Alla fine al Festival di Sanremo ci son andato pure io (qui sopra sono evidentemente in conferenza stampa con la vera star, insieme a Pif, del Festival, ovvero Mirtilla per quasi tutti, Denai per me e pochi altri fortunati (leggete qui i suoi commenti)). L’edizione 2014 è stata complessivamente una schifezza di proporzioni importanti, detto questo chissenefrega, non è certo questo il momento di parlare di cose scontate e che già sapete. Questo vuol essere un riepilogone di vari aspetti incontrati durante la forzata permanenza in Liguria, un qualcosa che sento la necessità di dover fare per esprimere alcuni concetti, sperando che nessuno si senta troppo tirato in mezzo o, peggio, offeso da quanto leggerà. Non accadrà dato che questo pezzo lo fileranno in diciotto se va bene.
Premessa: è stata una settimana di tempo perturbato.
Voto 0 – zero assoluto – agli autori di Sanremo 2014. Che due coglioni santo dio. Come può passare per la testa di gente pagata per creare entertainment che sia ancora possibile, in un’era in cui siamo alla ricerca di nuovi stimoli ogni cinque secondi (il tempo che si impiega a rispondere a un ping e a riaprire l’app per Facebook o Twitter sul cellulare), che ogni sera si inizi poco dopo le 20.30 e si finisca all’una di notte? Per far cosa poi? Ascoltare una ventina di canzoni di cui la metà con ogni probabilità fa petare? Speriamo che il crollo degli ascolti serva a risvegliare la creatività di chi è creativo ed è profumatamente pagato per esserlo. Dopo tutto anche The Voice era più frizzante di sta sbobba che manco i vecchi guardano più perchè si addormentano comunque prima.
Voto 1 a chi, a monte, gestisce postazioni e wi-fi della sala stampa sfiga in cui stavo. Ora non è che uno si aspetti di viaggiare a 10 mega bit perchè manco succede ai privati. Ma nemmeno di non avere un metro quadro dove sedersi e attaccare le periferiche perchè ci son accrediti doppi a testate che nemmeno vengono. Questo non è un voto rivolto ai ragazzi che in sala ci lavorano e si prendono pure insulti e guano dal montato di turno che passa di lì, ma ai capi che manco sanno cosa voglia dire predisporre una zona di lavoro e fare una selezione (che non esiste visto che basta fare richiesta e si entra) a monte. Poi magari era un problema solo mio e c’era chi aveva fior di chiavette o era direttamente connesso alla fibra dell’Ariston, ma che pena, nessuno chiede la perfezione, ma nemmeno delle condizioni da ISDN di fine anni novanta.
Voto 2 al pubblico di Sanremo 2014. Non si sa come sia possibile ma la percentuale di persone davvero appassionate a questa roba è altissima. Anche tra chi dice di non guardarlo mai perchè fa schifo. E’ un po’ come il discorso di Berlusconi, nessuno lo vota ma alla fine vince sempre. Sanremo è l’immagine perfetta dell’Italia, emblema di chi preferisce una ripetitiva mediocrità a cui è abituato da anni, all’emozione della novità e della sorpresa. Inoltre la necessità di apparire meno bigotti e conservatori di quello che in realtà siamo, impone il secondo posto a una sperimentazione soul-gospel messa in piedi da un jazzista e un pazzoide elettropunk che gira con la maschera di Venom carina e niente più, piuttosto che far finta che il rap sia la musica perfetta per i nostri figliuoli, visto che la Nuova Proposta che vince dice che Napoli e i Napoletani sono belli e desiderano rimanere nella loro terra. Insomma le solite ipocrisie, le solite finte aperture alla modernità, le solite apparenze della sfiga.
Voto 3 ad alcuni colleghi presenti nella sala radio-tv-web Lucio Dalla. Cominciare ogni domanda durante tutte le conferenze con gli artisti dicendo “complimenti abbiamo sposato il tuo progetto e i nostri ascoltatori amano la tua canzone”, piuttosto che “il tuo pezzo è il più suonato e amato”, o ancora “Complimenti per ieri, la tua performance è stata la più apprezzata dal nostro pubblico” vi rende ignorabili da qualsiasi artista stia lì al tavolo a sentire le vostre palle. Capisco che per molti sia l’unica occasione dell’anno per intercettare alcuni artisti top della scena nazionale, ma è una formula uno che ha rotto il cazzo, due che non vi aiuterà ad avere la foto col cantante e tanto meno la singola perché c’è troppo casino. Quindi come giustamente il Fuhrer Manzi ricorda spesso “La domanda prego, i complimenti un’altra volta”.
Voto 4 alle tipe bonze che si vestono male a Sanremo. Per me ognuno può fare quello che vuole e io stesso son un cesso (ma almeno non me la meno, al massimo meno), ma se pesi 120 chili o hai 60 anni (o peggio 25, nel primo caso puoi sempre dire che ti sei fulminata il cervello oppure “una volta ero figa”) non devi metterti scollata e tanto meno con le robe aderenti. Perché fai spanzare dal ridere specialmente nel mostrare quanto ci credi. Poi viva la libertà e non è bello ciò che bello ma è bello ciò che piace. Però ci sono dei limiti. C’erano diverse giovani, medie e mature che nonostante parecchia massa sapevano valorizzarsi e offrire piacevoli momenti di conversazione a noi maschi indegni, riuscendo perfettamente nel proprio intento. Va bene che dobbiam farci vedere dalla tv, ma qualcuno dovrà dirvelo prima o poi?
