C’è chi fa il Giubileo, chi le parate in grande stile, chi compra altri 20mila fan su Facebook oppure chi per celebrare dieci anni online, decide di fare un rapido sunto del top del top raggiunto in varie fasi della propria esistenza. Un pezzo (un altro uscirà domani) completamente inutile per le masse ma fondamentale per noi stessi. Tanto che ce frega?
Qui sotto, diviso per sommi capi e assolutamente #accaso nel loro ordine, tutto il meglio prodotto in questi anni. Una selezione nemmeno tanto rapida di una piccolissima parte delle cose davvero fighe (con qualche eccezione) fatte nel decennio appena trascorso.
1 – Fans’ Rule
Inizialmente, uno dei nostri primi motti da epta-sfiga, era Hear It, Love It, Live It. Roba ovviamente riferita alla Musica. Con quel Svpport Mvsic che ogni tanto tiriamo ancora fuori oggi, intendevamo proprio cercare di essere il più vicino a possibile ai primi attori di ciò che amavamo (band e artisti), tanto quanto ai fan (ovvero a noi stessi in pratica). A dire il vero molte cose sono ancora scritte qui, come primordiale manifesto di tutto quanto è venuto dopo. Era naturale quindi che concentrassimo parte della nostra attività nell’organizzare concorsi e chimere come i meet and greet, che a quei tempi sulle webze (ah, le webze…) erano tabù, se non per poche band sfiga o simili. E’ abbastanza storia che quanto successo con gli Alter Bridge nel 2008 (meet and greet con soundcheck contest incorporato) fece da traino verso webze molto più grosse di noi, che decisero di iniziare a fare con costanza iniziative del genere, aprendo un fronte che è ancora oggi tra i più BELLI possibili. Personalmente arrivare a far incontrare ai fan gente come Alice Cooper o Taylor Swift fu davvero una mega soddisfazione. Sulla carta anche il m&g coi riformati Blink-182 avrebbe dovuto essere una soddisfazione, peccato che i tre esaltati trattarono di merda i fan in quel di Bologna attraverso un tour manager che sembrava uscito dai bassifondi di Harlem più che dal mondo del music biz.
Oltre ai contest per dischi e biglietti, sicuramente l’apice fu mettere in palio le Diamond Ring Vip Experience dei Bon Jovi a Udine 2011. Andando più indietro, clamoroso fu anche l’effetto Paramore del 2010, quando seguimmo Hayley e soci in giro per Milano tra il delirio dei fan.
2 – Alter Bridge
Che dire che già non sia risaputo? Nulla. Basta la parola appunto. Una band scoperta grazie a una theme d’ingresso di un lottatore guardando Sky, Blackbird recensito prima che fosse distribuito, un’anteprima mondiale (giuro, manco sapevamo che lo sarebbe stata) fatta di sgamo in Svizzera e pubblicata ancora più a sgamo e sa dio cos’altro.
3 – Bon Jovi
Dopo la video con i Bon Jovi del 2009, Outune non fu più lo stesso. Nè per noi, nè per gli addetti ai lavori. Nemmeno per quei (allora) pochi che lo leggevano. Questo fu indubbiamente il momento di svolta, che convinse tutti che stavamo facendo qualcosa di enorme. Fu anche il momento in cui credemmo che la società potesse davvero essere la scelta migliore, nonostante avrebbe comportato spese e responsabilità sempre maggiori. Ovviamente andammo felicemente incontro a un palo in culo di proporzioni disumane. Nonostante questo, incontrammo Jon e compagni altre due volte, partecipando anche a un paio dei concerti più clamorosi che si siano mai visti in Italia negli ultimi vent’anni.
4 – Top of the FLops
Questo potrebbe essere un paragrafo virtualmente infinito. Ma dovessi elencare rapidamente i disastri più incredibili che mai ci siano occorsi direi senza dubbio l’audio del concerto degli Alter Bridge di Milano del 2008 (avevamo registrato almeno un’ora di show da sotto il palco per un official bootleg che non ha mai potuto vedere la luce). Seguito ovviamente dal bordello della SAS e dal non aver mai cacato in alcun modo quel social network da cui oggi dipendono i destini del mondo. In realtà ce ne sono molti altri che potete trovare qui.
5 – Basta, me ne vado!
Visto che in Italia tra 2008 e 2010 si dava sufficientemente fastidio a un ristretto numero di alcuni uffici stampa e promoter, andavamo spesso all’estero a fare delle cose clamorosamente fighe. A volte in camper in mezzo al fango, altre facendo i debiti per vedere concerti, altre ancora ospiti di altri fanatici di musica conosciuti nei festival. Dal 2011 (al 2012, perchè poi ci siam rotti le palle di farlo così spesso) ci sono state altre robe clamorose ma combinate in modo ufficialissimo con benedizione e supporto assoluto da chi di dovere in Italia. Tra queste Linkin Park, Ozzy Osbourne, Scorpions, Foo Fighters, AC/DC, Kiss, Eminem e un botto di festival esteri a caso.
