Anche quest’anno è iniziato il Festival di Sanremo, e mentre si assestano ancora gli schieramenti ultrà tra i detrattori per eccellenza e chi sente una necessità imprescindibile di difendere la kermesse a spada tratta, è andata in onda la prima puntata.
Giusto per non ricadere nei cliché, il festival si fa giovane (più per forza di cose, visti gli orari tirati fino a tardi per dar posto a un filler dopo l’altro), tant’è vero che gli ospiti annunciati con più clamore sono Al Bano e Romina nella loro attesissima(?) reunion; e si fa anche tecnologico, perché adesso c’è addirittura una App e quindi siamo a posto con lo spauracchio di Sanremo che è troppo vecchio e non si rinnova mai, e la solita tiritera di chi sta sempre a lamentarsi.
Il tema di quest’anno non è affatto sfruttato: si parla dell’Amore, un po’ in tutte le salse. Il vero leitmotiv però, almeno da quanto emerso dalla prima serata, sembra essere il riproporre la copia camuffata di un proprio brano di successo: c’è chi ci riesce meglio, chi si fa inesorabilmente sgamare, ma di certo non vince l’azzardo.
Questo è il nostro pagellone di quanto visto stasera, senza pretesa di informare ma solo di guardare la trasmissione in modo rilassato, ché tanto lo sappiamo che anche se non lo vede mai nessuno, alla fine sto Festival lo guardano tutti.
I CAMPIONI IN GARA
Chiara – “Straordinario” – 9
È la prima a salire sul palco e già si attesta come possibile vincitrice. La canzone è un classicone sanremiano che fa breccia in 10 secondi, lei sa cantare, il pubblico le vuole bene, insomma il compromesso perfetto per far felici grandi e piccini.
Gianluca Grignani – “Sogni infranti” – 5
Presentato come lo stesso “spirito libero e tormentato” dei tempi di “Destinaziona Paradiso”, la canzone di Grignani tutto sommato non è neanche tanto male. La domanda che nasce spontanea però è: come mai si è messo a belare? Ha mangiato la Consoli? Si avanzano ipotesi, mentre in scena Gianluca mette su il balletto più brutto mai visto sul palco dell’Ariston
Alex Britti – “Un attimo importante” – 7
“Black or black”: Alex si presenta sul palco più abbronzato di Conti e già non è cosa da poco. Con una canzone che lascia poco spazio a paraculaggini varie, la chitarra blues, seppur con tutti gli aggiustamenti pop richiesti dal caso, la fa da padrone. Molto bravo nel complesso, probabilmente però (e forse anche per questo) si aggiudicherà un posto nelle retrovie.
Malika Ayane – “Adesso e qui (nostalgico presente)” – 4
Malika cambia le carte in tavola: presenta la sua stessa solita canzone, la canta anche molto bene, ma non si impegna troppo a camuffarla. Piuttosto, farfuglia in modo da gettare confusione in giro e dare uno scossone al pubblico, che ancora si domanda se il suo pezzo parli o meno d’amore.
Dear Jack – “Il mondo esplode (tranne noi)” – 4
C’è qualcosa di fortemente sbagliato in questi ragazzi: salgono sul palco da favoriti e riescono comunque a presentare una canzone e a fare un’esibizione imbarazzanti. Troppo facili persino i giochi di parole sul titolo del brano, con chi vorrebbe che il mondo esplodesse davvero per avere un po’ di sollievo.
Lara Fabian – “Voce” – 6
Quest’anno la Oxa non c’è, prende il suo posto la Fabian. Bella voce, timbro caldo, presenta una canzone sanremese DOC (i Jalisse vi ricordano qualcosa?). Ma poco o nulla emerge dall’anonimato, nel bene o nel male. Nella media.
Nek – “Fatti avanti amore” – 9
Nek se la gioca alla pari con Chiara: tocca delle corde pseudo rock che fan gasare tanto il pubblico a casa e la giuria. Certo, la sua canzone non è assolutamente niente di nuovo ma il ritornello è il migliore tra quelli sentiti, così come la musica. Poi anche lo sguardo azzurro ghiaccio fa la sua parte.
Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi – “Io sono una finestra” – 3
Un’accoppiata che si aggiudica il primo posto parimerito per i peggio vestiti della serata, al limite dell’osceno. Il duo si prende il compito di portare alto lo stendardo del brano pro diversità e tolleranza che tanto piace ai benpensanti ma che scorticata la superficie di un testo paraculo come pochi, ricade nel baraccone delle facili apparenze.
Annalisa – “Una finestra tra le stelle” – 7
Una delle voci migliori ascoltate nella prima serata di Festival, quella di Annalisa. La canzone è poco elaborata ma impreziosita da una sessione d’archi importante. Un po’ scontata ma piacevole. Il testo, purtroppo, non contribuisce alla qualità del pezzo, ma in fin dei conti nessuno ci riponeva poi tanti aspettative, arrivati a questo punto.
