Intervista agli Electric Pyramid, scoperti dai Queen e pronti alla consacrazione

Li abbiamo visti insieme a Queen + Adam Lambert nel 2016 e poi ancora, di recente, come opening act dei Wolfmother a Torino, dove hanno conquistato il pubblico del GruVillage 105 Music Festival. In attesa di rivederli presto nel nostro Paese e su un palco tutto loro, abbiamo scambiato due parole con gli Electric Pyramid, band inglese a un passo dalla consacrazione.

Siete molto bravi nel creare potenti riff e ritornelli di grande impatto. Da dove partite quando scrivete i vostri pezzi?
Non abbiamo un vero metodo, ogni nostra canzone viene fuori in maniera del tutto differente dalle altre. Ma il più delle volte tutto parte dal suonare insieme, improvvisando e tirando fuori le idee sul momento. In base a quello che l’istinto ci suggerisce, confrontandoci, iniziamo a dare forma al pezzo. Non siamo ossessionati dall’idea di tirare fuori il ritornello o il riff perfetto, lasciamo che la canzone venga fuori naturalmente.

C’è qualche tema in particolare che vi ispira?
Sì, ce ne sono alcuni. In particolare le relazioni umane e la redenzione. In generale cerchiamo di parlare di sentimenti comuni, quelli che tutti noi condividiamo e che in qualche modo possono avvicinarci al pubblico.

Solitamente la stampa si diverte a fare una lunga lista delle vostre influenze musicali. Per esempio vengono spesso citati i Fleetwood Mac, i Led Zeppelin oppure i Queens of the Stone Age. Siete orgogliosi di questi accostamenti o preferireste liberarvene?
Credo che qualunque artista sarebbe lusingato nel vedere il proprio nome vicino a questi mostri sacri della musica. Ovviamente per noi è prioritario trovare una nostra identità e non dover dipendere dal confronto con gruppi leggendari. Un passo alla volta, la direzione è quella giusta. Per adesso ci portiamo a casa quelli che per noi non possono essere altro che complimenti.

A proposito di nomi leggendari… Com’è stato andare in tour con i Queen e Adam Lambert?
Un’esperienza incredibile! In realtà siamo partiti come gruppo spalla dei Queen Extravaganza, la tribute band live ufficiale dei Queen. Ci hanno visto suonare prima di loro e ci hanno scelto per il tour con Adam Lambert. Incredibile! Era la prima volta che suonavamo in alcuni Paesi dell’Est e siamo stati accolti magnificamente. Vorremmo tornarci sempre.

Qual è il vostro approccio alla musica dal vivo? Preferite essere impeccabili o intrattenere?
Per noi suonare dal vivo vuol dire condividere bei momenti, creare connessioni. La musica rock per noi non deve mai essere perfetta, impeccabile. Bisogna divertirsi e divertire. Ed è quello che proviamo a fare ogni sera sul palco.

Siete stati in studio con John Cornfield e Filippo Cimatti di recente. Cosa significa lavorare con dei produttori del loro calibro?
Per noi sono stati e sono una grande fonte d’ispirazione. Sono due persone piene di talento, artisti veri, ognuno con il proprio stile e il proprio modo di lavorare. Abbiamo imparato molto e speriamo di avere altre occasioni del genere in futuro. Lavorare con le persone giuste è fondamentale.

Vi siete prefissati obiettivi precisi per il vostro futuro o avete semplicemente intenzione di godervi il momento e vedere dove vi condurrà?
Un obiettivo ce lo siamo dati ed è quello di crescere costantemente, per suonare per un pubblico sempre più grande. Ci piacerebbe diventare una di quelle band che tutti vogliono vedere almeno una volta dal vivo. E ovviamente convincere tutti quelli che verranno la prima volta a tornare anche quelle successive.