Ed eccolo finalmente, il primo video di qualità decente del concerto che sancisce in modo ufficiale la reunion dei Guns N’ Roses.
Riprese fatte con un cellulare dalla balconata del Troubadour di West Hollywood, Los Angeles; è il primo aprile 2016 e due minuti scarsi di “Welcome to the Jungle” consegnano alla storia il ritorno sulle scene, dopo 23 anni, di una delle più influenti hard-rock-band della storia.
Della formazione originale sul palco sono presenti i “soli” Axl, Slash e Duff McKagan, con una menzione d’onore per Dizzy Reed alle tastiere (nella band da Use your Illusion I e II), mentre a colmare i vuoti ci pensano Richard Fortus alla seconda chitarra, Frank Ferrer alla batteria e la prima donna nella storia del gruppo, Melissa Reese, come seconda tastierista.
Peccato non vedere sul palco Izzy Stradlin, amico d’infanzia di Axl e cofondatore degli Hollywood Rose: del resto le sue intenzioni di non entrare a far parte del progetto erano note, mentre l’assenza alle pelli di Steven Adler mi conferma, purtroppo, che molto probabilmente non sarà più in grado di raggiungere i fasti del passato a causa degli eccessi che negli anni ’90 lo hanno letteralmente consumato.
Lo dico subito, quel poco che ho visto e sentito mi è piaciuto, e molto.
Mi è piaciuta la scelta di suonare un intero concerto (sedici brani, qui la scaletta)
Mi è piaciuta la resa live: unico neo il “tiro” di Frank Ferrer, ma, data la location e l’impianto sul quale hanno suonato, ci sta la scelta di aver usato un set più essenziale alla batteria.
Mi è piaciuto Axl, che controlla la voce d’esperienza, non si nega al pubblico, canta davvero e si concede senza punti deboli evidenti.
Mi è piaciuto Duff (vabbè lui ha nascosto da qualche parte un patto col diavolo per rimanere sempre lo stesso da quasi trent’anni a questa parte) e mi è piaciuto Slash che non vuole strafare, che suona anche i pezzi tratti da “Chinese Democracy” senza battere ciglio e si conferma una macchina da riff rock.
Mi è piaciuta la scelta di suonare in un locale a capienza ridotta, a strettissimo contatto con il pubblico, senza filtri di alcun genere.
Mi è piaciuto il coraggio di dare al mondo un’anticipazione di quello che ci aspetterà l’8 aprile, data di inizio del tour mondiale. Di coraggio ce n’è voluto davvero, perché suonare così a viso scoperto, ben sapendo che una fetta rilevante di addetti ai lavori e pubblico erano pronti a sparare merda su questa reunion, non è da tutti, o è da incoscienti, o è da chi ha le palle e vuole dimostrarlo.
I Guns si sono presentati al mondo senza mega impianti o con palchi da distanze siderali tra pubblico e band, e senza far ricorso a tutti quei “trucchetti” che aiutano da sempre band storiche che hanno sentito pesantemente il trascorrere degli anni e degli eccessi a portare avanti il baraccone (chi ha detto Mötley Crüe?!)
A tal proposito non reggono le leggende sulle misure estreme di sicurezza per evitare che non venissero effettuate riprese o video del concerto perché i fatti parlano chiaro e a pochi minuti dall’inizio della performance su instagram era un fiorire di post con foto e mini-filmati, mentre i video veri e propri (quelli oltre il minuto di durata) non hanno tardato ad essere messi online. Per gli scettici: provate a fare foto o video ad un concerto di Bob Dylan, vedrete che dopo 3 secondi sarete accompagnati all’uscita. Ecco, scene che non si sono viste al Troubadour.
Chi vince?
Innanzitutto noi, che potremmo gustarci un tour che parte con le migliori prospettive, poi i Guns che finalmente fanno pace con loro stessi, Axl che ha un’occasione che non sprecherà (a proposito: spoileriamo che non è dimagrito, così i detrattori saranno contenti), vincono i manager e i conti in banca (non dei fan) e tutto l’ambiente musicale che avrà di che scrivere da qui ai prossimi anni.
Chi perde?
Chi vede nei Guns N’ Roses il gruppo di venticinquenni di “Appetite for Destruction”, chi lì si è fermato e lì vuole rimanere.
Il video di Welcome to the Jungle:
https://www.youtube.com/watch?v=uGYCAoF-54g