Facciamo quattro chiacchiere con Fabio Battistetti. Ha creato una net-label che si chiama Chew-Z.
8 gennaio 2009
Si occupa di eventi legati alla musica dalla fine degli anni 90. Dj radiofonico per Radio Flash, Radio Torino Popolare e su Radio Blackout. Collabora con Exibart, Zero11 e Rumore. Suona musica elettronica con il progetto Eniac. Conduce il programma radiofonico WALKMAN su Radio Flash dedicato all’ascolto di produzioni netaudio.
– Cosa significa oggi una netlabel?
In questo momento rappresenta un’esperienza vivace ed in crescita nella produzione e diffusione di musiche; forse sta perdendo un po’ il senso di “critica” verso il modello tradizionale discografico che è del tutto in crisi ed ancora forse, una netlabel potrebbe essere l’etichetta discografica del futuro. Azzera molti dei costi produttivi vivendo su Internet e per questo ha una potenzialità enorme nell’arrivare ovunque in pochi secondi; l’altro aspetto da evidenziare è la gratuità delle produzioni: si scaricano, poi in alcuni casi se ti è piaciuta puoi fare una donazione o acquistare la versione in cd: la musica è un dato di fatto che viene scaricata da internet, le netlabel possono rappresentare un buon veicolo per scaricare musica di qualità, in questo senso riprendono un po’ le funzioni delle indies degli anni 90.
– Quando hai aperto Chew-Z e perchè.
E’ nata nell’autunno del 2006 dal confronto mio con Daniele Pagliero sul tema della difficoltà di veicolare determinati approcci alla produzione musicale, legata specialmente ai territori più sperimentali; era da anni che si voleva collaborare ed una netlabel ci è parso essere un ottimo strumento per i nostri intenti.
– Cosa rappresenta per te Chew-Z
Soddisfazione per quanto fatto sinora. Rappresenta al 100% le musiche che ritengano vadano diffuse ed ascoltate, in più stiamo evolvendo Chew-Z in una piattaforma che agisce su più fronti e per il futuro è la cosa che più mi interessa.
– Perchè questo nome?
Deriva dalla passione del socio per i romanzi di Philip K. Dick: un’immaginario non troppo distante dall’umanità che viviamo oggi. La droga diffusa su Marte sotto il termine di chew-z era qualcosa di devastante, noi vorremmo che il chew-z fosse musica: un ben altro tipo di droga ! in più ci piace l’ambivalenza della pronuncia che richiama il termine choose: scelta… tu scegli di ascoltare questa musica.
– Chi avete scelto per il catalogo? Che criterio di scelta adotti?
In prima battuta abbiamo selezionati artisti a noi affini già da molto tempo (Stefano Giust, Marco Milanesio, Fabrizio Modenese Palombo, Daniele Brusaschetto…), nell’ottica di supportare musicisti che riteniamo vadano conosciuti (Riga, Yorgl, Simone Pelliconi…) e con lo stesso “meccanismo” stiamo selezionando i nuovi musicisti, basandoci anche sul nostro gusto musicale. Non abbiamo preclusioni, ascoltiamo di tutto, ci interessa che ci sia una condivisione di intenti ed un discorso collaborativi. Centelliniamo le pubblicazioni anche se in questo periodo ci sono tante buone proposte, ma preferiamo concentrarci sulla qualità.
– Chi vorresti avere tra le tue fila?
Ci sono alcuni nomi che probabilmente contatteremo in futuro e che collaborano già in ambito netaudio, penso a : Ian Hawgood, Tobor Experiment. Su altri versanti mi piacerebbe avere in catalogo: Robert Lippock, Coh, Giuseppe Ielasi, Johann Joahansson.
– Quali sono le prossime uscite in programma?
Entro la primavera uscirà un ep di remix per i Japanese Gum, un ep per 9cento9, un album per Paul Beauchamp e poi un lavoro di Fabrizio Modenese Palombo.
Luca Freddi