Nelle settimane antecedenti il festival di Sanremo, abbiamo incontrato molti artisti che parteciperanno nella categoria ‘Big’. Ecco le loro parole, le loro emozioni, le loro sensazioni a poche ore dall’inizio della manifestazione. Ovviamente ci siamo limitati a chiedere loro una presentazione del brano in gara e le impressioni generali sulla kermesse ligure, ripromettendoci di approfondire eventualmente altri aspetti a gara conclusa.
Arisa ha vinto lo scorso anno fra i giovani di Sanremo con “Sincerità”. Quest’anno torna all’Ariston presentando il brano “Malamorenò”, dal gusto retrò.
A proposito di queste sonorità che tanto ama, commenta:
Mi ci trovo benissimo. Adoro lo swing, il dixieland, amo (e scrivo) canzoni ariose, che si aprono molto. E’ il mio stile.
In generale, del suo disco e del suo percorso musicale dice:
Voglio cantare cose carine, educate, con parole leggere. Ho preferito però affidarmi a Giuseppe (Anastasi, nda) per il brano del Festival, che è un’occasione troppo importante e io non mi sentivo pronta. Scrivo da tempo, testi e musiche, ma devo trovare il coraggio di confrontarmi con il pubblico. Nel disco, comunque, ci sono canzoni che ho scritto io.
Saltato il confronto con il ‘maestro’ Morgan, Noemi deve vedersela anche con Marco Mengoni, per restare nell’arena degli ex partecipanti ai vari talent show (a cui si aggiunge Valerio Scanu, proveniente da “Amici”, com’è universalmente noto).
Del suo brano, Per tutta la vita, dice:
E’ un brano che parla d’amore, ma non necessariamente. Lo sguardo si può estendere a qualsiasi tipo di relazione, che sia familiare o di lavoro. La trovo una tematica coerente con il mio percorso attuale, e non è certamente una canzone nata per il Festival. Quando abbiamo pensato a Sanremo, ho chiesto qualche consiglio: mio padre è stato determinante nella scelta di questo brano.
Sulla sua partecipazione a Sanremo commenta:
Credo che su quel palco si debba essere se stessi, interpretando al meglio la canzone che si è scelti di portare. Io ho deciswo di esserci perché per me fare il Festival significa ottenere un blasone.
Ripubblicherà il suo album “Sulla mia pelle” arricchito della canzone di Sanremo, da “Briciole” e da “Vertigini”.
Sonohra, i fratelli veronesi Luca e Diego Fainello, vincitori due anni fa della sezione Giovani del Festival con il brano “L’amore”.
Questa nostra seconda partecipazione a Sanremo la viviamo, naturalmente, in maniera diversa: arriviamo qui con i nostri fans e con un disco alle spalle. Sentiamo la responsabilità di fare bene e di non deludere chi si aspetta tanto da noi.
Il nostro album si intitolerà “Metà”, perché noi siamo due metà che si completano. Musicalmente sarà sempre pop-rock, con un accento leggermente più spostato sul rock. I testi risentono molto dei viaggi (e quindi della nostra condizione di viaggiatori) che abbiamo fatto negli ultimi due anni per promuovere il nostro disco, prevalentemente in America Latina. Presto andremo anche in Giappone dove abbiamo appena pubblicato il nostro primo album.
Fabrizio Moro, alla terza partecipazione alla kermesse ligure, parla del brano in gara:
E’ un brano nato guardando mio figlio, si intitola “Non è una canzone”, è un pezzo che parla delle difficoltà che i giovani, soprattutto i più giovani, devono passare per inseguire il proprio sogno, il proprio ideale di vita…auguro a mio figlio di non patire per nulla tutte le difficoltà che anche suo padre ha dovuto affrontare. Questo brano è molto significativo per me, è l’essenza di ciò che è oggi Fabrizio Moro…
Cosa si aspetta dal festival quindi?
Spero vada tutto bene, ho la mia band sul palco dell’Ariston, mi piacerebbe riuscire a far arrivare agli spettatori, anche se non è per niente facile farlo in quattro minuti scarsi, una piccola parte di un mio concerto. Ogni anno Sanremo cambia per me, il primo anno ero spiazzato da tutto quanto girava intorno al Festival, il secondo ero impaurito, questo è l’anno della serenità e del divertimento, ho con me la mia band, come può andare male?
Enrico Ruggeri, uno dei veterani che ritorna sul palco con gli storici Decibel (“tornerò sul palco con i Decibel trent’anni dopo…sarà una grande emozione e non vedo l’ora di combinare qualcosa di originale…”)
Sul brano in gara racconta: “La notte delle fate” è un brano che ha una ritmica molto differente rispetto a quella delle mie canzoni tradizionali, parla di donne e dei loro sogni ma anche dei loro rimorsi e perché no dei loro rimpianti. Perché ancora ‘le donne’ come tema? Perché sulle donne si possono ancora scrivere un sacco di pezzi, visto che sono un argomento da esplorare molto vasto…
Ruggeri ritorna dopo molto tempo sul palco dell’Ariston.
Torno a Sanremo dopo sette anni, ho un disco in uscita che mi piace molto e ‘uso’ il festival per concentrare la promozione dell’album in una sola settimana, sì diciamo che unisco diverse necessità con questa partecipazione!
Infine l’atteso ritorno di Irene Grandi.
Sulla nuova canzone ci dice che “…è un’apripista eccezionale per il mio nuovo disco, vedrete che si noterà eccome nel lotto dei brani in gara che saranno proposti perché è molto originale, ha uno spirito molto ‘baustelliano’ (Francesco Bianconi dei Baustelle è l’autore della canzone, ndr), passatemi il termine, ma con la mia interpretazione cresce tantissimo in positività, fidatevi di quanto vi dico!”
E’ contenta Irene di tornare a Sanremo?
Torno con grande gioia, questo è un evento che emoziona tutti al di là dei luoghi comuni e delle critiche. Ci torno volentieri perché ho un nuovo disco da proporre, a cinque anni di distanza dal mio ultimo cd appunto. Inoltre mi piace la sana competizione coi colleghi, torno a farla a dieci anni di distanza da quella precedente, non male…