Muse, la recensione del film Drones World Tour

Se pensate che la nostra generazione non possa vantare un nome iconico del calibro di Pink Floyd o U2 vi sbagliate di grosso: il ruolo di band simbolo di questo inizio di Terzo Millennio va di diritto ai Muse. Nelle sale il 12 e il 13 luglio, “Drones World Tour” è la testimonianza di quello che può essere considerato come uno dei tour nei palazzetti più ambiziosi degli ultimi anni, una cosa che rende le band contemporanee dei gruppetti dell’oratorio.

Registrato ad Amsterdam, Berlino e Milano, il film-concerto distribuito per l’Italia da Nexo Digital racchiude in poco più di 90 minuti alcuni dei momenti più topici del più recente tour della band di Matt Bellamy. Un vero e proprio concept tour sull’impatto della tecnologia nella libertà delle persone. “Vogliamo che sia il pubblico a chiedersi quale sia il ruolo della tecnologia nelle nostre vite e se sia una cosa buona o cattiva”: con questa frase lo stesso frontman del gruppo inglese introduce una vera e propria esperienza audiovisiva che catapulta lo spettatore al centro del live della band.

Con il “Drones World Tour” i Muse (con il quarto elemento Morgan Nicholls a supportare il gruppo alle tastiere e alla chitarra) fanno le cose in grande, questo grazie anche alla scelta di mettere il palco al centro del palasport: il concerto è un’esperienza immersiva, con enormi droni sferici che sovrastano il parterre, dei teli che diventano degli schermi, al punto di far diventare delle marionette durante “The Handler”, per non parlare dei giochi di luci e un enorme aereo spia che ricorda molto il maiale gonfiabile dei live show di Roger Waters. Il format cinematografico permette di amplificare l’impatto visivo, con la scelta di integrare in alcuni momenti in postproduzione i video alle riprese originali, in un mix contemporaneamente affascinante ed inquietante.

Non ci sono le citazioni di altre band che da sempre caratterizzano i concerti dei Muse, per una semplice necessità di ridurre l’esperienza a poco più di 90 minuti e dare spazio ai brani del gruppo, che hanno dato al concerto un binario marcatamente rock non dimenticando i pezzi più elettronici come una “Madness” o una “Dead inside”, tra i brani più riusciti della pellicola. I pezzi iconici dei Muse ci sono tutti e molti di questi confermano il fatto che il trio può già vantare nel suo repertorio numerose canzoni entrate nell’immaginario collettivo e capaci di coinvolgere lo spettatore sin dalle prime battute: citofonare ad “Uprising”, “Knights Of Cydonia”, “Starlight”, “Time Is Running Out” o anche una più recente “Psycho”, con le citazioni di “Full Metal Jacket” letteralmente urlate dal pubblico, qui protagonista del film al pari dei componenti del gruppo.

“Drones World Tour” è un’esperienza visiva e sonora da non perdere, che potrete vivere al cinema solo domani. Un film da vedere assolutamente in questa forma (non aspettate il Blu Ray che quasi sicuramente arriverà nei negozi) anche per un solo semplice motivo: l’impatto sonoro perfettamente curato nel mixaggio 5.1 da Tommaso Colliva, collaboratore storico del gruppo. Con “Drones World Tour” Matt Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard, oltre al già citato Morgan Nicholls, aggiungono un tassello alla loro inattaccabile carriera, in vista del nuovo singolo la cui uscita è attesa per il 19 luglio.