Negli anni, a torto o ragione, Adriano Celentano è stato elevato allo stato di guru e ogni sua pubblica uscita viene accolta con giubilo da parte del popolo: ovvio, quindi, che ci sia un grande interesse intorno al suo nuovo progetto discografico e che la Universal abbia accolto gongolando il deal con il Clan del Molleggiato. “Facciamo finta che sia vero” esce il 29 novembre ed è stato presentato davanti alla stampa dalla moglie di Adriano, Claudia Mori, come sempre nascosta dietro un paio di ampi occhiali da sole.
“Si tratta di un disco particolare e sono un po’ agitata”, ammette la Mori nel parlare del disco. Anche se poi, in realtà, di dettagli non ne svelerà più di tanti nel corso della conferenza stampa, lasciando piuttosto parlare le nove canzoni che compongono “Facciamo finta che sia vero”. “Si tratta di una sorta di pamphlet di Adriano, di un vero e proprio grido di rabbia”, prosegue a raccontare. Ma quando si tratta di fornire dettagli sulle prossime mosse del marito, è sempre molto prudente: “Sicuramente farà della promozione televisiva, anche se non mi ha voluto dire niente, il che in effetti mi preoccupa un po’. Forse andrà da Santoro. Da Fiorello no. Fazio? Chi può dirlo… in realtà potrebbe andare ovunque, magari io vi ho detto di no ma poi da Fiorello ci va”. Idem per quanto riguarda un eventuale tour: “In effetti potrebbero esserci delle date dal vivo. Ma non posso assicurarvelo”.
Quindi, risulta forse più utile accogliere il suo suggerimento e lasciare che sia il disco stesso a parlare: “Facciamo finta che sia vero” è un album conciso, essenziale, in cui ritroviamo sia pezzi di stampo più tradizionale, sia sane sperimentazioni che portano Adrianone verso nuovi orizzonti. E in questo lo aiutano molto le collaborazioni di spicco. L’influenza si sente particolarmente in “Non so più cosa fare”, brano la cui musica è stata scritta da Manu Chao e a cui prestano la voce il Maestro Franco Battiato e Lorenzo Jovanotti. A tratti assomiglia a uno dei tanti pezzi dei tanti dischi di Manu Chao, ma il fatto che sia cantato da Celentano gli conferisce un innegabile valore aggiunto. Sono proprio questi episodi, dove il Molleggiato si lascia prendere per mano e portare a passeggio, quelli più riusciti: ricordiamo quindi anche “La cumbia di chi cambia”, scritta da Jovanotti, così come la title track, le cui musiche sono state scritte dal compositore premio Oscar Nicola Piovani con testo di Battiato. Partecipano alla festa anche Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Trilok Gurtu e Raphael Gualazzi. Forse, però, il brano più esemplificativo del disco è proprio l’unico scritto interamente da Celentano, ovvero il conclusivo “Il mutuo”, che nonostante il mood cupo è costruito su un ritmo sostenuto che evita il rischio della pesantezza. Pesantezza, sì, perché nemmeno troppo tra le righe i temi trattati sono seri, tra politica, società, ambiente e scenari di (salvifica?) apocalisse per il Bel Paese. Il Molleggiato è tornato, e difficilmente potrà passare inosservato.
Marco Agustoni