6 – Poca roba
Quando ancora leggi in giro che certi artisti e certe foto finiscono solo sui giornali cartacei, ti metti abbastanza a ridere e ripensi a quando hai pubblicato le foto (e che foto) degli U2 o un’intervista all’immortale Lemmy, piuttosto a quando hai parlato un’ora con gli Alice In Chains due ore prima della loro prima data italiana post Black Gives Way To Blue. O ancora quando prendi un cappuccio con Richard Benson e un paio di anni dopo con John Lydon, oppure un caffè con Jack Black. Ora, per non farla troppo lunga, vi metto dei link comodi qualora voleste leggervi le interviste del nostro miglior giornalista di sempre a Ian Astbury, Robby Krieger, James Williamson degli Stooges, Vince Neil, Ian Gillan, Brian May o ancora al figlio di Bonzo o di Frank Zappa…
7 – Arriva la nuova musica italiana
Aver faticato più a fare una roundtable col buon Biagione Antonacci, piuttosto che a intervistare i Metallica dovrebbe dirla già parecchio lunga relativamente allo stato di certe dinamiche che si svolgono all’interno del Biz Italiano. Nonostante questo, siamo riusciti ad arrivare (quando le conferenze di massa erano tutt’altro che la norma), ad avere ai nostri microfoni i top della scena nazionale. Insieme a tutti gli altri ovviamente. Anzi, addirittura ci son stati mesi in cui trasmettevamo alcune di queste interviste sulla nostra defuntissima e inutilissima webradio. In coda a tutto questo, i pezzi più letti di ogni tempo su Outune sono quelli relativi al Festival di Sanremo che escono ovviamente durante la kermesse ligure. Ditemi voi cosa ho capito io della vita e del mondo della musica. Un cazzo. Giusto.
8 – Fuck Pop Music (ma anche no)
Essere credibili anche nello stroncare l’ennesimo album di plastic-pop dei tempo moderni era uno degli obiettivi alla base del progetto. Avercela fatta è già tanto, aver intercettato nomi di caratura mondiale è un altro piccolo successo di cui vado decisamente fiero. Anche se è risaputo che il mio interesse in determinate sonorità, sia pari a quello che può avere per il metal un gabber di Tabboz-Simulator-iana memoria. Ergo un po’ di gnocca: Katy Perry, Kylie Minogue, Mariah Carey, Shakira e Taylorona (quando ancora qui nessuno aveva capito ancora che sarebbe stata l’unica non rnb o simil hip-hop-er capa di tutto in breve tempo). Ma anche roba molto ma molto migliore come Depeche Mode, Duran Duran e (mio malgrado) Bruno Mars, Take That e…ai tempi…Oasis (twice)…
9 – Sbrago in altri campi
Tra il 2008 e il 2011, facevamo talmente tanta roba (cinema anche) che avevamo perso il conto delle cose che pubblicavamo che non c’entravano nulla con la musica. Ci dividevamo tra il promo day degli Hammerfall all’aperitivo con la Bellucci. Tra una cena organizzata per presentare il progetto di Selen DJ, a una colazione romana con Scorsese e Di Caprio. Poi nel tardo pomeriggio si andavano a prendere le copie promo di PES e i controller di Guitar Hero. Che robbosi eravamo.
PS: da Beppe Grillo a Supercar anche…
10 – Personalmente
Lascio in fondo questo breve paragrafo. Non ho mai fatto Outune per beccare musicisti. Ero stato fortunato a sufficienza nel coronare determinati sogni da fan durante la mia esperienza lavorativa precedente o per cazzi miei aspettandoli sotto Rock FM (gloria eterna) o fuori dai concerti. Sicuramente avere intervistato personalmente su queste pagine Steve Harris, oltre a Metallica, Dave Mustaine e Billy Idol è qualcosa di immensamente grande. Oltre a questo, Outune mi ha dato l’opportunità di conoscere dall’interno il mondo della WWE, cosa che mi ha gratificato soprattutto in modo professionale. Per non parlare della soddisfazione di vedere online (anche se per ora parcheggiato alla meglio) un progetto come Musicologia, oltre alla mini-inchiesta di fine anno scorso che, vista la risposta di massa dei colleghi, mi ha davvero gratificato. Infine, aver dato vita a una testata che fattura, aver consegnato il tesserino da giornalista pubblicista a due amici, e aver potuto col lavoro di tutti edificare qualcosa che per alcuni è stato davvero un trampolino di lancio è tanta roba. Tanta.
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