Dietro a canzoni di Gianni Morandi, Laura Pausini, Marco Carta, Alessandra Amoroso e Valerio Scanu, c’è lei, Federica Camba. Nata a Roma, sarda d’adozione, trapiantata a Milano, ha da poco pubblicato l’album “Magari oppure no”, in cui si racconta in vesti di cantautrice. Lavora con lei il suo compagno, Daniele Coro.
Come mai, proprio ora, hai scelto di non essere più solo autrice ma anche interprete dei tuoi testi?
In realtà non è così: sono sempre stata una cantautrice, è solo che, casualmente, le mie canzoni interpretate da altri si sono fatte conoscere prima di me. Adesso, semplicemente, è venuta fuori questa mia dimensione che porterò avanti. Continuerò però a scrivere per altri interpreti, attenuando magari un po’ l’impegno.
Che differenza c’è tra lo scrivere per te o per altri?
Nessuna. Per me scrivere canzoni è un’azione molto quotidiana: io e Daniele scriviamo in continuazione, appuntando idee ovunque. Certe canzoni le lascio interpretare ad altre persone solo perché difficilmente mi rappresentano, magari solo per un fatto anagrafico.
Come componete?
Testo e musica nascono in contemporanea, in maniera molto istintiva. La mia musica è come una torta fatta in casa.
Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali?
Sono rimasta folgorata da sempre da Dalla e Fossati, perché i loro erano i dischi che giravano per casa mia quando ero piccola. Alanis Morissette mi ha segnata perché ha proposto un modo di cantare innoavativo, stessa cosa per gli arrangiamenti. Adoro i Beatles, e l’elenco potrebbe continuare perché nei miei ascolti spazio dalla musica classica a quella gitana, e un po’ questa ecletticità si ritrova anche nel mio disco.
Come vedi il tuo percorso artistico, da ora in poi? Prima dicevi che probabilmente scriverai un po’ meno per gli altri cantanti, ma ti piacerebbe continuare a farlo…
Se mi piace sia il dolce sia il salato, perché devo scegliere? A proposito di scelte, sono le canzoni che scelgono, appunto, da chi andare. Non ho mai scritto su commissione o per qualcuno: io scrivo e poi le canzoni prendono la loro strada.
Francesca Binfaré