Emis Killa L’Erba Cattiva in uscita

Cresce bene “L’Erba Cattiva” di Emis Killa, tra i nomi più caldi della scena rap nazionale, al debutto su Carosello con il suo primo album ufficiale. E’ giovane ma determinato, non fa giri di parole e soprattutto ha le idee chiare, soprattutto su se stesso: “Ho un caratteraccio ma ero sicuro che sarei emerso prima o poi, ho grande fiducia nel mio lavoro e anche se al giorno d’oggi con internet è facile arrivare agli onori delle cronache, alla fine chi ha qualcosa da dire, chi è bravo, chi ha la musica buona ce la fa. Io attualmente mi sento molto teso visto che domani (oggi, ndr) esce il mio primo album, ma allo stesso tempo sono contentissimo e felice, realizzato e fiducioso, il disco è venuto esattamente come lo volevo, è un sogno che si realizza.”

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E l’album arriva dopo due mixtape, due street records, moltissimi featuring e parecchia gavetta: “Ho lavorato al disco da giugno 2011 fino a novembre/dicembre, non è stato facile, spesso ho avuto da discutere con Fish, ho ripensato ad alcune soluzioni di sound interne ai brani, inizialmente ad esempio ero un anti-chitarra elettrica assoluto, quando poi ho sentito l’arrangiamento conclusivo sul “Il Mondo Dei Grandi” mi sono ricreduto.” E “L’Erba Cattiva” è un album che non passerà inosservato, anche grazie all’attenzione agli arrangiamenti e alla varietà interna al progetto. “Marco Zangirolami è il responsabile di questa cura degli arrangiamenti che a mio parere ha valorizzato in maniera incredibile il cd, è un disco che ha basi diverse tra loro, varie e che spazia in più direzioni. Si è creato molto hype intorno alla release anche grazie ai featuring di tutte le persone che mi hanno aiutato (tra gli altri Fabri Fibra, Marracash, Tormento,…ndr); la Carosello sta facendo un gran lavoro promozionale e sono molto contento della scelta professionale fatta quando abbiamo valutato le varie proposte contrattuali che avevamo ricevuto diversi mesi fa.”

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Un altro talento di quella che è stata definita da più parti l’ondata di Cantautori di nuova generazione, non più quelli classici ma quelli che rappano e usano le basi: “Sì posso essere d’accordo, alla fine questo è un modo per fare capire a chi non ascolta rap chi sono i rapper. In sostanza penso che siamo tra quei pochi che hanno ancora qualcosa da dire e che non lo fanno in maniera forzata o stereotipata, che sanno comunicare messaggi forti, ancorati alla vita reale, sappiamo dare un’immagine personale di problemi e situazioni di vita vissuta in cui i nostri ascoltatori si identificano pienamente.” Tenetelo d’occhio.

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