Nel corso di un memorabile concerto, i Cypress Hill hanno incendiato Milano calcando il palco dell’Arena Civica in una serata che ha visto protagonisti anche Public Enemy e House of Pain. Ma il gruppo hip hop californiano non si sta limitando a portare scompiglio nelle principali venues d’Europa e del mondo, perché è già al lavoro su un nuovo progetto, che porterà la band a esplorare nuove sonorità. Ne abbiamo parlato con uno dei due mc, Sen Dog.
Non siete solo in tour, ma state anche lavorando a nuovo materiale, non è vero?
Proprio così. Siamo impegnati in un progetto che ci porterà verso sonorità differenti a quelle che utilizziamo di solito nei nostri album, per quanto siamo sempre stati portati a esplorare generi musicali differenti. Stiamo lavorando col dj dubstep inglese Rusco e ne verrà fuori un EP. Per ora sono molto soddisfatto dei risultati.
Come hai detto tu stesso, vi siete sempre cimentati con suoni differenti…
Sì, c’è sempre stato molto rock nei nostri album e questo lo si sente anche quando suoniamo dal vivo. Ma non solo: siamo aperti a qualsiasi influenza. Non per niente i gruppi che consideriamo più importanti sono quelli che hanno mescolato l’hip hop con altri generi musicali, come i Public Enemy, i Run DMC e i Beastie Boys.
A proposito di Public Enemy, avete suonato la stessa serata a Milano: come è andata?
Benissimo! Anche se non era la prima volta che suonavamo sullo stesso palco, per noi è stata una grande emozione. Sono un grande fan di Chuck D, ma per me è soprattutto un amico… e anche Flavor Flav, con cui ho più volte condiviso il microfono, penso che sia un grande.
Siete in giro da ormai vent’anni: come è cambiato l’hip hop, nel frattempo?
Ci sono cose positive e altre negative. Ma in generale, credo che in molti si siano dimenticati quella che è la vera cultura hip hop. Parlano solo della loro macchina o di quante ragazze si fanno, ma hanno perso di vista le tematiche che hanno reso il rap importante. Non mi è mai piaciuto questo stile, anche se sperimentiamo molto con altri generi io rimango un purista dell’hip hop.
Per voi fare hip hop ha significato anche portare avanti una causa: quella della liberalizzazione delle droghe leggere…
Sì, e credo che negli anni ci siano stati dei progressi. Ora in molti in America non guardano più alla marijuana come qualcosa di orribile e in molti stai la cannabis è stata legalizzata per scopi terapeutici. Ma noi non ci accontentiamo e andremo avanti a combattere!
Pesa avere quarant’anni, quando si fa hip hop?
Per niente! Noi mettiamo nella nostra musica la stessa passione di quando abbiamo iniziato, per cui non è assolutamente una fatica. E il pubblico se ne accorge, quando lo facciamo saltare ai nostri concerti…
Paolo Sisa
Forse il DJ dubstep di cui si parla è Rusko (con la kappa) e comunque basta guardare i risultati di Skrillex con i Korn che mostrano che collaborazioni così, se fatte bene, possono solo che aiutare gli artisti.