Nesli – “Buona fortuna amore” – 3
Si candida tristemente come momento più basso della serata Nesli, con una canzone che ricorda il peggior Vasco Rossi, con tanto di “eeeeeh”. Poco altro da aggiungere a riguardo.
LE VALLETTE
Emma: ingessatissima, emozionatissima, con l’avanzare della serata si dimostra la migliore sul palco: genuina e persino aggraziata nel vestire, almeno nella prima parte dello show (con tanta pace di chi voleva un’abbondanza di seno a spuntare dal teleschermo), sa farsi voler bene.
Arisa: la butta sulla simpatia, per poco non bacia in bocca Conti, cerca di fare la disinibita ma i risultati sono piuttosto scarsi. E salta subito all’occhio che il vestiario non le rende giustizia. Riesce anche a farsi surclassare di una spanna da Emma nel duetto tributo alla storia del Festival… insomma, forse era più a suo agio nei panni di concorrente, l’esordio dal versante opposto non è stato dei migliori.
Rocío Muñoz Morales: è la vera valletta sul palco per figaggine, peccato sia trattata come lo stereotipo della spagnola per eccellenza, con tanto di ingressi su canzoni della faciloneria spagnoleggiante e discorsi sui toreri a 35 secondi dalla sua presentazione. Son cose che mettono un po’ tristezza.
GLI OSPITI
La famiglia Anania: n.p.
Per qualche motivo, anche blandamente giustificato, si è deciso di portare sul palco la famiglia più numerosa d’Italia, composta da padre, madre e sedici figli. Peccato si sia rivelato uno spot di cattivo gusto sulla Divina Provvidenza, la discesa dello Spirito Santo, con pubblico che rumoreggia e li prende pure per il culo alla quinta volta che il capofamiglia nomina il nome di Cristo invano.
Tiziano Ferro: 9
Una pessima idea quella di farlo esibire come primo ospite: l’artista è in forma splendida e sostanzialmente fa sfigurare chiunque altro canterà a seguire. All’inizio fin troppo drammatico, poi più giocherellone, Tiziano ha presentato un medley dei suoi successi e il brano”Incanto”, dimostrandosi uno dei migliori interpreti in circolazione. E ha pure tentato di convincere Carlo Conti che avrebbero dovuto condurlo insieme, il Festival. Io ci metterei la firma, prima che cambi idea.
Al Bano e Romina: 8
Un momento trash come se ne vedono pochi, da lacrimoni e nostalgia a palate o da “sì, ma perché?” a seconda della collocazione individuale nello scaglione demografico. Al Bano fa le flessioni sul palco per dimostrare di essere giovane (almeno lui si è impegnato!), le frecciate sul divorzio e le beghe del passato si sprecano. Le voci non ci sono più ma almeno è stato tutto molto onesto.
Alessandro Siani: 5
Non raccoglie molta simpatia Siani. La tensione è palpabile nel teatro, il pubblico è quasi catatonico, nonostante le incitazioni del comico napoletano. Che a dirla tutta, non fa proprio ridere. Si ritaglia un siparietto toccante con una piccola dedica a Napoli e ad uno dei suoi grandi artisti scomparsi, Pino Daniele, a cui vuole dedicare un tributo. Che non si è capito bene quale fosse di preciso ma apprezziamo il gesto, così come quello di devolvere il suo compenso in beneficenza.
Imagine Dragons: 6
La prima ospitata internazionale fila via in un attimo. Gli Imagine Dragons hanno suonato in versione semi-acustica, con buona pace delle paccate di energia che gli hanno procurato un seguito colossale, e piuttosto stanchi e smussati (sarà stato il rapido cambio di fuso orario – domenica ai Grammy negli USA e martedì in Italia) riescono comunque a smerdiare Carletto, che li presenta come un’anteprima del Festival, per la prima volta in Italia e tutta la processione. Peccato che quando il cantante prende il microfono esordisca con un “È la quarta volta che veniamo in Italia”. Vabbè, capita.
I “siparietti” comici
Sul lato dell’intrattenimento extra-musicale (pseudo)comico, non se ne azzecca una. A parte il flop Siani, le comparsate dei comici di Made in Sud, l’imitazione di Bublé con battute da quattro soldi e gli altri filler non riescono proprio a strappare sorrisi. Per fortuna sul finale fa capolino Rocco Tanica, che da solo salva la situazione e porta a casa la coppa facile facile.
L’EPILOGO
Tra i primi 10 concorrenti presentati, i 4 a rischio eliminazione sono Lara Fabian, Gianluca Grignani, la coppia Di Michele/Coruzzi e Alex Britti (tra gli abbondanti fischi del pubblico). Domani altro giro altra corsa.
GLI HASHTAG
Ovvero i temi portanti della serata:
#tettecadenti in onore di Arisa e della sua mise che non aiuta
#felicità un bicchiere di vino con un panino…
#conigli in onore dei figli di #cristo, gli Anania