare qualcosa di grandioso. Inutile stare a spiegare i cambi di tempo, di registro, le partiture intricate di chitarra e basso e i deliri del drummer, “Omnivium” va ascoltato dall’inizio alla fine senza pause dato che i brani che seguono l’opener sono tutti di livello assoluto. Anche nei momenti maggiormente rilassati (non molti ma ci sono) e quando appare qualche linea vocale pulita c’è di che godere, senza citare le melodie e gli assoli delle chitarre quando riprendono i Death del periodo d’oro di “Individual Thought Patterns”.
L’abilità esecutiva dei quattro è fuori dall’umano e la capacità di creare pezzi orecchiabili anche a chi non è patito di growl, blast beat e ferocia brutal è un ulteriore segno della grandezza del combo. L’unica pecca, se vogliamo, è che l’ultimo pezzo “Concerto” (una cover dei Cacophony di Friedman e Becker del 1987, mica cotica, ndr) non è stato incluso nella versione fisica del disco classica ed è disponibile solo su I-Tunes o nella limited edition. Lavoro colossale.

Piero Lisergi

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