Festival di Sanremo 2015, il pagellone della seconda serata

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La seconda serata di questo Festival di Sanremo 2015 non solo non smentisce nessuna delle perplessità sollevate ieri sera ma riesce addirittura nell’arduo compito di incedere con lentezza superiore, tanto da far sembrare la prima puntata il live dei Foo a Wembley al confronto. Si esordisce subito con Conti che inizia a sparare cifre (e che cifre!): la prima puntata è stata seguita da ben 11 milioni di telespettatori, quasi il 50% di share (sì sì, non lo vede proprio nessuno il festival). #SEH

Sempre tanti i filler, dall’uomo che vuole imitare (riuscendoci benissimo) Alan Friedman allo chef “vuoi che muoro?” Joe Bastianich, passando per il piacevole gioco di ombre della compagnia Pilobolus Dance Theatre, e il teatrino del falso suicida che non si aspettava proprio nessuno, con Claudio Amendola e Luca Argentero coinvolti nella buffonata giusto per fare pubblicità al loro ultimo film in uscita. Ritornano tristemente anche i finti giornalisti seduti tra il pubblico e per fortuna anche la finta rassegna stampa di Rocco Tanica, che qualche sonora risata la strappa sempre. Menzioni d’onore per lo squalo dello stretto Vincenzo Nibali e per il doveroso omaggio a Mango: un tributo un po’ striminzito della durata di un minuto con piccola coreografia sulle note di “Lei verrà”, la canzone che l’artista scomparso presentò al Festival nel 1986.

Per il resto, una calma piatta che ha dell’inquietante, tanto da far risaltare la pubblicità della Golden Lady con Miley Cyrus vestita solo dei nuovi collant senza cuciture come il momento più adrenalinico dell’intero lotto.

I delicati giochi di equilibri tra le vallette si sbilanciano ancora a sfavore di Arisa, di nuovo fuori posto come il suo reggiseno, lasciato nel comò di casa sua pure stasera (scatenate l’inferno!), mentre Emma-diesel si rilassa strada facendo e riesce anche a scherzare sul suo accento terrone. La terza valletta, Rocio, qui nel ruolo di soprammobile di indiscutibile bellezza, rimane sempre affetta dal bruttissimo vizio della spagnola che parla in spagnolo e sfoggia improbabili proverbi spagnoli. Qualcuno ha detto “Olè”? Poco ci manca.

La serata parte con le Nuove Proposte, o i Giovani che dir si voglia. Noi ci siamo preparati una dose massiccia di caffè filtrato due volte e vi offriamo il nostro bel pagellone.

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LE NUOVE PROPOSTE

In pieno stile talent show, inizia il giochino delle sfide dirette 1 vs 1, chi vince va in semifinale, chi perde #ciaone.

Sfida 1: Kutso (“Elisa”) vs Kaligola (“Oltre il giardino”)

Il chitarrista dei Kutso non tradisce le aspettative presentandosi come il peggior lavoro di Muciaccia (tutto colla vinilica e fiori finti attaccati ovunque). La performance della band è onorevole ma nulla di più: doti vocali appena sufficienti, balletto già visto, musica orecchiabile e ballabile, . Voto 6

Kaligola (17 anni!) invece si presenta con un nome fortemente improbabile e una faccia da funerale tipica di chi sa già di essere spacciato (nonostante il nonno che fa da direttore all’orchesta sanremese durante il suo brano e la storia strappalacrime di ragazzo di periferia vista durante la presentazione). Aridaje con il tentativo del rapper melodico, che va bene un anno ma due di fila anche no. Però occhio, che alla fine sia il pezzo che i ragazzi sono paraculi. Voto 4

La resa dei conti: passano i Kutso col 59% (non per fare gli sboroni ma noi in redazione ce l’eravamo giocata).

