La terza serata del Festival di Sanremo è uno stillicidio lento fino alle 0.52, quando avviene la premiazione della serata Cover.
Il pagellone della terza serata di Sanremo è tutto da godere. Spoiler: un’esibizione divide la redazione. Panico tra i votanti. Interviene il direttore.
LE NUOVE PROPOSTE
Alle 20.51, con ancora la cena sullo stomaco (ma la cioccolata è già a portata di mano, come il gatto) si comincia subito con i quattro altri Giovani: Maldestro, Lele, Valeria Farinacci e Tommaso Pini.
Maldestro – Canzone per Federica: Voto 6
Niente di originale però, con l’emozione, porta a casa un’esibizione discreta. La redazione è unanime.
Tommaso Pini – Cose che danno ansia: Voto 7
Tommaso Pini ha una voce per cui lo battono in pochi e sopratutto ha il titolo più divertente di questo Festival. La canzone potrebbe diventare un tormentone.
Valeria Farinacci -“Insieme”: Voto 2
Una lagna da chiesa, perfetta per il Cantincampo. Premiamo solo la rima “sacrificio panificio”
Lele – “Ora mai”: Voto 6
Pezzo perfetto per lui, tra Mad About You e Cry Me A Rivere cantato con navigata esperienza e ottima progressione.
Eliminato Tommaso Pini (gridiamo allo scandalo!) e Valeria Farinacci. Passano in finale Maldestro e Lele per una finale dei Giovani tutta al maschile.
I CAMPIONI
La serata delle cover serve a tirare fuori delle chicche e delle mostruosità. Oltre a farci perdere quattro ore di vita per scoprire il vincitore.
Chiara – Diamante (Zucchero): Voto 7
Accompagnata da Mauro Pagani che l’ha presa sotto l’ala e impreziosisce il palco con bouzouki mandola (come ci segnalano attenti lettori che ringraziamo) e violino, Chiara è a suo agio perfettamente in questa versione.
Ermal Meta – Amara terra mia (Domenico Modugno): voto 9
Questo capolavoro di Modugno è un guanto per Ermal Meta, che sfoggia doti di interprete non da poco giocando con i falsetti. Brividi veri. Applausi a scena aperta, discreti e commossi.
Lodovica Comello – Le mille bolle blu (Mina): voto 5
L’arrangiamento vuole modernizzare la canzone e Lodovica si trasforma nella Katy Perry del Friuli, che le riesce benissimo. Ma Mina è una scelta troppo azzardata.
Albano – Pregherò (Adriano Celentano): voto 5
Un classico come Stand by me in versione celentaniana è già una carta di successo, non possiamo esprimerci contro, è nei nostri cuori. Albano affaticato fa quel che può.
Fiorella Mannoia – Sempre e per sempre (Francesco De Gregori): Voto 8
Con Danilo Rea sul palco, la qualità è assicurata. Poi ci piazzi uno dei brani più belli di De Gregori e l’esperienza di cinquant’anni quasi di brani altrui ricantati, non c’è gara. Fiorella fa il suo compito con sicumera perfettina.
Alessio Bernabei – Un giorno credi (Eduardo Bennato): Voto 4
“Se le prendi di santa ragione, insisti di più”. Il riassunto di una carriera.
Paola Turci – Un’emozione da poco (Anna Oxa): Voto 8
Paola riprende un pezzo iconico cantato dalla Oxa e lo fa suo completamente, nel bene e nel (poco) male (che è l’arrangiamento appiattito per quanto molto turciano). Sicura e rockettara, dominanza di palco notevole.
Gigi D’Alessio – L’immensità (Don Backy): Voto 5
Noi siamo #teamgigi ma l’arrangiamento da valzer zoppo rovina un capolavoro assoluto, il che fa abbassare il nostro giudizio. Forse lui non la sa cantare (assai più probabile). Un vero peccato
Francesco Gabbani – Susanna (Adriano Celentano): Voto 6
Cosa gesticola in continuazione Gabbani, ce lo deve spiegare. La cover di Celentano però gli esce discretamente bene, ha la giusta spensieratezza.
Marco Masini – Signor Tenente (Giorgio Faletti): Voto 2
Avicii meets Giorgio Faletti #WakeMeUpSignorTenente. No. Ma no. Ma no, no, no!
Michele Zarrillo – Se tu non torni (Miguel Bosè): Voto 6
L’intonazione pulita di Zarrillo è classica a livelli inenarrabili, come l’arrangiamento con chitarrone tamarro a metà. Onesto e omaggio buonissimo.
Elodie – Quando finisce un amore (Riccardo Cocciante): 5
Elodie porta la sua bellezza e i suoi occhioni sul palco per un pezzo bellissimo di Riccardo Cocciante, ma le canta tutte uguali. La redazione si spacca: da una parte chi crede che non sia una interpretazione valida, dall’altra chi è convinto che sia stata brava. Facciamo una media? (Per me doppio malto)
Samuel – Ho difeso il mio amore (Nomadi): 5
Con Cristian Montanarella dei Linea 77, Samuel sceglie una cover di una bellezza struggente, arrangiata in stile Fallin di Alicia Keys. Però lui non ha davvero la tessitura e l’estensione vocale per ricantarla come meriterebbe. Si difende, come da titolo, ma non è una vittoria.
