Edu Falaschi (Almah)

Il giovane cantante degli Angra che prosegue dritto per la sua strada proponendo, a breve distanza dal primo, il secondo disco solista intitolato Fragile Equality. Buona Lettura.

E’ la nostra terza intervista in soli due anni, questo significa che la tua attività promozionale è costante e che il tuo nome è sempre più all’avanguardia.

E’ vero, significa che ci sono anche io. E’ un piacere per me poter confrontarmi ancora una volta con te e grazie per l’opportunità, ho saputo che hai cambiato testata…

Ah sì, è così. Ora c’è molta più visibilità, un progetto serio, una radio e si parla di musica in senso globale. Queste, tra le tante, le motivazioni della mia scelta.
Bene, sono sinceramente contento per te.

Ma partiamo a testa bassa: che ne dici di introdurmi la nuova line-up?
La cosa più importante da dire, prima di cominciare, è che la mia ora è una band a tutti gli effetti e non soltanto un progetto parallelo. Felipe Andreoli mi seguirà in questa avventura, è il bassista degli Angra, alle chitarre ci sono gli amici Marcelo Barbosa e Paulo Schroeber, alla batteria Marcelo Moreira. Questo è il team, questa è la band.

Bene, perchè Fragile Equality? Ho sentito che si tratta di una storia che hai scritto tu stesso, addirittura pubblicata con un libro.
Esatto. E’ il nome che rappresenta alla perfezione il concept che sta dietro al libro, un libro-fiction che racconta una storia d’avventura sulla scia del Signore degli Anelli. Io credo che esista un bilanciamento per ogni argomento affrontato nella vita, c’è una sorta di bilanciamento tra le diverse religioni presenti in un determinato paese, tra inquinamento ed ecologia, la situazione politica. Ovunque ci deve essere un equilibrio. Intorno a questo “soggetto” gravitano i testi del disco. Fragile Equality è una linea immaginaria che divide il caos dalla pace. Questo è il primo libro, ne scriverò degli altri ai quali “allegherò” il disco relativo.

Senti Edu, mi parli dell’errore grossolano commesso da AFM Records? Ha scritto sulle brochure illustrative di Fragile Equality che sei l’ex cantante degli Angra…
Ah guarda, sinceramente non ne ho idea. E’ bene evidenziare che tra me e gli Angra non c’è nessun problema, la band è viva ma in questo momento non è attiva, ci siamo presi un periodo di riposo. Ci sono stati dei problemi all’interno del gruppo, problemi di “ego”, non posso nasconderlo, ed è per questo che è giunto il momento di staccare momentaneamente la spina. Abbiamo avuto problemi con il management e siamo finiti in un guaio giudiziario che riguarda il nome stesso della band, stiamo cercando soluzioni… sempre se le leggi ce lo permetteranno. Non so quando torneremo, forse l’anno prossimo, ma so per certo che lo faremo. E sarò io a cantare.

Qual è il tuo momento migliore trascorso con gli Angra?
Ne ho tantissimi, ricordo perfettamente il giorno della prima data italiana per esempio, fu qualcosa di fantastico grazie ad un pubblico che ti mette tanta energia. Ricordo molto volentieri anche il concerto che abbiamo tenuto in Transilvania.

Torniamo agli Almah, si sente che sei maturato molto dopo il primo disco, questo mi sembra nettamente superiore.
Questo è il miglior disco che abbia mai registrato e ti ringrazio per il complimento. Ottime melodie, suono potente, musicisti ben integrati, i chitarristi soprattutto. Ora dobbiamo soltanto attendere e capire come andranno le vendite in Europa prima di poterci sbilanciare su un eventuale tour che, in ogni caso, comincerà l’anno prossimo. Spero vivamente di poter salire su un palco italiano con gli Almah e ripercorrere gli stessi momenti trascorsi con gli Angra. Il materiale c’è, ed è molto buono: voglio tornare in Italia perchè caratterialmente la vostra gente mi somiglia molto.

