Calibro 35: Enrico Gabrielli ci parla delle loro imprese

Abbiamo avuto la possibilità di sapere qualcosa in più riguardo al progetto Calibro 35, band già di culto dopo appena due dischi. Enrico Gabrielli, polistrumentista e fra i fondatori del gruppo, noto anche per la sua collaborazione con Vinicio Capossela, ci ha illustrato la loro genesi e il loro approccio con la musica. 

Come nasce il progetto Calibro 35?
Da un’illuminazione di Tommaso Colliva, il fonico produttore della band, durante il SXSW di Austin in Texas nel 2007. Essendo già lui un appassionato di musica di genere e un profondo conoscitore di quel sound ha raccattato, tornato in Italia, un po’ di amici/collaboratori per realizzare un semplice cd. Il primo disco omonimo. Dallo studio al palco ci abbiamo messo poco tempo: luglio 2007 periodo di inizio in studio, gennaio 2008 periodo di inizio delle attività live.

Portare ai giorni nostri brani degli anni Sessanta e Settanta penso sia una cosa che richieda un lavoro notevole in sede di riarrangiamento dei brani. Qual è l’approccio dei Calibro 35 di fronte a tutto ciò?
Quello di un duro e puro divertimento artigianale. Tutti noi abbiamo un alto tasso di predisposizione al “presto pronto e subito”. Come accadeva anni fa, quando spesso si realizzavano 5 colonne sonore in un solo pomeriggio di registrazione. Spesso all’insaputa degli stessi musicisti.

E’ più difficile il dover riarrangiare canzoni edite o il dover scrivere da zero brani inediti, ma che comunque devono adattarsi al vostro repertorio di cover?
Il termine cover non è esatto: noi ci sentiamo più di chiamarli brani storici, come i jazzisti chiamano standard (e non cover) le songs entrate a far parte del repertorio di un normale improvvisatore. Brani nostri e brani storici sono talmente parenti, come attitudine, che spesso non sappiamo nemmeno noi cosa sia più facile fare. Diciamo che non abbiamo la minima paura del foglio bianco.

L’aver iniziato a proporre dei brani inediti è nato dal normale corso delle cose o è la diretta conseguenza dell’aver giocato le “cartucce” più importanti già in due release? A quando un disco di soli inediti?
Abbiamo realizzato un intero documentario per un regista americano e la colonna sonora di un film italiano di probabile prossima uscita. E questo è, ovviamente, tutto materiale originale. Prima o poi verranno pubblicati dei cd che conterranno tutto e solo questo.

Uno degli inediti presenti sul vostro ultimo disco verrà utilizzato come colonna sonora di un documentario statunitense, “Eurocrime”. Come è nata questa collaborazione?
Siamo stati contattati da Mike Malloy, un giovane cineasta americano, profondo conoscitore dell’action movies europeo. E’ un documentario pieno di interviste ai protagonisti originali (quelli vivi, per lo meno) e molto improntato sullo stunting. Per lui, probabilmente, eravamo l’unica realtà adatta a fornire un buon soundtrack. E ci siamo molto divertiti.

Leggevo che nei vostri primi concerti vi è capitato di aver fatto un concerto dopo la proiezione di “Milano Calibro 9”. E’ e resterà un’esperienza circoscritta o vi piacerebbe, in futuro, agganciare ai vostri live la proiezione di uno o più film, magari creando eventi ad hoc?
Abbiamo fatto spesso concerti con visuals, e presto ne faremo di nuovo. Sicuramente questa estate musicheremo dal vivo la proiezione dell’intero “Milano Odia” ispirandoci alle musiche originali di Morricone e lavorando anche di trasfigurazione. Probabilmente con un organico leggermente allargato.

E a quando una collaborazione con i Fantomas, che in passato fecero un esperimento simile, con “Director’s Cut”?
Quando i Fantomas avranno modo, voglia, possibilità  e soprattutto interesse a contattarci. Ovviamente…

Per chiudere…il vostro poliziottesco preferito? E l’attore e il regista simbolo di questo capitolo del cinema italiano?
Siamo tutti piuttosto concordi nel dire che “Milano Calibro 9” di Fernando di Leo è il miglior noir italiano di sempre. E che Tomas Millian è il più grande cattivo mai esistito nel cinema a mano armata: Giulio Sacchi in “Milano Odia”. Mai incontrarlo per strada, uno così.

Nicola Lucchetta

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