“Ma che venue meravigliosa, grazie per avermi dato l’opportunità di essere qui oggi”. Conchita Wurst, il cui nome di battesimo è Tom Neuwirth, saluta così la Sala Reale della Stazione Centrale di Milano gremita di giornalisti accorsi per la presentazione del suo album di debutto “Conchita”, uscito il 19 maggio.
“Sin da piccola sapevo che sarei diventata una cantante. Adoravo Shirley Bassey e cantavo insieme a lei sulle note di “Goldfinger”, imitavo la sua voce: prendevo lezioni di canto che lei non sapeva neanche di darmi”. La determinazione e l’immenso amore per la musica hanno conquistato i giudici dell’Eurovision Song Contest 2014 e, con il brano “Rise Like a Phoenix”, l’artista ha ottenuto la vittoria.
“Questo disco è coloratissimo e ha mille sfaccettature. Non è stato affatto semplice scegliere i brani da includere, me ne sono stati proposti tantissimi ma io sono molto esigente: la prima cosa che mi colpisce è di solito la melodia, poi rivolgo l’attenzione al testo. Non importa chi l’abbia scritta, se riesco a ritrovare una parte di me in quella canzone allora me ne innamoro. È importante motivare l’ascoltatore a credere in se stesso, ma non è l’unico messaggio presente nell’album. Sono stata un po’ egoista e ho pensato a divertirmi, così ci ho messo dentro anche qualche cuore spezzato”, confessa Conchita, che si è mostrata alla stampa in un outfit essenziale: camicetta bianca e jeans a zampa.
“Quello che più conta per me sono l’autenticità e la felicità. Ecco, essere felice è l’unico obiettivo che mi pongo ogni giorno. Per questo non mi prendo mai troppo sul serio, ho queste due vite, se così possiamo definirle: da un lato c’è Conchita con la sua parrucca, le sue ciglia finte e il suo trucco, e il suo meraviglioso mondo della musica e della moda; dall’altro c’è Tom nella sua semplicità, che prende i mezzi pubblici e va a far la spesa come tutte le persone normali, e nessuno lo riconosce”.
E se un album non fosse abbastanza, la cantante ha inoltre raccontato la sua storia nel libro “Io Conchita. La mia storia”, pubblicato il 15 maggio. “Non era nelle mie intenzioni, ad esser sincera. Credevo di essere troppo giovane per scrivere le mie memorie, poi ho cambiato idea. Mi piacciono tantissimo i libri con le foto, quindi ho pensato di fare un libro che io stessa avrei comprato. Il processo di scrittura è stato quasi come una terapia, ho superato molte difficoltà e ho scoperto nuovi lati di me che non sapevo esistessero”.
Conchità avrà l’opportunità di portare il suo messaggio e la sua musica in giro per il mondo, nei paesi che toccherà per la promozione dei suoi lavori, “però non c’è nessun tour mondiale in programma, non sono Madonna e non so quanta gente verrebbe a vedermi”, conclude ridendo.