Jesse Hughes è energia pura. L’abbiamo incontrato in occasione della seconda data italiana del tour dei suoi Eagles Of Death Metal al Carroponte di Sesto San Giovanni (QUI il nostro report del concerto), e abbiamo parlato del nuovo album della band, “Zipper Down”(in uscita il prossimo 2 ottobre), scoprendo inoltre il lato più tenero e inaspettato di Boots Electric.
Dopo Bologna, rieccovi qui! Sembra proprio che l’Italia vi piaccia in modo particolare.
Non può non piacermi l’Italia! E poi con questo caldo mi sembra di essere a casa, venendo dal deserto… A parte tutto, mi piace suonare nei posti in cui sento che i fan sono partecipi e mi danno amore, ovunque siano.
Cosa dobbiamo aspettarci da “Zipper Down”? So che avete coverizzato anche “Save a Prayer” dei Duran Duran, tra le altre.
Aspettatevi una versione di John Holmes ancora più dotata. “Complexity” è il lato divertente dell’album, mentre per “Save a Prayer”… hai presente i cartoni animati, quando i personaggi sentono un odore e vengono letteralmente trascinati per il naso verso la fonte del profumo, che sia una torta per esempio? Ecco, questo è l’effetto che “Save a Prayer” fa alle ragazze. E poi è la mia canzone preferita dei Duran Duran.
Parliamo un po’ di artwork: la cover di “Zipper Down” sembra la parte frontale di “Death by Sexy”. C’è qualche connessione tra questi album? Per quanto riguarda invece la cover di “Complexity”, tu e Josh siete vestiti come due protagonisti di Star Trek. Non è che sei un trekkie per caso?
Josh e io vorremmo che ci fosse una certa continuità tra gli album, non abbiamo neanche mai tentato di fare un album stilisticamente diverso dagli altri, non ci interessa a essere sinceri. Vogliamo solo che suoni nel miglior modo possibile. “Death by Sexy” è la mia copertina preferita, quindi siamo ritornati su quell’idea e l’abbiamo rielaborata. E poi ho sempre voluto essere un capezzolo umano! Sì sono un trekkie, hai detto bene. Mi piaceva la ragazza bionda (Denise Crosby, ndr) che ha recitato in “Star Trek: The Next Generation”, non so se te la ricordi… era anche in “Cimitero vivente”.
Quindi sei fan di Stephen King, immagino.
Direi di sì. Ho una copia degli script originali di “Unico indizio la luna piena” e “Shining”. Mi sembra di capire che King piaccia anche a te, se passi da casa mia una volta te li faccio vedere.
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Parliamo del documentario su di te, “The Redemption of the Devil”. Com’è stato avere l’obiettivo puntato addosso per un anno intero?
Avrebbe potuto essere molto più difficile, ma i ragazzi con cui ho fatto il film non erano una vera e propria crew da documentario, stando sempre on the road insieme siamo diventati grandi amici e questo ha facilitato molto le cose. Da parte mia non ho neanche tentato di darmi le arie dell’artista di turno. Quello che vedi nel documentario è lo stesso Jesse che vedi sul palco. Non mi prendo mai la briga di far finta di essere qualcun altro. Il rock ‘n’ roll ti dà la possibilità di essere quello che preferisci. E io preferisco essere qualcosa di figo piuttosto che fingere.
(Ad un certo punto squilla il telefono di Jesse, dall’altro capo della linea ci sono sua madre e suo figlio, Micah, il quale sta seguendo le orme del padre musicista. Jesse esclama entusiasta di essere davvero orgoglioso di lui, e gli dice fare quello che vuole, che si merita tutto il meglio. La famiglia per lui è la cosa più importante, ha una famiglia meravigliosa ed è stato cresciuto nel migliore dei modi che potesse sperare.)
E dell’amicizia che mi dici? Tu e Josh siete migliori amici da una vita, quindi sono certa che l’amicizia sia uno dei pilastri della tua esistenza.
L’amicizia è come la famiglia. Essere amici significa far parte della stessa famiglia. Per quanto mi riguarda, per la mia esperienza personale, l’amicizia è tutto. Sai, a un certo punto della vita si presentano dei bivi, puoi prendere la direzione giusta o quella sbagliata. Se ho preso delle decisioni giuste, è tutto merito dell’amicizia. Credo che l’amicizia sia un dono di Dio.
C’è sempre stata una domanda che ho voluto farti da quando ho sentito gli Eagles Of Death Metal per la prima volta: ti piace davvero il metal?
Nel nostro primo album canto di una death metal queen (in “Whorehoppin’ (Shit, Goddamn)”, ndr), prima di tutto mi piace il look delle ragazze che ascoltano metal. Non mi piace tutta la musica ma apprezzo e rispetto tutto gli stili. Mi piacciono i Vader, Dimmu Borgir e i Mayhem. Anche gli Electric Wizard sono forti. Nel music business ci sono un mucchio di prestigiatori ma io voglio essere uno stregone vampiro, una sorta di Dracula molto cool, ma che riesce a camminare alla luce del sole come Blade.