Tra l’altro mi sembra che il disco abbia una direzione ben più precisa: Stratovarius e Nightwish pare ti abbiano stregato.
E’ vero, quello è il mio stile, quelli sono i miei gruppi e il mio genere è il power metal, c’è poco da fare. Mi piace ascoltare ogni tipo di musica, ad esempio i Tears For Fears, i The Police, i Ratt, gli Skid Row, ma quando canto credo la mia voce si adatti perfettamente al power metal e quello che senti è 100% Edu Falaschi. Non ho costruito brani attorno alla mia voce, ma è la musica che si è adeguata, in modo molto naturale.

L’esordio non sembrava fosse basato su questa, chiamiamola così, ideologia.
Infatti è totalmente diverso, un disco molto più vario e libero da schemi. Oggi però stiamo parlando di una band vera, ragazzi che compongono per portare il materiale on-stage e non soltanto per pubblicare un disco. Dieci brani che hanno una linea guida, un disco completo.

E come dicevo poc’anzi, pare tu abbia attinto molto di più dal filone scandinavo piuttosto che dagli Angra. E’ una scelta sistematica oppure un’evoluzione?
Penso si tratti di un’evoluzione del mio modo di essere musicista, ci ho messo anche qualcosa di mio e in alcuni frangenti puoi sentire anche del thrash metal. Alcuni tuoi colleghi mi hanno fatto notare come questo disco possa essere l’evoluzione del power metal, più sofisticato, più complicato da suonare ma allo stesso tempo melodioso e facile da recepire. Hai fatto bene a non citare i Sonata Arctica, gruppo che apprezzo ma puntato su una direzione totalmente diversa dalla mia. Comunque sì, riprendo il tuo commento di prima: qui c’è una direzione ben precisa, finalmente, e spero arrivi al cuore della gente.

Diciamo che non hai tentato anche tu la strada del successo mischiando il classico power metal con l’elemento hard rock, a quanto pare è una pratica che va di moda oggi.
Concordo. Il filone helloweeniano è in disuso anche se ha radici ben salde, non si disperderà mai del tutto. Abbiamo bisogno di cambiare, di creare qualcosa di nuovo, abbiamo bisogno di influenze ma anche di qualcosa di fresco. Spero di essere riuscito in questa impresa e sono sicuro che i fan italiani apprezzeranno. Ascoltatelo almeno una volta.

Ho visto su YouTube un video di Felipe Andreoli con le sue peripezie, un documento che ti riguarda da vicino: suona un pezzo di Fragile Equality e in mezzo ad una computer station. Pensi che il computer, oggi, ha sostituito in parte uno studio di registrazione?
Il pc oggi ti permette di fare praticamente tutto, questo è vero, ma lo studio che abbiamo qui in Brasile (chiama da Sao Paulo, ndg) non può essere sostituito da una stazione multimediale, nel modo più assoluto. E non è mia intenzione abbandonare lo studio per un pc.

Ultima domanda Edu, riguarda proprio la città di Sao Paulo che vi considera dei semi-dei: quaranta mila persone soltanto per te nell’ultimo concerto. Sarai al settimo cielo.
Incredibile, e a pensare che c’eravamo soltanto noi, non si trattava di un festival. C’è da dire che a Sao Paulo sono famoso perchè canto negli Angra, ero convinto che avrei raggiunto un’audience di almeno dieci mila persone quella sera ma… quaranta mila persone proprio non me le aspettavo, faccio fatica ancora a crederci. C’era anche la televisione e in questo momento siamo al massimo della popolarità in Brasile, la gente sta aspettando il nuovo disco e il nuovo tour che partirà a novembre in sud America. Con molta probabilità uscirà un dvd dell’evento.

Bene Edu, per quanto mi riguarda anche questa volta è tutto: ti do appuntamento qui in Italia e ti lascio lo spazio per chiudere.
Grazie Gaetano, spero di incontrarti almeno per una pizza quando vengo in Italia, il posto lo scegli tu. Grazie per l’opportunità, spero che i ragazzi del tuo paese capiscano che il mio messaggio è onesto e sincero. Grazie di cuore (in italiano, ndg)

Gaetano Loffredo

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