Gli Arcade Fire stanno diventando sempre più grandi. Sono una delle band maggiormente di successo degli ultimi anni, e pare non abbiano intenzione di fermarsi. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Will Butler a Milano, poco prima del loro concerto all’Arena. “Sono contentissimo di essere ancora in Italia, siamo venuti sempre d’estate e la gente era sempre fuori di testa, ci siamo divertiti sempre e comunque. Non abbiamo ancora fatto un tour esteso che ci permettesse di guadagnare una fanbase importante qui e speriamo di farcela in futuro, è un paese che vogliamo conquistare sempre di più!”
The Suburbs è stato disco dell’anno per molti media specializzati, o per lo meno uno dei più importanti secondo la maggioranza, quali sono le differenze coi due album precedenti? “Suburbs ha richiesto un anno per essere registrato, in questo è uguale agli altri due, su Suburbs abbiamo avuto probabilmente più pazienza per limare bene tutti i dettagli, cosa che non avevamo avuto su Funeral ad esempio. E’ venuto talmente bene che abbiamo fatto uscire la ristampa deluxe (risate, ndr) che contiene due inediti e anche un breve film realizzato da Spike Jonze! Se Suburbs è un disco più rock and roll? Sì ha ragione Richard a sostenerlo, anche se io vedo più differenze interne alle canzoni. C’è più un’anima da “Neil Young rock and roll” più che un rock grezzo. Penso che noi suoniamo rock and roll, i Beatles suonavano rock and roll, non mi piace essere super specifico sulle categorie, dico che noi suoniamo rnr e abbiamo anche lo spirito del punk rock, non il sound, ma lo spirito c’è in noi, specialmente quando registriamo un disco. Non siamo una punk band ma un po’ dello spirito c’è di sicuro, non mi preoccupo nemmeno di cosa possa voler dire suonare rnr al giorno d’oggi…”
Che effetto fa vincere un Grammy? “Vincere un Grammy…mai nella vita avrei creduto di vincerlo, ma nemmeno lo avevo mai pensato o addirittura nemmeno credevo potessimo mai essere nominati. Pensavo nel 2010 di poter vincere un alternative Grammy quello sì, invece Grammy come “best album 2010”…pazzesco, è stata una sorpresa incredibile già essere nominati, figurati vincerlo. Siamo stati fortunati e credo nessuno della band penso si immaginasse agli inizi di arrivare a questo punto. Pensa che quando avevo 16 anni uscì “Ok Computer”, quel disco pesò molto sulla mia vita e sulla mia formazione artistica. Mi ha spaccato la vita effettivamente, mi indusse a diventare musicista, a capire che dovevo suonare per sentirmi vivo, realizzato. Per me sarebbe il massimo avere un impatto artistico sulla gente, riuscire a lasciare almeno una sola canzone degli Arcade Fire nell’immaginario collettivo a lungo, che possa un domani colpire un ascoltatore tanto quanto rimasi impressionato io all’epoca. Certo, ci vogliono decenni, vorrebbe dire fare qualcosa di importantissimo…”