Dal giorno alla notte, dalla piccola e accogliente sala del Serraglio al raddoppio sul main stage del Magnolia, da “Marassi” a “StraMarassi”, la meritata ascesa degli Ex-Otago continua. Uscito ad ottobre dell’anno scorso il quinto album in studio della band genovese si è messo il vestito da sera con un repack contenente 2 CD: “Marassi” nella sua versione originale sul primo e 16 nuove versioni tra featuring e remix sul secondo.
“Se quando abbiamo iniziato a scrivere le canzoni per questo disco ci avessero detto che tra due anni avremmo avuto una scaletta con Caparezza, Finardi, Levante eccetera, probabilmente non ci avremmo creduto”, racconta Francesco Bacci a proposito del progetto, nato da un’improvvisata live con l’amico Jake La Furia su “Gli occhi della luna”.
Un modus operandi estremamente naturale, che ha caratterizzato anche le tante altre collaborazioni entrate in questa pregevole riedizione del disco, delle quali si apprezza il carattere assolutamente trasversale, come nella migliore tradizione degli Ex-Otago. “Continuiamo a essere molto affascinati dall’idea di uscire un po’ dalla nostra zona di comfort e di metterci in gioco con artisti con mondi e linguaggi che, magari, non sono immediatamente associabili a noi. Però, spostando un po’ questo baricentro, si trovano spesso delle sorprese piacevoli o comunque stimolanti”, spiega Francesco. “Siamo un po’ stufi di sentirci ripetere il mondo indie, il mondo pop, l’indie che è diventato pop. Quello che noi ci sentiamo di fare è pop, da sempre, senza questa maschera dell’indie, dietro la quale spesso ci si nasconde per paura o che ne so. Il pop, per come lo intendiamo noi, ha un’accezione esclusivamente positiva e i segnali che si sono visti in Italia negli ultimi tempi sono andati tutti in questa direzione”.
Così anche questo disco della band genovese finisce con l’essere la perfetta istantanea di un momento storico della musica italiana, in cui non fa stupore, complice il dna stesso del gruppo, di vedere uno accanto all’altro in tracklist nomi apparentemente inconciliabili. Eccoli:
Eugenio Finardi – “I giovani d’oggi”. “Di Finardi è da apprezzar il testo che ha scritto una roba proprio che entra esce, neanche troppo a tempo, entra sbarella tutto e se ne va. È coraggioso, onesto, sconclusionato, tutte queste cose belle insieme”.
Caparezza – “Ci vuole molto coraggio”. “Avevamo paura che essendo impegnato contemporaneamente nel suo progetto avrebbe declinato, invece ha accettato ed è venuta fuori questa versione di “Ci vuole molto coraggio”, che abbiamo scelto come secondo singolo estratto dal repack”.
Dardust – “Cinghiali Incazzati”. “È uno dei featuring che ci ha sorpresi di più, è fatto solo col pianoforte e tra le nostre fantasie c’era proprio quella di fare Marassi al pianoforte. Un tour di pianobar proprio a Marassi e Dardust ha colto nel segno questo spirito che ci piaceva”.
Willie Peyote – “La nostra pelle” e Mecna – “Stai tranquillo”. “Una cosa che ci piace moltissimo di Willie e di Mecna è che come noi mettono piede molto spesso in territori che non gli appartengono, giocano parecchio con le melodie e lavorano benissimo sulle strumentali. L’ultimo disco di Mecna ha delle strumentali mostruose e avere un rap che si confronta con strumentali che attingono all’elettronica, al post rock e alla roba un po’ più suonata a noi stuzzica molto. Sono tutti segnali fighi, di qualcosa che si sta muovendo. Avrà successo? Boh, però sta succedendo qualcosa di inedito”.
Marianne Mirage – “Mare” e Levante – “Quando sono con te”. “Desideravamo un apporto femminile, che non abbiamo di nostro e quindi dobbiamo cercarlo all’esterno. Marianne Mirage è stata carinissima e ha un timbro di voce eccezionale, che si prestava a meraviglia per “Mare”. Levante invece, è nostra compagna di etichetta e a noi piace fare balotta all’interno delle nostre etichette. Poi col suo ultimo singolo, che ha la leggerezza del pop, è anche un po’ internazionale, ma ha del contenuto ci ha stupiti moltissimo. Insomma nel pop già stai su una montagna di zucchero filato, se non ci butti dentro anche dei contenuti seri qualche volta, il rischio è che si perda un po’ il senso”.
E poi ci sono il cantautore torinese Bianco in “Sognavo di fare l’indiano” e gli España Circo Este in “Non molto lontano”, giusto per dare l’idea di quanto vari e disparati siano gli ambiti musicali in cui si muovono le nuove versioni dei brani di “Marassi”. Si arriva fino all’elettronica nel senso più puro del termine, con la serie di remix che chiudono il CD2, tra cui svettano il remix di “Cinghiali Incazzati” firmato da Coccoluto e quello di “Non molto lontano” realizzato da Herald Clawe: “una bomba, ci ha buttati giù dalla sedia”, raccontano i ragazzi.
Tantissime collaborazioni, alle quali però gli Ex-Otago avrebbero volentieri aggiunto quelle con Calcutta e Cosmo, “che per un milione di ragioni non siamo riusciti a chiudere”. E poi i Coldplay, rammentano, “ci tenevamo moltissimo ad averli, ma Chris all’ultimo minuto ha mandato tutto in fumo. Però verranno in tour con noi, in apertura”.
Scherzi a parte, dopo le ultime tappe dell’instore, che ne sarà di tutta questa ricchezza di featuring nei live di aprile e del tour estivo? “Stiamo facendo in modo di organizzare qualche incrocio. Non è facile, ma ci piacerebbe. Anzi vorremmo farlo proprio nella data di Genova di quest’estate, sarebbe molto bello se qualcuno di questi figuri si palesasse”.