Marzo è il mese adatto alla pazzia ed è quello che apre le porte alla primavera. I singoli che hanno scandito queste settimane raccolgono in pieno questi due concetti: un pizzico di follia alla base delle proprie passioni con la speranza di maturare a pieno la propria rinascita.
Tornano i Maneskin dopo la bella avventura di X Factor. I cattivi ragazzi da talent presentano il loro “Morirò da re”, pezzo che stupisce ma non colpisce. Privo di quella energia da mandare in tilt ogni contatore, la stessa che abbiamo imparato a sopportare e supportare nelle esibizioni live. Un brano da radio che decolla solo nel finale. Senza pretese: peccato.
Per la gioia di chi ha seguito con ardore lo show di Sky, marzo diventa subito positivo perché rispunta anche Enrico Nigiotti. “Solito” romanticismo nella sua “Nel silenzio di mille parole”, dove il palcoscenico viene catturato dalla melodia avvolgente e dalle parole quasi sussurrate. Classica canzone al miele reso ancor più dolce dal refrain che farà felici molte coppie innamorate.
Cambiamo genere ma non tema: “La nostra ultima canzone” è il nuovo singolo di Motta. Il cantautore toscano presenta un brano ricco di possibilità malcelate, che inizia il suo viaggio da un interrogativo e si evolve in un’unica grande consapevolezza. Ampio spazio lasciato al sound strumentale e l’immagine più forte del pezzo che conquista con forza il centro della scena: “respira forte / la nostra ultima canzone”.
Chiudiamo invece con un brano acceso e accattivante di un gruppo niente male. “Tra le vite degli altri” è un brano riflessivo diverso dai pezzi che hanno questo stesso taglio. I Ministri sono una band che non ha paura di urlare le necessità e ogni bisogno vissuto dall’uomo, soprattutto quello interiore oltre a ogni sentimento di inadeguatezza che si può vivere. “Lasciami qui, dove so tormentarmi, finché non ti vergogni di venire a cercarmi”. Un singolo che farà strada e che potrebbe regalare ai ragazzi milanesi ancora un posto tra le nostre rivelazioni.