La playlist di cui non c’era affatto bisogno (ma fa niente)

Migliorare. Evoleversi. (ri)Affermarsi. Non volendo necessariamente citare un disco bello bello dei Meshuggah storpiandone inutilmente il titolo, è un po’ quello che ho cercato di fare dal momento in cui Outune ha cessato di esistere. L’avvento di MA e il mio progressivo ed inevitabile allontanamento per dedicarmi ancor più di prima a Onstage, ha reso necessarie scelte drastiche e cambiamenti non più ritardabili. Benchè si viva nell’era dell’incertezza assoluta relativamente a qualsiasi tipo di business (figuriamoci quello del giornalismo musicale) e che nessuna decisione potrebbe potenzialmente essere definitiva, un’abitudine che rimarrà tale e immutabile a prescindere da ciò che il futuro riserverà a tutti noi, è quella delle playlist di fine anno.

Le mie radici sono bene o male rimaste le stesse, così come la predilezione per nuove uscite e derive metalliche di genere considerati di nicchia o poco affini al (minuscolo) mercato italiano rimanente per le sonorità pese. Senza ulteriori pippotti, questo è il mio 2017 in musica, con una cinquantina di pezzi che mi sono decisamente garbati in un anno denso da far paura e, per certi versi inaspettatamente, molto più ricco di soddisfazioni professionali e private come non accadeva da diverso tempo a questa parte. Lo so, Deezer non lo ha praticamente più nessuno (perdonatemi, un minimo di qualità audio me la tengo stretta anche nell’era delle focaccine dell’esselunga) ma niente vieta di cercare band e canzoni su Spotify (o dove più vi aggrada) qualora la curiosità vi assalga per puro caso.

36 Crazyfists – Better To Burn
Sì ci sono ancora. Non solo Killswitch Engage. A differenza loro i ragazzi di successo non ne hanno poi visto tanto. Ma sanno ancora scrivere bei pezzi.

All But One – Square One
Tamarrata per nostalgici di un certo tipo di sound svedese. Pulitissimo però, zero morte qui.

Annihilator – Pieces Of You
Benché Waters non avrebbe mai dovuto separarsi da Padden, questo brano è uno di quelli che ti ricordano perchè gli vuoi comunque un sacco di bene. A Jeff. E anche a Dave ma vabbè.

Arcane Roots – Matter
Questi sono molto interessanti. Anche se il disco prima mi era sicuramente piaciuto di più. Per il resto chiedete qui sopra a Dani e Umbe se ne volete sapere di più. Alternative con derive psichedeliche e ambiente che a volte sbraga e diventa post-hardcore. Funziona.

As Lions – The Suffering
Il figlio di Bruce Dickinson, a cui devo ancora oggi cifre imprecisate per avermi fatto bere la birretta in famiglia col celebre papà in Svizzera enne anni fa, ci crede tantissimo. Sto ritornello mi piace di brutto, per molti sarà spazzatura ma io riciclo sempre volentieri.

August Burns Red – Invisible Enemy
Fuoriclasse assoluti del metalcore senza svolazzi che purtroppo rimarranno “confinati” all’interno del genere per sempre. Peccato perchè meriterebbero ben altri palcoscenici.

Black Country Communion – The Crow
L’ho ascoltato tardi ma che bello ragazzi, che classe sto supergruppo di fenomeni. Spero vengano a fare un concerto vicino a noi quanto prima.

Body Count – Civil War
Onestamente a me non è poi piaciuto così tanto il loro disco di quest’anno, preferivo a sbrega Manslaughter a confronto. Ma questo pezzo è favoloso.

Cannibal Corpse – Red Before Black
Quando fanno i thrashari mi piacciono ancora.

Caparezza – Prisoner 709
Per me è il miglior artista italiano dei Duemila. Ha anche poco successo per quanto ne meriti. Unico nel riuscire a riempire i palazzetti con una qualità della proposta assolutamente esagerata visto il target che lo ascolta.

Cavalera Conspiracy – Excruciating
Sorpresona inaudita. Effetto simile a quando ascoltai Dark Ages nel 2005.

Circa Survive – Rites Of Investiture
Li confondo con i Circa Waves di cui non ho mai ascoltato nulla. E credo di far bene a perseverare.

Comeback Kid – Somewhere, Somehow
Non mi piace molto il refrain ma il resto è su livello parecchio alto. Questi non mollano nulla dopo anni. Meritano rispetto.

Counterparts – Arms Like Teeth
Un altro lavoro solido da parte loro, altra garanzia crescente.

Desolace – Red
Può sembrare banalotta maè una canzone che ci sta per darsi un tono da scopritore di metallate moderne che non ascolterà mai nessuno.

Dying Fetus – Wrong One To Fuck With
Un titolo un programma.

Eidola – Trascendentium pt 1 Zorostrian
I Protest The Hero con un’approccio diverso e parecchio più alternative. Discone tutto.