Sergio Sylvestre – La pelle nera: Voto 6
Accompagnato dai Soul System, Sergione Sylvestre porta “La pelle nera” con funk all’acqua di rose e qualche fuori tempo che purtroppo penalizza un’esibizione divertente. Ma meglio loro, con tanto di citazione di Michael Jackson, che tanti mortori precedenti.
Fabrizio Moro – La leva calcistica della classe ’68 (Francesco De Gregori): Voto 4
Un compitino su De Gregori con finale alla Vasco Rossi in “la la la”. Fabrizio Moro non aggiunge nulla, qualcosa distrugge, soprattutto i residui della nostra pazienza dopo quasi tre ore di diretta.
Michele Bravi – La stagione dell’amore (Franco Battiato): Voto 7
Lo piazzano a mezzanotte passata con una vera meraviglia di Franco Battiato. Michele Bravi ne tira fuori una perla synth-pop rarefatta, affrontata con umiltà e modestia.
SCONTRO BIG A RISCHIO ELIMINAZIONE
Il torneo di quelli a rischio eliminazione inizia, colpevolmente, a mezzanotte e un quarto. Mezzanotte e un quarto, e sono in sei. Ricordatevelo bene quando pensate che noi giornalisti musicali non facciamo un cazzo.
Ron – L’ottava meraviglia: Voto 5
Riconferma il voto della prima serata, qualche stecchetta di troppo.
Raige e Giulia Luzi – Togliamoci la voglia: Voto 4
Confermiamo anche qui il voto della prima serata. La giacca di Raige ci causa un attacco di labirintite pura.
Bianca Atzei – Ora esisti solo tu: Voto (10)2,5
Abbiamo detto tutto.
Clementino – Ragazzi fuori: Voto 6
O frat nuost Clementino migliora la performance della prima serata e sembra molto più sciolto.
Giusy Ferreri – Fa talmente male: Voto 6
Giusy entusiasta come durante un turno di notte, ma il pezzo è bello e ha un arrangiamento che nella prima serata non era emerso. L’incazzatura visibile della cantante meriterebbe un 10.
Nesli e Alice Paba – Do retta a te: Voto 3
L’alchimia tra i due si è rotta irrimediabilmente, quel poco che c’era. Cantano ognuno per conto suo ed è un dispiacere immenso.
Raige e Giulia Luzi – Togliamoci la voglia: Voto 3
Toglietevi di mezzo
GLI OSPITI
Piccolo Coro dell’Antoniano: voto SV
Un incubo di orde di bambini vestiti tutti uguali in unisono quasi perfetto. Però che carini quando cantan… che paura.
Ostetrica Maria Pollacci: voto 6
92 anni e più di settemilaeseicento bambini fatti nascere dal 1945 ad oggi. Compita, elegante e dignitosa.
L’Orchestra degli strumenti riciclati: voto 5
Bravi, bravissimi. Interessanti. Umanitariamente potenti. Però Libertango basta.
Mika: voto 8
I colori di Mika in un Festival incolore: un pezzo di teatro sulla bellezza dell’arcobaleno e delle tinte differenti, accenno lgbtq non da poco. Canta “Grace Kelly”, “Good Guys” e “Boum boum” in francese. Omaggia George Michael con Jesus To A Child in una versione purtroppo tronfia di orchestra, che non emoziona.
Alessandro Gassman e Marco Giallini: voto 4
Solita marchetta per un film, Giallini riesce a non dire quasi una parola. A che serviva?
Luca e Paolo: voto 5
Fanno un monologo discreto anche se sa di già sentito.
LP: voto 8
Classe, talento, giusta dose di menefreghsismo e due singoloni come Lost on you e Other people che riconciliano, all’una di notte, con l’universo mondo.
L’EPILOGO
Vince la serata delle cover un eccellente Ermal Meta con “Amara terra mia” di Domenico Modugno. Seconda Paola Turci con “Un’emozione da poco”. Masini terzo con la cover inspiegabile di “Signor Tenente” di Giorgio Faletti.
Eliminati definitivamente Nesli & Alice Paba e Raige & Giulia Luzi, passano Clementino, Bianca Atzei, Giusy Ferreri, Ron.
GLI HASHTAG
#icoloridimika l’accenno lgbtq di Mika è stato splendido
#unacamiciaperGabbani perché ‘sti maglioncini, France’, anche basta
#WakeMeUpSignorTenente per la cover di Giorgio Faletti fatta da Marco Masini
#toplove perché se lo dice Malgioglio è vero
#magiallini? (Questa la capisce solo il direttore)