Michael Jackson è stato uno dei massimi artisti del ‘900 e, senza dubbio, il più grande animale da palco della Storia della Musica Pop. Non aveva più nulla da dimostrare ma avrebbe avuto a breve l’occasione per riscattarsi da tutto il fango che gli era stato tirato addosso negli ultimi anni (potrai mai perdonarli?).
Quest’occasione è sfumata, volata via come la sua tenera ed incredibile esistenza. A 18 giorni da quello che sarebbe dovuto essere il magnifico ritorno del King of Pop (e siamo certi che sarebbe stato tale!), Michael è andato via per sempre, lasciandoci le sue canzoni, le registrazioni delle sue esibizioni e tanti tanti ricordi nella mente ed emozioni in fondo al cuore.
Quello che sarebbe dovuto essere il suo riscatto rimarrà per sempre solo un sogno… quello che c’è stato prima resterà per sempre pura leggenda.
Quando si perde qualcosa di così grande valore, di solito si cominciano a fare valutazioni e calcoli (oltre che a speculazioni), ma qui c’è poco da calcolare, di Michael Jackson ne è esistito uno solo ed è inutile attendere anni o decenni per incoronare il nuovo Re del Pop. E’ andato via davvero, come Elvis, come mito vuole.
Paolo Bianchi
It is now I see and feel that calling once again, to be part of a music that will not just connect but, make all feel one, one in joy, one in pain, one in love, one in service and in consciousness.
Michael Jackson
Michael Jackson lascia il mondo dei vivi alla vigilia di quello che doveva essere il suo grande ritorno sulle scene, la sua rivincita umana e artistica su un decennio che l’aveva visto protagonista più per fatti extra musicali che per altri motivi. Se ne va uno dei dieci artisti più grandi di sempre, con il quale ha voluto collaborare qualunque, e sottolineo qualunque, artista (da Freddie Mercury, a Paul McCartney a Mick Jagger) e che ha scritto alcune delle pagine più belle della musica popolare del ‘900. Ora si sprecheranno le lacrime, anche di tutta quella stampa specializzata che dai primi anni ’90 non ha fatto altro che buttare fango su una persona che, prima di tutto, era un essere umano con dei problemi enormi. Le stesse persone che anni prima avevano cavalcato l’onda del King Of Pop per poi non solo scaricarlo, ma aiutandolo anche ad affondare. La sua, in fin dei conti, è una storia di una tristezza infinita. La storia di un genio costretto a crescere troppo in fretta e al quale la vita ha presentato un conto troppo pesante. Una vita di immensa solitudine, di infantile abbandono dorato e scriteriato che solo una mente rimasta ad un infanzia mai vissuta poteva creare. Una persona facile da raggirare anche dai propri familiari, che ha fatto vivere e fa ancora vivere di rendita centinaia di persone che ora saranno in prima fila a raccontare di quando gli stavano accanto. Lo sciacallaggio potrebbe essere eterno e non riesco a calcolarne l’entità potenziale. A me viene già da vomitare.
Senza alcuna retorica, voglio sperare che almeno ora possa trovare quella pace interiore cercata vanamente finché in vita.
Addio, Michael e grazie.
Luca Garrò