Turin Brakes – Lost Property

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Se è vero che la musica si ripropone a cicli di quindici-vent’anni, il ritorno dei Turin Brakes con il nuovo album “Lost Property” si inserisce perfettamente nel solco temporale predetto dalle mode musicali. C’è un certo risorgimento di quel New Acoustic Movement che ci accarezzò le orecchie con dolcezza a cavallo tra i due millenni, del quale il duo composto da Olly Knights e Gale Paridjanian è stato tra i più fulgidi rappresentanti.

“Lost Property” non disattende le aspettative, anzi, mostra i Turin Brakes in grado di saper mettere ancor le mani per creare belle canzoni pop che non invadono mai lo spazio, semmai bussano delicatamente alla porta per accomodarsi sul divano senza disturbare. È piacevole ascoltare brani che sanno accompagnare nel senso più morbido della parola e non appesantiscono, ma si lasciano cogliere a seconda dei momenti.

Non siamo certamente di fronte al capolavoro del genere, ma “Lost Property” piazza alcuni momenti molto ispirati come “Brighter Than The Dark”, dove in alcuni frangenti giocano a fare i migliori Coldplay prima del rincoglionimento senile, o altri dove sembra echeggiare Damien Rice (come in “Save You” dall’irresistibile incedere gospel e nella title track “Lost Property”) o Ryan Adams che incontra i Pink Floyd in versione annacquata (la chiosa finale di “Black Rabbit”). La capacità di scrittura c’è e non viene frenata: la bravura dei Turin Brakes sta nel non fare mai più di quello che sanno fare, tenendo sempre alta l’asticella dell’ascoltabilità anche nelle suite più lunghe.

Ben più “catchy” gli altri brani del disco, che sembrano il punto di contatto ideale con il loro pezzo più famoso, quella “Pain Killer (Summer Rain)” che li rese celebri al mondo: “96” è un singolone di tutto rispetto che non suona affatto vecchio, anzi, dà i punti a molti velleitari cantanti pop della discografia moderna, così come il seguito “Keep Me Around”.

In attesa di vedere i Turin Brakes dal vivo in uno dei quattro concerti italiani che li porteranno a Roma, Torino, Bologna e Brescia a primavera 2016, vale la pena concedere un ascolto non distratto a questo “Lost Property”; se la seconda rivoluzione new acoustic è cominciata, non possiamo che dare una stella in più a chi, in passato, la fece per primo e la portò anche al successo.

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