Dal disagio al successo: Mondo Marcio e Fabri Fibra

Mondo MarcioFabri Fibra

Gianmarco Marcello, al secolo Mondo Marcio, e Fabrizio Tarducci in arte Fabri Fibra: i due volti del Rap made in Italy più acclamati dai nuovi hip hop soldiers, da qualche anno a questa parte. Difficile paragonarli direttamente dato il lasso anagrafico e stilistico che li separa; il primo nato a Milano il 1 Dicembre del 1986, l’altro venuto al mondo ben 10 anni prima in quel di Senigallia.
Se la questione Marcio dunque è storia recente (debutta nel 2004 con “Mondo Marcio” appunto, dopo due demo autoprodotti che ne anticipavano il potenziale, sia come rapper che come producer), per il Signor Tarducci e le sue strabilianti tecniche bisogna risalire agli anni d’oro del rap italiano.
Fabri Fibra è noto agli appassionati almeno dal 1997 con “I Custodi Del Tempo – Il Rapimento Del Vupla” con il Dj Lato e Sheezan Il Ragio. “Uomini di Mare – Sindrome Di Fine Millennio”, datato 1999 vede ancora Fibra al mic con Lato dietro alla consolle in una gemma dell’hip hop Italiano, che fu una stella cometa che indicò la strada a tanti rapper e produttori del tempo. Lo stile visionario-comico-crudo del primo Fibra non fu per nulla scontato e gli diede subito il ruolo di nuovo “golden boy” della scena Italiana (strettamente underground, si intende, MTV era per i Sottotono e gli Articolo 31 in quei meravigliosi anni).
Mondo Marcio racconta invece la strada e il disagio fin dall’esordio, e fin qui è tutto ok (già da giovanissimo era per strada, non certo a Rio De Janeiro, ma comunque in una metropoli), ma da quando, più che cronista di vita vissuta, sembra diventato imitatore alla Sabani dei più “Blingosi” Rapper americani, a mio modesto parere ha perso decisamente credibilità. L’esatto contrario è invece stato il cammino di Fabri Fibra, che proprio con il suo album migliore “Mr. Simpatia” del 2004, sconvolge l’ascoltatore per la quantità di contenuti deprimenti e dannatamente violenti, ma assolutamente allacciabili alla cronaca e alla sua esperienza personale. Fabrizio, a mio avviso, più che coraggio, ha avuto una grande onestà nei confronti di tutti: mi sento depresso, ti dico che sono depresso; vorrei uccidermi, ci faccio il titolo di una canzone; mi sbattono fuori dai locali? Ci faccio mega pezzo raddoppiato come nessun rapper italiano saprebbe fare. Insomma coerenza allo stato puro. Questo non accade invece per il Jr. Milanese, ma alla sua età questo è assolutamente accettabile. Ciò non toglie che ha il merito di essersi fatto da solo, e di essere un ottimo Mc (tecnicamente parlando) e un buon produttore in erba, grazie anche alle strette collaborazioni con Bassi Davide, il Maestro dell’hip hop Italiano.
Questi due rapper rappresentano due lati diversi del Rap Italiano, non agli antiteti: se Mondo Marcio ha in parte sfruttato l’onda del Rap commerciale per far venire a galla il suo talento, Fabri Fibra ha dalla sua il fatto di essere limpido e dannatamente innovativo nelle sue canzoni, sbattendosene il ca@#o di tutto e tutti. Insomma se Gianmarco è il vestito, Fabrizio è la carne calda che vi si muove dentro; se Mondo Marcio è la buccia (un bel pezzo di buccia, per carità, ma sempre buccia), Fabri Fibra è un ettolitro di succo fresco che ci sguazza dentro: esageratamente saporito.
Vietato accomunare quindi le loro vicende, ma sosteniamo ora più che mai questi artisti, che ci piaccia o no sono il futuro del rap in Italia, e chi c’era sa quanto tutti avremmo voluto avere questo spazio mediatico, anche solo qualche anno fa, per rappers di questo calibro. Big Up!

N.C.

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