Dite un po’, avevate un VHS dove registravate una selezione dei videoclip musicali più belli? Parlo dell’era di MTV e di Videomusic, quando il gusto all’orecchio era pesantemente influenzato dalle immagini, a volte in maniera decisiva. Ultimamente mi ritrovo sempre più spesso a rivivere quei giorni di spensieratezza e pensare che forse c’era un’attenzione maggiore al rapporto immagine-musica, mentre ora si pensa più che altro all’una o all’altra cosa, staccate. Senza un’anima che le unisse. Ora vi porto con me in un viaggio colorato dentro quelle note e quelle facce che forse senza nemmeno saperlo ci siamo portati dentro per due decenni.
Lit, My Own Worst Enemy, 1999
I Lit nascono nel 1990 come una band picchia duro di stampo metal che pian piano capisce di dover puntare sulle masse, con la faccia e gli occhi azzurrissimi del frontman A. Jay Popoff. Il successo è devastante, planetario. I singoli in classifica si susseguono costantemente per una manciata di anni. “My Own Worst Enemy” è semplicemente irresistibile, con tanto colore e divertimento il tutto in salsa kitsch estremo, dalla canotta alle basette. Belle ragazze e mood positivo in ogni dove.
Sum 41, Into Deep, 2001
Possiamo dire dei Sum 41 di essere un gruppo punk, ma in realtà è un altro dei gruppi che affollavano le top ten di inizio secolo. La loro tragicomica gara di tuffi è passata alla storia, come il mitico assolo di Dave Baksh che esce dall’acqua.
Foo Fighters, Learn To Fly, 1999
Non parliamo certo di un grupo che ha perso notorietà strada facendo, anzi. Anche la loro attitudine nel fare videoclip non è scemata, la loro cura nell’immagine li ha portati addirittura a coadiuvare l’album “Sonic Highways” del 2014 ad una serie divulgativa di otto puntate (una per canzone dell’album e ognuna dedicata a una città americana incubatrice di un certo genere musicale). Il video di “Learn To Fly” però verrà ricordato come la vetta massima di intrattenimento legato ad una canzone, con l’apporto significativo degli amici Tenacious D (Jack Black e Kyle Gass) e un Dave Grohl che dimostra un talento recitativo di un certo livello. Nella commedia, ovviamente.
Korn, Freak On a Leash, 1999
Anche loro hanno un amore innato per l’apparire, curato in ogni minimo dettaglio. Raramente le note heavy di una canzone si sono sposate in maniera così perfetta ad un’idea visiva, quella di una pallottola che vaga impazzita e distrugge tutto in slow motion, danzando intorno ai musicisti. E che figo il kilt di Jonathan Davis.
Silverchair, Ana’s Song (Open Fire), 1999
Avete dimenticato i Silverchair? Male, molto male. In un articolo dei tempi li ho visti definire <i Nirvana in pigiama> e la descrizione potrebbe sembrare negativa o denigrante, mentre per me che li adoro da sempre e per sempre calza a pennello. Mai banali, arrabbiati e malinconici, poetici e dissacranti il giusto, in questo pezzo Daniel Johns mette a nudo le sue ferite causate dall’anoressia.
Crazy Town, Butterfly, 2000
Una serenata dedicata ad una fidanzata ha visto anche cose più tamarre di questa, ma non credo molte. Fisicate e tatuaggi, gestualità da strada e un pezzo killer per quanto è ficcante e di presa immediata. Sono passati anni e nessun altro pezzo dei Crazy Town ha più scalato le classifiche, ma grazie a “Butterfly” sono passati indelebilmente alla storia. Tanti colori e qualche animazione pacchiana, è sempre un piacere.
Bloodhound Gang, The Bad Touch, 1999
Credo ancora che <baby, altro non siamo che mammiferi quindi facciamolo come lo fanno su Discovery Channel> sia una delle dichiarazioni d’amore più belle della storia della musica. Loro vestiti da scimmie che vagano per la città rappando poi… impagabile.
Eminem, Without Me, 2001
Stile fumettifero e tantissime trovate per colui che ha portato il rap di strada nel mondo dei bianchi. Sfrontato e dissacrante, Dr. Dre sembra divertirsi un mondo nonostante il grugno, e noi con lui.
The Offspring, Why Don’t You Get a Job?, 1998
Gruppo storico del punk statunitense decidono con l’album “Americana” di piazzare almeno tre singoli in classifica pop, tra cui la cantilena irresistibile che ha imperversato per tutto quel 1998 e anche oltre. Il video è un delirio di divertimento col suo portarci in mezzo alle diatribe casalinghe di una coppia dove qualcuno poltrisce un po’ troppo.
Guano Apes, Open Your Eyes, 1997
Oh Sandra, che energia la piccola cantante del trio tedesco ora caduto nell’oblio. Allora erano ai vertici delle classifiche mondiali e lo sono rimasti per almeno un lustro. Su Sandra Nasic si concentrava tutta l’attenzione, sulla sua voce potente e sulle sue movenze mascoline ma comunque sempre sensuali.
https://www.youtube.com/watch?v=MsTjJF46PFE
Limp Bizkit, Take a Look Around, 2000
Non potevano mancare Fred Durst e soci che sopra il tema di Mission Impossible costruiscono uno dei pezzi Nu Metal più famosi di sempre, recitando loro stessi nel video che li vede alle prese con un intrigo di qualche genere. Inseguimenti, botte, Tom Cruise, una gran confusione ma d’altronde questo è il crossover.
System Of a Down, Chop Suey!, 2001
Tutti abbiamo tentato di cantare i versi di questa canzone. Credo di essere persino svenuto provandoci una volta. In ogni caso la melodia che segue è una delle cose più belle che ricordo di quel periodo, e i volti e la gestualità di Serj e soci su quel piccolo palco circondato dalla calca sono impressi a fuoco nella mia mente.
Alien Ant Farm, Smooth Criminal, 2001
Successo fotonico per questo gruppo e in particolare con questa cover metal del re del pop Michael Jackson. Sopra un ring di pugilato suonano scimmiottando le movenze del rock. Pochi sanno il percorso posteriore degli Alien a questa canzone, ma tutti ricordano queste note che per un breve periodo hanno persino oscurato quelle originali.
R.E.M., All The Way To Reno, 2001
Erano una delle band migliori che ci siano capitate in tutta la storia della musica e ci mancano un sacco. Facevano rock di grandissima qualità ma erano costantemente presenti nelle top ten pop abbellendole e nobilitandole. Tra i tantissimi e bellissimi video mi piace ricordare questa stupenda ballata cantata mentre Stipe e combriccola passano a regalare musica e felicità in un anonimo liceo della provincia americana, contenitori di mille emozioni, belle e brutte. Spesso tra quelle mura si estinguono drammi e mostruosità e i R.E.M. con la loro immensa sensibilità portano tra quei ragazzi forze positive e comprensione nella speranza di un futuro. Si capisce che li amo?
Blur, Coffee And TV, 1999
Voglio chiudere nella maniera migliore possibile, con la mitica epopea del cartoncino di latte che si avventura nella giungla della città per ridare speranza alla famiglia dello scomparso chitarrista Graham Coxon, la cui foto è stampata sulla sua schiena. In questa avventura cartoncino troverà insidie, avventure, l’amore e la tragedia. Addirittura la morte, ma con un lieto fine. Che capolavoro di videoclip.