“Sarà un Sanremo bellissimo, perché il cast è fantastico, c’è un sacco di gente che ha fatto della musica la sua ragione di vita e che coglie le occasioni di riunione per divertirsi”. Si riempie di entusiasmo Arisa alla sola idea di tornare sul palco dell’Ariston, da cui spiccò il volo nel 2009, quando con “Sincerità” si aggiudicò la vittoria nella categoria Giovani Proposte. Un palco sul quale Rosalba Pippa è sempre tornata con gran piacere: come cantante nel 2010 assieme alle Sorelle Marinetti con “Malamorenò”, nel 2012 col brano “La Notte”, qualificatosi al secondo posto e nel 2014 con quella “Controvento”, che le regalò la vittoria, ma anche come valletta al fianco di Carlo Conti nella scorsa edizione.
Rientrata nei suoi panni di interprete, Arisa si ripresenterà quest’anno con “Guardando il cielo”, canzone che è anche una preghiera, scritta per lei dal fidatissimo Giuseppe Anastasi. “Mi aspetto di divertirmi e di fare arrivare questa canzone, che è la ragione per cui torno a Sanremo, a più gente possibile. È una canzone che aspettavo da tempo di cantare e ora è arrivato il momento, perché in questi due anni ho avuto modo di testarla sulla mia vita e non nascondo che mi ha dato anche tanta forza”, racconta Arisa, che nella serata delle cover riproporrà “Cuore”, versione italiana resa famosa da Rita Pavone di “Heart (I Hear Your Beat) di Phil Spector, inclusa anche nel disco: “Ho sempre trovato questa canzone molto moderna, eterna. Poi io ho un rapporto col mio cuore abbastanza colloquiale ed esclusivo, parlo spesso da sola e prima mi sentivo matta per questo, poi ho letto “Manuale del guerriero della luce” di Coelho e mi sono resa conto che anche io potevo ammettere questa mia debolezza. In effetti se lo ascoltiamo bene il nostro cuore ci parla, attraverso il suo battito ci fa capire come ci troviamo nelle diverse situazioni. Mi viene in mente un libro molto bello “Donne che corrono coi lupi”, che dice che noi donne ci siamo fatte crescere i capelli per nascondere le nostre emozioni, perché il mondo ci vuole basici, quindi è diventato sempre più difficile riuscire a tradurre le nostre sensazioni, ma il cuore non mente, la sua pulsazione ci dice quello che succede”.
“Guardando il cielo”, brano da cui prende il titolo anche il disco in uscita il 12 febbraio, Arisa ha proseguito il suo percorso di crescita, fino a sentirsi libera: “Oggi mi dispero meno, vedo i problemi più piccoli, perché ho imparato a guardare il cielo. Quando guardi il cielo la tua taglia si normalizza e ti rendi conto che sei piccolo in un’entità incommensurabile e che quindi i tuoi problemi si possono superare e che, anzi, probabilmente sono un dono per capire altro. Ci vuole molta forza, ma si può fare. Nel 2013 ho fatto una lunga vacanza in Basilicata e mi sono resa conto di quanto la natura e il cielo mi rasserenassero, ancora adesso se sono troppo affollata nei pensieri tiro su lo sguardo e mi sembra di trovare la strada. È importante affidarsi alla propria spiritualità, altrimenti non avremmo avuto dalla notte dei tempi il bisogno di creare delle statue per adorarle. Credere in qualcosa di questi tempi è molto importante”. E il suo disco “è tutto costruito sulla fiducia”, nel futuro, nelle persone e nell’amore, come racconta “Fidati di me”, brano dall’arrangiamento “ispirato all’oriente, dato che mi affascinano molto tutte le culture orientali. Nella canzone è una geisha a parlare, una donna innamorata, che già dona tutto di sé al suo amato, ma che per varcare la soglia del suo cuore procede a piccoli passi chiedendo fiducia, perché il loro sarà un grande amore”.
Ah, l’amour, “è la cosa che serve di più nella vita”, osserva Arisa. “Sì, i soldi aiutano a vivere meglio, ma l’amore se non ce l’hai è una cosa brutta. Non parlo solo dell’amore tra un uomo e una donna, ma anche di quello della famiglia, quando la mattina senti tuo padre o tua madre che sono dalla tua parte col cuore, la giornata cambia, quando senti tua sorella che ti dice: “Ciao amore, ci vediamo dopo”, la vita cambia”. Proprio ai suoi genitori e “a quegli amori che nascono con te e con te rimangono per sempre, anche oltre la vita”, tra cui quello per la sua terra, la Basilicata, è dedicata “L’amore della mia vita”, mentre in “Gaia” ritorna il tema della cura per la Madre Terra: “Negli ultimi tempi sono stata molto toccata dalla cattiva gestione che facciamo dell’ambiente, soprattutto da quando hanno scoperto che in Basilicata c’è il petrolio. Ci sono stati dei periodi, nella mia regione, in cui la gente non aveva acqua in casa perché dai rubinetti usciva la terra. Poi basta pensare all’alto tasso di incidenza tumorale, che in Basilicata è di un malato e mezzo per ogni casa, per capire che quello che ci sta sfuggendo è la consapevolezza che la terra si rigenera, è grande, ha moltissime risorse, ma siamo noi che viviamo male il nostro dono, che ci si ritorce contro se non lo trattiamo bene”. “Per vivere ancora”, invece, è una vera e propria dichiarazione d’amore condotta sul filo di una romantica fisarmonica dal sapore parigino: “Io sono così, non so vivere senza amore, sono innamorata dell’amore. Per me il fine della vita è creare altra vita, che sia un figlio o un percorso condiviso”. Talvolta però le cose non vanno esattamente come vorremmo e c’è bisogno di pezzi amari, ma pieni di coraggio come “Lascerò”, firmata da Stefano Galafate e Giuseppe Anastasi, un altro di quei brani che Arisa ha tenuto a lungo nel cassetto: “Era arrivato il momento di cantare questa canzone. Per me la fine di un amore può essere un’opportunità, come dicono i cinesi, la fine di qualcosa è anche un’opportunità. Però avevo bisogno che nella mia vita accadessero delle cose che mi facessero sputare fuori tutto quello che volevo e dovevo dire”.
C’è anche qualche novità in quest’album, che tra il resto contiene un brano, “Come fosse ieri”, in cui Arisa si è cimentata nella scrittura del testo su una base di Don Joe dei Club Dogo e armonia di Federica Abbate. Sempre in ambito Dogo è nata la scintilla che ha portato alla realizzazione di “Una notte ancora”, scritta a quattro mani assieme a Andy Ferrara: “Frequentando i Club Dogo, che sono stati una meravigliosa scoperta per me, perché sono proprio come li vedi, ho iniziato a bazzicare lo studio di Don Joe. Lì ho incontrato Andy, che mi ha chiesto di sentire le sue cose e tra tutte quelle che ho ascoltato, appena ho sentito questo pezzo mi è venuto “Se ogni giorno ed ogni sera/Non mi lascerai mai sola”. Quindi, si, ho un pezzo dance!”.
Insomma, “Guardando il cielo” è un album con cui Arisa, tramite la leggerezza che da sempre caratterizza i modi della sua musica, intende far sentire la sua “Voce” (non a caso così s’intitola l’opening track del disco), fare arrivare alla gente un messaggio, “essere testimone di un vissuto, che possa arricchire anche la vita degli altri. È vero, molti pensano che l’arte non possa cambiare il mondo, invece io sono convinta che sia l’unico mezzo per cambiare il mondo. Io ci credo!”.