E’ uscito da una settimana per Rude Records “Act IV: Rebirth In Reprise“, il nuovo album dei Dear Hunter. Il quarto volume di una saga alla quale mancano ancora due capitoli per giungere alla conclusione.
In occasione dell’uscita del nuovo disco, che arriva a ben sei anni da “Act III”, e della pubblicazione del video di “Waves” abbiamo posto alcune domande alla mente principale dietro al progetto, Casey Crescenzo, per farci svelare alcuni dettagli sul mondo di Dear Hunter.
Hai aspettato ben sei anni per un nuovo capitolo del tuo concept. Come mai così tanto tempo?
Ho preferito aspettare quando il flusso creativo arrivò in modo naturale, e non in maniera forzata. Se avessi pubblicato un disco intitolandolo “Act IV”, senza una giusta dedizione e il tempo necessario, sarebbe stata una perdita dell’attenzione e del tempo di chiunque. Per buona parte, i brani di “Act IV” li ho scritti da solo, iniziando il tutto solo un anno fa, ma per la prima volta ho portato tanta musica attorno al tavolo e per molte cose abbiamo lavorato come un gruppo vero e proprio. Credo che il risultato finale sia positivo.
Hai definito “Act IV” come il tuo lavoro più autobiografico. Come mai?
In realtà non è il mio lavoro più autobiografico, quello è un titolo che preferisco dare al precedente album “Migrant”. “Act IV” mi ha coinvolto pesantemente in maniera emotiva, ma il risultato è una fiction molto romanzata. E’ stato un lavoro terapeutico, ma non rispecchia pienamente alcuni dettagli della mia vita.
Hai già in testa la sceneggiatura completa del tuo progetto dal 2006, anno di pubblicazione del primo capitolo, o la storia di Dear Hunter è una sorta di “work in progress”?
Ho appuntato alcune idee di massima su come deve andare la storia, ma tutti i dettagli vengono definiti appena arriva il momento di lavorare ad uno specifico album. E’ stato importante per me non dedicare una decade della mia vita ad una visione del mondo che avevo a soli 21 anni, è necessario crescere e usare la crescita come fonte di ispirazione. Non trovo positivo cercare me stesso in una situazione nella quale l’uomo che sono deve tener conto di quello che ero, lottando interiormente contro i dettagli di un percorso che avevo delineato dieci anni fa.
Stai lavorando ad una graphic novel sulla storia di Dear Hunter. Stai pensando di espandere questo universo oltre la musica? “Act V” e “Act IV” arriveranno tramite un altro media, o la musica sarà sempre il primario veicolo del tuo progetto?
Ad oggi credo che la musica resterà il veicolo primario del progetto Dear Hunter, anche perché è il tipo di arte con la quale mi trovo più a mio agio. Mi piacerebbe vedere il lavoro dietro a questi album espandersi oltre la musica, ma richiede l’aiuto e il coinvolgimento di talenti provenienti da altri mondi. Per fortuna sono entrato in contatto con una persona che può portare cose interessanti a questo progetto: il suo nome è Alex Dandino, un autore che ha già steso la graphic novel del primo capitolo e che vorrebbe fare lo stesso lavoro per gli altri cinque. Il mondo del cinema? Ad oggi il lato visuale della band è nelle mie mani, e ammetto di non avere il talento per sviluppare qualcosa a livello di film. Non ho ancora ricevuto offerte, ma spero che arrivi qualche occasione per dare vita a qualcosa di veramente magico.
Quattro capitolo in circa dieci anni.. hai già una tabella di marcia per gli altri due capitoli?
No, ma arriveranno molto molto presto.