Una rivelazione questo gruppo italiano, ecco cosa c’hanno raccontato del loro nuovo disco Soldiers And Faith.
18 dicembre 2008
“Soldiers and faith” è probabilmente uno dei più nuovi ed interessanti lavori che questo 2008 ci abbia regalato, a voi cos’è piaciuto, invece, del panorama italiano?
Grazie! Seguo poco la scena italiana, se non per l’esperienza che acquisisco e maturo direttamente di giorno in giorno attraverso le band della mia label (ndr. Seahorse).Ci sono cose interessanti ma niente che attragga profondamente la mia attenzione. Apprezzo però da tempo ad esempio i dischi dei Perturbazione.
Vi sentite parte di una scena o credete anche voi che la scena non esista più ormai da anni?
Ricollegata alla risposta precedente, per motivi strettamente artistici, non ci sentiamo parte di una scena pur affermando che dalla Campania per esempio stanno venendo fuori delle realtà che stimiamo molto come gli El-Ghor ed A Toys Orchestra sebbene per motivi diciamo generazionali, non possiamo parlare di scena…ma di simili inclinazioni e di forte stima.
In “Soldiers and faith” si sentono numerosi echi di new wave, oltre che rimandi al nick cave del periodo di “Let love in”: quali sono gli artisti dai quali voi vi sentite più influenzati?
Ascoltiamo generi attigui al nome che hai citato; …dal folk alla wave… ma tra gli ascolti di tutti e quattro c’è sicuramente Nick Cave ma anche tanto shoegaze e wave delle origini.
Spesso e volentieri trattate i vostri strumenti con un riguardo e una ricercatezza quasi cameristici, quanto pesa la formazione classica di alcuni dei musicisti che collaborano con voi, in questo senso?
Molto! ma ha sicuramente molto peso la sensibilità da loro regalata al servizio della musica dei BCO.
Fabio Centurione e Valentina Cidda per esempio sono dei musicisti classico-moderni ed hanno entrambi progetti sia legati alla ricerca che alle contaminazioni pop/rock.
I vostri testi sono senza dubbio fra i più interessanti del panorama italiano, non vi sembra che, scegliendo l’inglese, rischiate di alienarvi una consistente fetta di pubblico, più che acquistare credibilità e risonanza a livello internazionale?
Sono d’accordo…ed allo stesso tempo, imbarazza che la lingua possa ancora far differenza di audience…ad ogni modo, ci attrezzeremo, se serve…al momento giusto…
Francesca Stella Riva