Proseguendo la strada verso l’inferno intrapresa consapevolmente e follemente un annetto e mezzo fa seccando tutte le illusioni di gloria costruite prima, siamo arrivati a sette anni di vita. Se tutto va secondo i piani entro fine 2013 Outune sarà drasticamente cambiato. Ancora non si può dire se avrà la stessa linea editoriale, se sarà portato avanti dallo stesso staff e se soprattutto avrà ancora uno staff o direttamente se esisterà. I cambiamenti a volte sono necessari se non indispensabili, un nuovo progetto colossale vedrà la luce entro dicembre 2013 (il nostro testamento online, un’operazione a potenziale economico ridicolo ma attitude proof 101%) e altre strade sono già state (fortunatamente) intraprese da chi dirige e da chi manda avanti questa testata con soldi (dichiarati, fatturati, tassati, non inventati e millantati quando nemmeno hai una partita iva dietro al tuo sito da otto fantomatiche milioni di pagine al mese) e sudore (a proposito, complimenti al Masna che è diventato giornalista pubblicista dopo la collaborazione retribuita con la nostra testata…sì retribuita, con ritenute pagate e ruoli realmente effettivi, non solo scritti su facebook per darsi un tono costruendosi realtà parallele fittizie e lollosissime).
Nessun rancore, nessun rimpianto, solo dopo aver visto il baratro si può lucidamente provare a uscirne o per lo meno trovare soluzioni che potrebbero aiutare a farlo. La stragrande maggioranza ancora non se ne è accorta, ma l’editoria online musicale è praticamente morta (dopo i fasti dei primi duemila e qualcosina che girava fino a un annetto fa). Dovrà necessariamente evolversi sfruttando o il nome e le aziende che sostengono le testate online (quindi massimo 3 o 4 nomi grossi) per adattarsi affiancandosi al nuovo trend dello streaming (e relative società che controllano il giochino), oppure rassegnarsi a rimanere per sempre un luogo per appassionati oltre che un costo da sostenere senza introiti rilevanti. Google ha già mostrato come con un paio di algoritmi cambiati possa disintegrare 10 anni di studi Seo, i centri media stanno direzionando gli investimenti (questi sì in crescita) verso poli ben definiti e progetti non certo indipendenti e poco solidi. Il dado è tratto (da un anno e mezzo appunto), buona fortuna a tutti.
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