Endur – Astral
Un’altra scoperta arrivata grazie all’incessante lavoro della persona che mi sopporta. Lo avranno ascoltato in 7 in Italia, ma poco male. Spencer per me sarebbe perfetto per un gruppo alla Maroon 5, che dio comunque ce lo conservi integro nei Periferia il più a lungo possibile.

Eskimo Callboy – MC Thunder
Massacrato, a ragione, da molti, ha dentro un pezzo perfetto per fare il metaltarro (vecchio neologismo da board di anni fa) in tangenziale.

Fire From the Gods – Diversion
Velocità unica via.

Get The Shot – Hellbringer
Hardcore metallizzato serio al top.

Hollywood Undead – California Dreaming
Altro disco indecente con il singolone perfetto.

Hundredth – Neurotic
Non riuscivo a trovare un loro pezzo che mi piacesse nonostante chiunque mi sfracellasse le palle con loro. Alla fine ci son riuscito.

Loathe – It’s Yours
Calati alla distanza, ma questa è una mina totale come opener

Morbid Angel – The Fall Of Idols
Il ritorno che non ti aspetti più. Lontano dai fasti di un tempo sia chiaro, ma onorevole.

My Ticket Home – We All Use
Non gli davo un Euro dalla cover, invece alternative moderno e niente male.

Mycelia – Acardiac
Vedi Desolace.

Nickelback – The Betrayal (act III)
E tutti ridono lo so, ma questo è uno dei loro migliori pezzi di sempre. Tornati dall’aldilà con un buon disco, forse il migliore da quello del 2005.

Nothing More – Fade In / Fade Out
Pezzo immenso, da ascoltare a ripetizione. Loro vincitori assoluti (e a sorpresa) dell’anno hard & heavy.

Novelists – À Travers Le Miroir
Il disco non è su questo livello, ma il pezzo è da top 5 dell’anno.

Oceans Ate Alaska – Covert
Con meno forzature potrebbero davvero diventare enormi. La base c’è ma ora ci vuole il coraggio di scegliere cosa tenere e cosa no.

Overkill – Mean, Green, Killing Machine
Garanzia inaudita. Miglior disco da Ironbound (2010).

Papa Roach – Crooked Teeth
Ritornello da cantare facendo i versi delle anatre top del 2017.

Phinehas – Know Death; Know Forever
Ecco su questi ci puntavo tanto (anche su quelli sotto che però han fatto meno bene). Crescono e convincono anche se se ne sono accorti in pochi. Bravi.

Polaris – The Remedy
Singolo con ritornello pazzesco. Il disco poteva essere meglio ma le potenzialità rimangono ottime.

Power Trip – Executioner’s Tax (Swing Of The Axe)
Vabbè che ve lo dico a fare, pezzo metal dell’anno a pari merito con gli Psykup per me.

Powerman 5000 – Thank God
Umiliato nelle review di mezzo mondo ma a mio avviso niente male. Sto pezzo poi sbraga.

Psykup – The Long Ride Home (Sundown)
Li ritrovo dopo anni malati di mente come prima. Anche i primi due pezzi del disco meritavano la top 50 in ogni caso.

SikTh – The Aura
Loro invece sorprendono ancora rallentando e “costruendo” meno del previsto. Ma rimangono tra le influenze maggiori del genere che hanno praticamente inventato.

Stone Sour – Somebody Stole My Eyes
Il disco non è sto granchè ma questo pezzo, e Fabuless, valgono da sole il prezzo del biglietto.

Suffocation – Return To The Abyss
Sane fucilate. Album poco ispirato nel complesso. Ma questo è un pezzone.

The Bloody Beetroots – Saint Bass City Rockers
Grandissimo Rifo, uno dei pochissimi veri artisti italiani diventati top a livello internazionale senza che nessuno se ne accorgesse in tempo. Respect.

The Minerva Conduct – Appetence
Vedi quei due altri di sopra di cui nemmeno ricordo il nome. Scherzo. Desolace e Mycelia.

The Ongoing Concept – The Print
Mi aspettavo meglio visto il disco prima. Ma rimangono interessanti.

Tigerwine – Double-Edged
Al primo ascolto dicono poco ma se gli date tempo crescerà eccome.

Trivium – The Sin and the Sentence
Disco migliore da migliaia di anni a questa parte. Rispetto anche per loro, obbligato.

Veil Of Maya – Overthrow
Bello anche se troppo Periphery. Forse è per questo che mi piace però.

Voyager – The Fragile Serene
Grandissimo disco prog ignorato dai più.

We Came As Romans – Cold Like War
Unico pezzo decente dell’album.

Zeta – Chemical Zone
Per chiudere con qualcosa che non sia metallazzo ignorante (ma che suona in una band tra le top della nuova era metallara moderna).