Ormai era ufficiale da tempo, quindi non avrei dovuto avere dubbi sull’esistenza di Chinese Democracy, ma una sorta di irrazionalità dovuta a “qualche anno di attesa” mi faceva temere di arrivare in Universal e di trovare chiuso.
Detto questo, Axl è ancora tra noi e, forse, per restare. Quattordici tracce, troppe per poter dare un giudizio definitivo dopo un solo ascolto, ma i pregi sembrano molti. Innanzitutto la title track, già diffusa da tempo, che con i suoi riff rimane nelle orecchie con una facilità disarmante e che emoziona anche solo per essere in apertura di uno dei dischi più attesi della storia del rock. Sembra di essere tornati indietro di quindi anni. I pezzi da novanta sono sparati subito e la successiva Shackler’s Revenge lascerà di stucco più di un ascoltatore: potentissima con suoni al limite dell’industrial e con un Axl schizofrenico. A seguire Better, il secondo singolo e uno dei migliori dell’album, almeno dopo un unico ascolto. E’poi il momento della prima ballad, che nell’attacco ricorda l’intro di Novembre Rain, ma che poi si sviluppa in modo diverso. Forse un po’ di maniera, ma si fa apprezzare.
Da qui l’album pare calare vistosamente, anche se If The World o Catcher In The Rye sono davvero difficili da giudicare dopo così poco. Lampante in ogni caso è la voglia di cantare del singer, che si spinge davvero verso vette difficilmente riproducibili dal vivo, nonché una certa volontà di osare, di non puntare sulla facile nostalgia e di proseguire fregandosene di tutto. Pezzi come Madagascar o I.R.S., che in versione demo dicevano ben poco, qui assumono tutta un’altra forma e diventeranno senza dubbio dei classici. Il disco giunge alla conclusione con due dei pezzi di cui più si è sentito parlare negli ultimi tempi: This I Love, questa sì una ballad incredibile, di un’intensità da brividi e con un Axl a livelli immensi e Prostitute, che chiude degnamente questo pre-ascolto, ma dalla quale ci si aspettava francamente di più.
Troppo poco per dare giudizi definitivi, ma nel complesso un gran buon ritorno. Appuntamento tra qualche giorno con la recensione completa.
Luca Garrò