Zayn – Mind Of Mine

zayn mind of mine recensione

Sinceramente, se Zayn fosse stato un normalissimo teenager di Hackney “Mind Of Mine” avrebbe scalato le classifiche di tutto il mondo, fatto milioni di views su YouTube e centinaia di milioni di streaming su Spotify e si sarebbe messo attorno fior fior di produttori? No, molto probabilmente la RCA non lo avrebbe manco cagato, ma manco XL che in lui non avrebbe visto la futura gallina dalle uova d’oro (aka quello che ci finanzierà le ristampe del nostro catalogo da qui al 2020) al pari di una Adele. No: il mondo è in fotta per questo album solo perché l’artista in questione è un ex One Direction e, visto che la storia è fatta di corsi e ricorsi, si butta addosso nella speranza di trovare il nuovo solista emerso da una boy band.

“Mind Of Mine” è un disco trascurabile che strizza l’occhio ad un modo di fare RnB che ormai sta anch’esso arrivando al punto di saturazione. Si sente la mano di una certa iperproduzione alla Timbaland e delle linee melodiche che richiamano molto a The Weeknd (e i titoli che fanno sembrare questa un’uscita del catalogo della Minghie Records di Bello Figo, ma non ditelo in giro), ma pesa molto anche la mano di un Frank Ocean e del suo leggendario (sì) “Channel Orange”; questo non per il talento di Zayn, ma per il fatto che in cabina di regia c’è Malay, coproduttore del debutto solista dell’ex OFWGKTA che qui impone il suo modo di vedere, facendo sembrare alcuni brani dei veri e propri scarti da quelle sessioni di registrazione.

Zayn sarà il nuovo Justin Timberlake o il nuovo Robbie Williams? Se le premesse sono “Mind Of Mine” siamo sulla strada sbagliata: “Justified” è su un altro pianeta mentre “Life Thru a Lens” è tra i dischi pop più belli degli anni Novanta. E il nostro non è un ragionamento ex post, ma semplicemente lo spessore di brani come “Angels”, “Let Me Entertain You”, “Rock Your Body” e “Cry Me A River” qui non lo si vede manco con il lumicino. In due cose Zayn riesce a raggiungere l’obiettivo prefissato: attirare l’attenzione su di sé, vendendo un botto di copie e facendo un sacco di streaming, e discostarsi dal suo ingombrante passato, facendo un lavoro di rottura che strizza l’occhio ad un pubblico più adulto. Il punto è che mancano la qualità dei pezzi, troppo ancorati al trend del momento e all’opera di Frank Ocean, e un obiettivo ben chiaro. Ma magari quelli arriveranno in futuro..

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