Sfida 2: Enrico Nigiotti (“Qualcosa da decidere”) vs Chanty (“Ritornerai”)

Parte il livornese Nigiotti, dopo una presentazione ancora in stile “sfigato-che-però-alla-fine-ce-la-fa”. Chitarra in mano, orecchini, voce che non graffia né ammalia, riverberata anche troppo; canzone acerba con un ritornello che non è nemmeno male ed una strofa che invece pecca parecchio. Voto 5

Chanty a questo punto ha un rigore a disposizione. La avvenente 22enne ha una presenza scenica e una voce che dopo 5 secondi hanno già sotterrato l’Enrico. Il pezzo presentato è interamente incentrato sull’esplosione vocale del ritornello – e anche qui riverbero ed effetti sulla voce a profusione – ma la ragazza è brava e la voce c’è, forse anche la canzone. Voto 6,5

La resa dei conti: passa Enrico Nigiotti col 52% (e gli uomini di redazione stracciano gli striscioni #forzachanty)

I CAMPIONI IN GARA

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Nina Zilli – “Sola” – 4
Bisogna dirlo: i rimandi a Amy Winehouse della Nina nazionale hanno un po’ stancato, così come la strofa ed il look della pur brava Zilli. Per il resto, classica canzone dell’artista, che pecca anche nel testo: in una parola, scialbo. Nonostante tutto, il pubblico le dedica un applauso calorosissimo.

Marco Masini – “Che giorno è?” – 6
Il secondo Big è – rullo di tamburi – Masini. Folta barba, occhiali e tatuaggio sull’avambraccio che lasciamo stare. La voce di Marco è rimasta sempre quella, con un timbro che ad essere sinceri ha sempre avuto un suo perché. La canzone non guasta nemmeno, salvo alcune cadute sui testi tipo “smettere di smettere” che non si può sentire. Meglio della Zilli comunque.

Anna Tatangelo – “Libera” – 3
Terzo artista a scendere nell’arena è Anna Tatangelo, sempre un bel contenitore (se si fa finta di nulla sul contenuto). Piano protagonista per tutta la prima parte della canzone, poi prova a decollare, ma le palle cadono su “libera, unica, come la luce della luna quando illumina, come una nuvola che al vento si dondola“. Serve altro?

Raf – “Come una favola” – 5 sulla fiducia
Dopo 24 anni di assenza dall’Ariston torna Raf. Della serie #invecchiatomale, si presenta con 2 borse sotto agli occhi che RyanAir lo avrebbe messo in stiva senza passare dal via. Siamo di fronte alla prima vera canzone che non è una cover dell’artista stesso (finalmente). A tratti non sembra nemmeno il Raf che tutti conosciamo, un’interpretazione almeno originale, ma il pezzo è debole, potrebbe però aver bisogno di più ascolti per essere giudicata a modo.

Il Volo – “Grande amore” – 3
Arrivano Il Volo ed il pubblico rumoreggia parecchio (in positivo) prima che si oda la prima nota. Vestiti come Tom Smith degli Editors ma senza avvicinarsi nemmeno ad un suo sopracciglio, hanno la presenza scenica più brutta mai vista in eurovisione (se la giocano con la famiglia Anania di ieri, per intenderci). Le doti canore sono note e si apprezzano anche in questa esibizione; il pezzo è pomposo ma il testo è davvero il peggio del peggio (almeno fino a questo punto). Il pubblico a fine brano gli dedica l’ovazione TOP, già tremo al pensiero di dove si potranno piazzare.

Irene Grandi – “Un vento senza nome” – 6
Arriva Irene Grandi, forse l’unica speranza di questa serata davvero fiacca. L’artista toscana presenta un brano intimo e delicato, finalmente un testo non banale, una canzone “educata” che da un lato tarpa le ali all’energia che da sempre ci si aspetta da Irene, dall’altro ci mostra un’artista che si vuole mettere in gioco con la melodia sanremese.

Lorenzo Fragola – “Siamo uguali” – 5,5
È il momento di Fragola, altro che insieme ai Dear Jack parte da strafavorito per il fattore televoto. Chi esce da X Factor come vincitore, ha volente o nolente un timbro vocale ed una tecnica che è sempre di alto livello. La canzone però non l’aiuta, molto statica e poco sulle corde sanremesi quanto a immediatezza. Noi ci fermiamo ad un 5 e mezzo, il resto lo farà il televoto.

