Come dimenticarselo questo supporto? E’ stato rivoluzionario, ha permesso a tutti di portarsi in giro la propria musica, per strada, in auto…cosa che, ahimè, con il caro e vecchio vinile, non era proprio possibile. E come scordarsi poi il supporto dei primi dischi che ho avuto ? Ok, erano canzoncine per bambini, ma erano le MIE cassette, che ancora conservo in un angolo remoto di qualche armadio. E vogliamo parlare della prima cassetta “da grande” acquistata ? Police – “Greatest Hits”: avrò avuto si e no dodici anni, acquisto fatto totalmente “a caso”, che si rivelò però decisamente azzeccato…il buon vecchio rock, quello che non delude mai!
E poi? E poi di tutto e di più. E poi le cassette di Jovanotti quando andavo alle medie, i marocchini fuori dalla COOP che vendevano le cassette tarocche, (che due volte su tre nemmeno funzionavano), e le cassette copiate che giravano in classe, o negli spogliatoi della palestra…la copia della copia della copia della copia, che si sentiva da schifissimo, praticamente era un fruscio con dentro la musica, ma noi non lo sapevamo cos’era la qualità digitale e tutte ste pippe moderne, e andava bene così.
E poi? E poi lo stereo con la doppia piastra cassetta, che era una figata, perché aveva il tasto per copiare a doppia velocità, e allora diventavi il “copiatore ufficiale” della band dei tuoi amici, che aveva i demo registrati in cantina da dare ad altri amici, da distribuire per i locali, o da spedire alle riviste nella speranza di una recensione…poveracci quelli delle riviste in quegli anni, chissà quanta rumenta sonora devono avere sentito…
E poi? (Ce n’è ancora? Ma quanto parla sto vecchio? Che Palle!) Però si, ce n’è ancora, per la miseria! Ci sono le compilation: facile farle adesso con gli MP3…ne prendi una manciata, li metti insieme, ti fai una playlist, che ci vuole?
Prendete un nastro vergine invece, e dall’altra parte una pigna di cassette alta un metro, e fatevi una compilation come si deve…ma ricordatevi che la cassetta ha una durata limitata, non dovete sprecare nastro, e non dovete sforare, altrimenti l’ultima canzone del lato rimarrà troncata. Quindi, prima di cominciare, fatevi bene i conti!
E poi ci vogliono riflessi da ninja, per stoppare il nastro appena finita la traccia senza lasciare troppo vuoto fra un brano e l’altro, e infine, l’ordine dei pezzi, che non è solo importane, è FONDAMENTALE, altrimenti la compilation esce una schifezza, e invece deve essere un fottuto capolavoro da tramandare ai posteri, a memoria indelebile della vostra bravura.
E se poi vi volevate sentire davvero dei fighi, dei Rick Rubin del doppia piastra, allora le vostre compilation non potevano non avere un intro, un outro, e se volevate davvero esagerare, anche il suono di un pubblico urlante, estratto da qualche live album…sempre uno spezzone diverso nella pausa fra un brano e l’altro…ore e ore di duro lavoro per ottenere il risultato voluto. E poi il titolo, e un bel logo disegnato (ovviamente a mano, mica c’era fotosciop allora): e allora si che la vostra compilation era davvero una figata totale, allora si che ci si sentiva dei manzi quando si arrivava in classe e si poteva esibire il nuovo lavoro ai compagni. E che goduria sentirsi chiedere “Oh, mi fai una cassetta con su un po’ di roba ?”…quello si che ti faceva sentire davvero il boss!
E poi? E poi un bel giorno è arrivato il CD, che si è portato via una bella fetta della magia di quegli anni, ma che ci ha fatto anche capire che la copia della copia della copia della copia…si sentiva davvero dimmerda!
Ma non importa, perché a noi andava bene così, e quei ricordi non ce li porterà via nessun CD, e nessun cazzo di MP3! E poi ci sarebbero un sacco di altre cose…come le cassette registrate di sfroso ai concerti coi registratorini tascabili, che alla fine non ci si capiva un beato cazzo, ma ci si gasava uguale…quelli si che erano BOOTLEG!
PS: oh, hai una BIC? (chi c’era sa, chi non c’era…ciccia!)
Corrado Riva
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