Parafrasando il capolavoro di Maccio Capatonda “L’uomo che usciva la gente”, la situazione è proprio questa: esistono concerti che non esistono. Come sia possibile, è presto detto: possiamo ringraziare il fatato mondo del “clickbait”. Nel caso non foste familiari con questo termine, cito da Wikipedia:
“Clickbait (o clickbaiting, tradotto “Esca da click”) è un termine che indica un contenuto web il cui scopo è quello di attirare il maggior numero d’internauti, avendo come scopo principale quello di aumentare le visite a un sito per generare rendite pubblicitarie online.
Generalmente il clickbait si avvale di titoli accattivanti e sensazionalisti che incitano a cliccare link di carattere falso o truffaldino, facendo leva sull’aspetto emozionale di chi vi accede.”
E cos’è che fa leva sull’aspetto emozionale delle persone? Gattini che fanno cose, immigrati che rubano cose, la band del cuore che annuncia un concerto. In questi giorni ha iniziato a diffondersi la notizia di un concerto dei Metallica in Italia (ma non solo: ogni Paese ha la sua pagina ad hoc): il sito che la riporta si chiama “http://www.metallica-2017.com/italy”, un dominio creato appositamente per dare notizie sul concerto italiano dei Metallica. Di supporto, c’è anche una pagina Facebook: “Metallica2017”, il cui post sponsorizzato raccoglie quasi 900 “like” e 200 condivisioni; e parliamo soltanto del post rivolto all’Italia. Un sistema piuttosto efficiente, non fosse che il concerto in questione… Non esiste.
Ovviamente ci auguriamo la data venga annunciata davvero, ma il punto è che se e quando lo sarà non sarà certo grazie al suddetto sito web se lo sapremo, dato che “non è ufficiale o affiliato con il management della band. Puntiamo soltanto a fornirvi un servizio che vi faccia ottenere i biglietti con semplicità e tranquillità”.
Al centro della scarna pagina, si trova un invito a lasciare la propria mail, per essere avvertiti tempestivamente. Dove andrà a finire quella mail, una volta registrati? È lecito chiedersi se ci si vedrà recapitare dello spam, o se in caso i Metallica annuncino la data si venga reindirizzati a qualche sito di “secondary ticket”, un elegante inglesismo che sta per “bagarini online”.
Andando un po’ più a fondo alla questione, grazie ad una semplice ricerca che chiunque può fare attraverso qualsiasi banca dati whois per verificare a chi è intestato il dominio di cui sopra si scoprono interessanti risvolti:
il primo nome che esce dalla ricerca è quello di Grenier Loup, imprenditore francese, già amministratore di maestroticket.com sito di bagarinaggio online o se preferite secondary ticketing.
Lo stessoLoup è il referente dell’azienda WSI Live SA, società di Nyon in Svizzera che è la referente dei domini:
metallica-2017.com, rollingstones-2017.com e c’è da scommetterci, anche di futuri siti con nomi e finalità simili.
La societàWSI Live SA ha nel suo status la descrizione di:
Services de recherche et de réservation en tous genres de tickets pour des manifestations culturelles, sportives et de divertissement, tradotto banalmente, di nuovo, secondary ticketing.
A dover cambiare forse, è la mentalità di chi naviga. C’è voluto del tempo, ma la maggior parte degli utenti ha ormai imparato a rassegnarsi: non sei il milionesimo visitatore, non hai vinto un iPad e nessuna casalinga insoddisfatta ti aspetta nel raggio di 3 km da casa tua. Perché per le notizie dovrebbe essere diverso? Un’occhiata ai canali ufficiali è sempre una buona mossa: se sul sito ufficiale dei Metallica e sui canali social non ci sono news, è difficile se non impossibile che ce ne siano su un sito sconosciuto e di recente fondazione.
L’impulso al click è istantaneo, ma con un po’ di allenamento si può tenere sotto controllo, risparmiando così soldi facili a chi non si fa troppi scrupoli prima di mettere in circolazione una notizia (fasulla). Tra i tanti commenti sotto al post dell’evento, solo un paio di impavidi buttano lì l’idea che forse si tratti di un fake. Gli altri taggano gli amici, allargando il giro della pagina. Paradossalmente, chi chiama a raccolta i compari probabilmente non ha nemmeno aperto il link, e si basa soltanto sull’entusiastica illusione creata dal post. Chi ha creato il sito alla fine ha meno click di quanti vorrebbe (sempre troppi) ma diffonde fin troppo bene il nulla assoluto.