Gli Amor Fou nascono nel 2006 a Milano, città che nel bene e forse soprattutto nel male dà linfa al progetto (“Molte volte ci siamo chiesti se non fosse meglio far musica in altre parti d’Italia, ma Milano è un punto di osservazione privilegiato”), dall’incontro tra l’ex cantante de I Giardini di Mirò Alessandro Raina e Leziero Rescigno, batterista dei La Crus, con Cesare Malfatti e Luca Saporiti.
Dopo l’esordio Le stagioni del cannibale, la band subisce alcuni cambi di formazione e ai primi due si vanno aggiungendo ora Giuliano Dottori al basso e Paolo Perego al basso. Dopo un lungo lavoro di ricerca e l’EP Filemone e Bauci, arriva ora il secondo album degli Amor Fou, intitolato I moralisti, in uscita il 4 maggio.
Si tratta, è subito evidente, di un concept album: i moralisti del titolo sono infatti una galleria di personaggi che gli Amor Fou ci raccontano con le loro canzoni. “Ognuno di questi personaggi si differenzia dalla società per una serie di scelte di vita” mi spiega Alessandro, “ognuno di loro è un’occasione per riflettere sulla città in cui viviamo, che per noi è in crisi. Oggi non si vedono molte vite improntate a un valore o un principio”. La forma-canzone, che in questo disco emerge in primo piano grazie a una sobrietà di suoni che lascia il messaggio in primo piano, è quindi funzionale all’indagine della società. “Negli ultimi anni abbiamo avuto ottimi esempi di canzone d’autore” prosegue Raina, “ma sempre autoriferita”. Per gli Amor Fou, invece, il musicista e cantautore deve guardare alla realtà che lo circonda e riflettervi.
Da De Pedis a Peccatori in blue jeans, passando per la title track conclusiva, tutto l’album è suonato con strumenti analogici – chitarra, basso, batteria e poco più -, al contrario di Le stagioni del cannibale, in cui gli Amor Fou si servivano dell’elettronica per creare le loro atmosfere. Il risultato è un disco magari non facile, da ascoltare più volte per coglierne appieno il significato, ma profondo e raffinato.
http://www.myspace.com/amorfou
Marco Agustoni