Abbiamo fatto nuovamente quattro chiacchiere con Caparezza, artista che non smette mai di stupire anche con i suoi video ricercati e innovativi.
29 gennaio 2009
A tale proposito date un occhio al dietro le quinte del video “Abiura Di Me”, una delle espressioni visive migliori mai realizzati dall’artista pugliese.
“Riguardo al video di “Abiura di me” posso dirti che conoscevo già i Bonsai Ninja, sono dei ragazzi bravissimi, sono andato a colpo sicuro! Mi sono affidato completamente a loro dandogli uno dei miei pezzi preferiti, se non il mio preferito, del nuovo disco. Avevo delle idee, ne abbiamo parlato, abbiamo unito i due mondi e siamo riusciti a tirar fuori questo video ispirato a Tron, che fu all’epoca uno dei primi esperimenti di realtà virtuale. La scelta di creare una clip simile, particolare e ricercata è in linea con la canzone: per me l’arte è una necessità primaria, il contenuto delle cose è un modo in cui si può tentare di fare arte, ma allo stesso tempo non è il contenuto che fa l’arte, l’arte è un’esigenza a prescindere dal contenuto…insomma questo detto da me è un’abiura, ovvero vado contro a come vengo concepito cercando di passare oltre al modo in cui sono visto, ritratto in qualche modo me stesso nei confronti di chi mi osserva. Ecco era impossibile creare un video ‘normale’ quando alla base c’è un concetto così incasinato…”
“So che in molti mi vedono come lo Zappa italiano, come il Grillo della musica e via dicendo, io personalmente non mi riconosco nell’essere il pincopallo di qualcosa: in Italia devi sempre essere, per forza, simile a qualcun altro, non puoi avere una tua personalità o una tua identità. Se affronto temi spinosi o grandi argomenti ecco subito mi paragonano a Grillo perché magari ne dico di ogni contro le grandi opere o contro la società. Stimo molto Beppe Grillo ma non ho la sua esperienza, lui ha sentito la necessità di passare ‘al livello successivo’ appunto, ma ha alle spalle anni di lavoro, io mi limito a scrivere dei pezzi e non mi passerà mai nella testa l’idea di allargare il cerchio come ha fatto lui.”
“Io parto da un dogma o da qualcosa che è dato per scontato e cerco di disgregare queste certezze. Non sono il tipo di persona che attacca frontalmente, non cito mai nelle mie canzoni quei personaggi o quelle istituzioni che critico. Ad esempio in “Inno Verdano” non ho mai nominato la Lega Nord o Bossi, preferisco fare le cose alla mia maniera e suscitare reazioni anche negative, purché non si arrivi a strumentalizzare i miei pezzi per altri scopi. Ho avuto dei problemi con “Vieni A Ballare In Puglia”, il testo è molto critico verso chi rovina una regione, non è un semplice gettare fango verso quella che è la mia terra, ma è molto più facile orientare le cose nella direzione che si preferisce anziché affrontarle per quello che sono.”
“Sento molto la mia appartenenza sociale a Molfetta e alla Puglia, sento e vedo sotto i miei occhi un sacco di paradossi e da lì partono le mie canzoni. Esempio stupido: se una persona vive in una metropoli e si fa una lampada è una persona normale; se uno vive in un posto dove c’è il sole sempre e si fa una lampada non è considerato tanto normale. Allo stesso modo qui dove l’economia è precaria, il lavoro non c’è, si devono fare dei debiti per sposarsi, per far vedere quanto si è grossi anche se si hanno a malapena i soldi per mangiare. Io mi cibo di paradossi come questo per raccontare le troppe cose che non vanno in questo paese. Sai cosa mi dicono? Vattene via, cambia aria. Ma io sono già trasferito, vivo in una bolla mia che collima con il mio paese, cerco di estraniarmi e di trasformare in modo positivo tutto, questo bene o male è quanto cerco di fare per superare tutte le assurdità che vedo ogni giorno.”
“Con chi farei una collaborazione attualmente? Con “Vieni a ballare in Puglia” ho duettato con Albano, ma io di duetti ne ho fatti molti, i miei featuring non ci starebbero dentro Wikipedia se li scrivessimo! Sono molto attratto da Capossela, mi affascina la sua teatralità ed è uno dei pochi artisti che pensa a fare uno spettacolo e non solo un concerto; Elio e le Storie Tese è uno dei gruppi più influenti per la mia crescita artistica, loro sono stati tra i primi a proporre musica in un certo modo e ad affrontare certe tematiche con una preparazione tecnica eccellente. Un altro ascolto influente è stato Frankie Hi-Nrg, anzi con lui al Club Tenco di recente abbiamo improvvisato un gran bel duetto…Seguo anche molto le realtà pugliesi, quando sono a casa cerco di andare a più concerti possibili e di aggiornarmi sui nuovi gruppi, su quelli che sperimentano cose nuove…”
“La sperimentazione di Bonobo Power è stata divertente. Il disco è fondamentalmente un viaggione nella storia, dalla rivoluzione culturale del ’68 ai giorni nostri; l’album è attraversato da due personaggi, un sessantottino hippie e un lavoratore precario attuale. Non c’era un lieto fine nel disco, anche perché io personalmente li odio, ma volevo chiudere la storia per lo meno con una soluzione o comunque una via di fuga. Nello stesso tempo avevo da poco concluso una ricerca sulle scimmie Bonobo appunto, che sono animali che tra le altre cose hanno imparato a convivere senza violenza. Danno al sesso un’importanza relativa, lo praticano ma lo vedono come un rito spontaneo e non sacro insomma, e facendo così riescono a sedare la violenza e le diatribe. Ecco quindi dove sta la loro potenza, mi auguro quindi a fine album che si torni un po’ a essere come le scimmie di una volta, un modo di salvarsi da un mondo che è sempre più segnato dalla sete di potere e dalla necessità del guadagno a tutti i costi.”