4 settembre 2008
Gli Arsenico nascono in una Torino e in un periodo caratterizzati dalle lotte sindacali, dalla rabbia, dal disagio politico e sociale, che si riflette poi nella loro musica. Nascono tra i banchi di scuola, lì i suoi componenti si sono conosciuti e hanno cominciato quest’avventura, trasformatasi poi in qualcosa di sempre più grande.
Fabio, Roberto, Daniele e Marco hanno fatto la classica gavetta nei locali, nei centri sociali..hanno suonato per la passione, per la musica e per la gente. I loro suoni nascono dal punk nudo e crudo ma via, via evolvono con note più articolate, che vanno dal metal al pop e, ovviamente, all’hardcore. Il loro album che li farà conoscere al grande pubblico uscirà il 26 settembre e s’intitola “Esistono distanze”. Contiene dieci inediti e due cover: “Fegato spappolato” di Vasco Rossi (bellissima rivisitazione, tra l’altro) e “Ti ho visto in piazza” dei Truzzi Broders.
Sono quattro ragazzi decisamente promettenti, semplici e con tanta voglia di suonare. Noi li abbiamo incontrati per farveli scoprire e durante l’intervista tra le battute e la loro simpatia, ne è uscito anche qualcosa di serio:
Con la pubblicazione del vostro nuovo album “Esistono distanze”, il 26 settembre, verrete catapultati in una realtà vastissima: interviste, impegni vari.. Come vi sentite?
Siamo tranquilli, era quello che volevamo. E’ vero, ci sarà un approccio più professionale ma non lo consideriamo assolutamente un lavoro, è un divertimento, quando ti piace fare qualcosa non avverti il peso delle responsabilità, c’è solo il piacere. Inoltre, veniamo dalla realtà dei centri sociali, di una Torino ben precisa..ci siamo trovati nella situazione di provarci e abbiam deciso di farlo, facendo delle scelte di vita tali da consentirlo.
Temete che possiate subire pressioni da parte delle case discografiche, per magari cambiare qualcosa di voi o rendervi più “commerciali”?
Abbiamo molta incoscienza ma siamo consapevoli del fatto che siamo stati scelti per ciò che siamo. Abbiamo la nostra integrità e lavoriamo su questa. Sicuramente siamo anche fortunati perchè con la Metatron abbiamo libertà. Nessun timore, quindi e comunque andremo sempre avanti per la nostra strada, con le nostre idee..che poi sono quelle per cui ci hanno notato.
In passato avete fatto dei tour all’estero, come mai questa scelta, prima che in Italia?
Perché c’era la possibilità di farlo, soprattutto in Germania dove la scena hardcore è molto conosciuta. Ma adesso abbiamo scritto testi in italiano perchè vogliamo rivolgerci al nostro pubblico.
Ci incuriosiva la scelta di fare una cover di “Fegato spappolato” di Vasco Rossi, com’è nata quest’idea?
L’abbiamo fatta perché è molto hardcore. Ci piace Vasco, soprattutto quello degli inizi. Avevamo già in mente di farla ma questo pezzo ha visto la luce spontaneamente, durante una sessione di prove. Abbiamo finito di suonarlo e già era pronto per essere registrato. E’ venuto molto naturale.
C’è un alone di mistero intorno al nome Arsenico..Come lo avete scelto?
Quasi ci siamo dimenticati il vero motivo per cui abbiamo scelto questo nome!!!No, scherziamo..Abbiamo passato 12 anni assieme, ci siamo conosciuti sui banchi di scuola…è nato tutto lì, volevamo un nome pungente, che si ricordasse. Che fosse affine alla nostra musica..velenoso e pungente come i nostri suoni che però non fanno male..un Arsenico che si può prendere a quantità industriali ma che, comunque, ti arriva pungente.
Siamo un gruppo vero, non costruito, e forse è ciò che ci rende velenosi (in senso buono): ci distinguiamo dalla tendenza degli ultimi anni di gruppi costruiti a tavolino.
Ho visto che avete un Myspace, come vi ponete nei confronti della Rete?Mi spiego: è un punto di forza per quanto riguarda la comunicazione e la capacità di farsi conoscere, ma è anche deleterio per chi fa il vostro mestiere perché da Internet si scarica illegalmente tanta musica..
Oggi come oggi speriamo che ci siano persone che scarichino la nostra musica perché questo significa, il più delle volte, vederle poi ai nostri concerti. Internet è il mezzo con cui si scopre nuova musica, poi si diventa fan e si acquistano i cd, che sono molto personali, sono preziosi. Noi contiamo tantissimo sul live e sul lavoro in studio. Per noi il live è come una gita, a volte può essere faticoso ma lo facciamo sempre col sorriso sulle labbra e divertendoci davvero tanto.
Come nascono i vostri pezzi?
E’ un lavoro di gruppo, nascono da tutti noi insieme, non c’è più uno o l’altro, ci siamo noi.
Per ogni pezzo ragioniamo col cuore, ogni traccia è un frammento di vita, un’emozione, una parte di noi e sono comunque tutti nati molto spontaneamente.
Quali sono gli artisti a cui vi ispirate?C’è stato un gruppo che vi ha fatto capire che la vostra strada era questa?
No, nel senso che ognuno di noi ha un suo background musicale, proveniamo da vari ascolti. E poi arriviamo da Torino, che sulla scena musicale è importantissima dato che da sempre lancia nuovi generi, nuovi gruppi. A Torino si trovano solo capostipiti, ecco perchè non c’è punto di riferimento ma realtà vere e proprie.
OK, l’intervista è finita. Grazie ragazzi, ci vedremo sicuramente al vostro prossimo Live e, come noi, speriamo vadano tanti appassionati di Hardcore, perché questa band ha energia da vendere e, soprattutto, è tra le poche che crede nelle sue idee, vi rimane fedele senza vendersi e ci regalerà della musica fatta con passione.
Valeria Marchese, Claudia Falz