Voto 5 al residence in provincia dove sono stato col capo della testata che mi dà da mangiare. In realtà dovrebbe essere molto più basso, ma la tipa della stanza accanto che gode in maniera rumorosa e abbondantemente plateale la prima notte di pernottamento e i citofoni con i cognomi più belli del mondo, hanno parzialmente rialzato la situazione (no, non ho foto della tipa perché sono uno sfigato quindi accontentatevi dei citofoni…che sono clamorosi dai, cavallo-koalalungo-suino…ma teraLOL #porcoddue).
Voto 6 al carrozzone Sanremese. Sì alla fine cedo e dico che tutto sommato la trasferta ci stava. Questo è fondamentalmente un evento dove si va perché ci vanno tutti (non per nulla con Outune ci va gente dal 2010 tipo) ed è giusto farsi vedere, non certo perché riesci a fare in loco cose allucinanti e che non fa nessun’altro (dato che ne parla ogni sito web), a meno di avere uno spazio dedicato dove magari far suonare qualcosa di diverso dai medley dei favolosi anni sessanta della notte di Casa Sanremo. Girare per gli ambienti del Festival con le maglie degli Alter Bridge piuttosto che degli Obscura e sentirti dire a notte fonda “che figata Fortress” o “Cosmogenesis spacca il culo” permette di avere un briciolo di fiducia in più nel genere umano. Voto sufficiente anche ai Mammasantissima della sala stampa seria che non hanno fatto, come spesso capita, finta di non conoscermi ma per quanto poco hanno socializzato. Davvero, per una volta ho avuto l’impressione che foste anche persone simpatiche.
Voto 7 allo staff – addetti al voto – servizio d’ordine – sbirri e via dicendo. Non ne ho trovato uno che mi abbia fatto girare i coglioni. E già questa è una notizia. Davvero, bellissimo vedere come chiunque dall’ufficio stampa Rai piuttosto che al personale della sala radio-tv-web sia sempre pronto a darti una mano piuttosto che a spararsi qualche battuta. Mi aspettavo persone ingessatissime e rompipalle, ho trovato cortesia, simpatia e professionalità. Non cambiate mai. Ciao Maria. (ps: la tipa qua sotto ci sta bene. A priori. Stava a Casa Sanremo.)
Voto 8 ad altri colleghi fighi presenti in loco. Ne ho conosciuti parecchi, gente che in due fa tipo la mia età (parlo in questo caso dei determinatissimi sbarbini di Revolart) e che ha ben più esperienza di me in tema Sanremo (e qui intendo Radio Luiss, Magazzù e via dicendo). Mi ha fatto molto piacere ritrovare in loco la Ari, compagna di scorribande in ben altri ambienti e oramai boss scafata di vari blog giganteschi che coordinava tutti i colleghi, così come la “Cecity Fair” e la Helene Perturbata. Altro piacere salutare ed essere salutato da tutti gli addetti ai lavori che nel tempo mi hanno fatto lavorare. Non è una leccata di culo, è che dopo anni passati a soffrire, queste cose ti fanno capire che tutto sommato non hai buttato nel cesso una vita. In particolare una birra va a Gaetano fatemi dormire, a Valentina strabella ti incrocio dappertutto con Filippo musicista vero, alla Ele di ti consento giusto un occhiolino durante la conferenza e poi rientra nei ranghi e a Martina ti dò l’ordine di arrivo del Fest il venerdì sera alle 2 di notte in mezzo alla strada. Abbracci anche a Emanuela, Jessi, Marianna, Simona, Chiara, Giovanni e boh, ho dimenticato qualcuno?
Voto 9 al Maestro Santino e a Mattia di Skull Philosophy. Perchè? La foto parla da sola.
Voto 10 a Denai. Conosciuta per intercessione del Tiba a suo tempo, è una cazzo di forza della natura, con uno stile unico e che mi ha fatto anche quest’anno il regalo di scrivere per la mia testata. Non fossi un fallito sarebbe mia dipendente da tempo (come altri chiaramente, lo scrivo sennò mi arriva l’esplosivo e chi deve pagare dei lavori al layout non lo fa più). Spero che quando sarà famosa si ricorderà volentieri questo periodo che le ha, in piccola parte perchè tanto ci arrivava comunque, permesso di raggiungere 18mila lettori in tre giorni. Lo so avevo iniziato bene ma ho finito troppo smielato, sono ridicolo.
Ps: se ho fatto le foto ai cantanti in conferenza stampa e altri scatti a caso? Ovviamente sì, ma le trovate tutte all’account Instagram embeddato, che le mettevo a fare che già è un papiro sta pagina?