Biggio e Mandelli – “Vita d’inferno” – 2
È il momento di Biggio e Mandelli, che proveranno a ripercorrere la strada già tracciata da Francesco Salvi ai tempi d’oro (Roy Paci dirige l’orchestra e si improvvisa anche musicista aggiunto con l’immancabile tromba). Si presentano vestiti da Generali improbabili ed iniziano ad intonare una marcetta senza infamia e senza lode con tanto di banda che fa da coreografia sullo sfondo assieme ad altri attori nei panni di Alpini seduti al bar. Il climax della canzone sale senza sosta ma il pezzo è davvero brutto. Ma davvero. Neanche il siparietto della parolaccia censurata riesce a salvare la baracca.

Bianca Atzei – “Il solo al mondo” – 5,5
Classe 1987, la bocca più grande del festival e pupilla di Kekko dei Modà, il nono Big in gara è Bianca Atzei. Di bell’aspetto lei, ancora senza infamia e senza lode la canzone (stasera proprio non si decolla). Voce sicuramente di presenza ma che risente di almeno 3-4 influenze che mandano a benedire ogni tentativo di originalità.

Moreno – “Oggi ti parlo così” – 6
Spetta a Moreno chiudere la sfilata dei Big. La sua canzone ha così tanti autori che Arisa nell’annunciarla pare lo speaker dello Stadio all’ingresso della squadra di calcio locale. Il piccolo freestyler si impegna e la performance è comunque dignitosa, il brano è un classicone della tradizione pop-rap. Il pubblico però non sembra affatto convinto, tant’è che a fine esibizione quasi si dimentica di applaudire…

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GLI OSPITI

Biagio Antonacci: voto 7 sul fil di lana.
Il “momento Superospite” si apre con Biagio Antonacci. Ieri Tiziano Ferro ha sbaragliato tutti, per Biagio si annunciava già durissima riuscire anche solo ad avvicinarsi.sarà durissima anche solo avvicinarsi. Lui ci prova lo stesso, con addosso una camicia da boscaiolo piena di glitter… serve aggiungere altro?
Escluso lo scontato best of iniziale ed una chiacchierata inutile con Conti, molto bello il tributo a Pino Daniele, con una versione di “Quando” davvero ben eseguita.

Charlize Theron: voto 9
Nonostante ad introdurla abbiano messo “Standing Ovation” di Vasco, non riescono nell’intento di rovinare il momento. Molto carina l’idea della playlist preferita dell’attrice, commentata con aneddoti di vita vissuta. Charlize sceglie “Free Fallin'” di Tom Petty, “Who’s Gonna Ride Your Wild Horses” degli U2 e “Un’altra te” di Eros Ramazzoti” (ma perché?!). Bella, brava, genuina.

Angelo Pintus: voto 3
Nuovo momento “comico che comico non è” con Pintus, campione di incassi e collezionista di sold out. E… niente da fare, quest’anno non ne azzeccano uno.

Pino Donaggio: voto 9 alla carriera
Arriva sul palco giusto in tempo per lavare lo scempio dei “Soliti Idioti” – nome nomen – il maestro Donaggio, mister 80 milioni di copie vendute con “Io che non vivo (senza te)/Il mondo di notte”. Impressionante la carrellata di artisti nazionali e stranieri che hanno reinterpretato questo classico della canzone italiana, il re Elvis su tutti.

Conchita Wurst: voto 6,5
La donna barbuta, o meglio l’uomo vestito da donna, ospite attesissimo dell Festival, fa esattamente quello che deve fare: gossip e canzoni. La voce c’è tutta, il personaggio pure (e ci mancherebbe), sembra pure che ci sia cervello oltre che tecnica canora. Insomma, sebbene ormai assonnati e poco lucidi possiamo abbozzare un voto di pena sufficienza.

Marlon Roudette: voto 7
Che dire di Mardon Roudette, forse l’ospitata più inutile del lotto (comici esclusi)? Eppure l’ex-frontman dei Mattafix dà prova di essere un artista con gli attributi, con una performance acustica di respiro internazionale e ottimamente eseguita. Sottovalutato.

L’EPILOGO
Anche la seconda serata si conclude con l’annuncio dei quattro Campioni a rischio eliminazione. Non ce la fanno Bianca Atzei, la coppia Biggio/Mandelli, Moreno e Anna Tatangelo. Capita!

GLI HASHTAG
#AridateceBenigniAncheSeCostaUnBotto, che magari ci scappano due risate vere
#SEH
#InvecchiatoMale
#CharlizeÈtheronComeMe
, perché anche Emma sa essere una simpatica umorista…

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