Ha solo 19 anni e una determinazione invidiabile Rakele, all’anagrafe Carla Parlato, una delle Nuove Proposte che a partire dal 10 febbraio 2015 saliranno sul palco dell’Ariston per la 65esima edizione del Festival di Sanremo.
Con una passione per la musica sin dalla tenera età e anni di studio di canto moderno e classico alle spalle, Rakele si è fatta notare dai produttori Cesare Chiodo e Bungaro, coppia di autori che già si cela dietro alcuni brani indimenticabili di grandi interpreti al femminile del panorama italiano come Fiorella Mannoia, Laura Pausini e Ornella Vanoni.
Da questo incontro e dalla successiva intesa è nata “Io non lo so cos’è l’amore“, la canzone scritta a quattro mani da Rakele, Bungaro, Chiodo e Giacomo Runco, che la cantante presenterà al Festival.
Una manciata d’ore prima dell’accensione dei riflettori dell’Ariston, abbiamo chiesto a Chiara aka Rakele di raccontarci qualcosa in più di lei e dei suoi progetti per il futuro.
Hai iniziato a studiare canto sin da piccola. Da dove nasce questa tua passione?
La mia passione per la musica è nata con me, ho sempre avuto le idee chiare su ciò che avrei voluto fare nel mio futuro. Ho iniziato a studiare a 9 anni a Napoli, a 15 anni mi sono spostata a Roma spinta dalla mia determinazione e dalla mia fame di musica.
Quali sono le tue influenze e i tuoi artisti preferiti?
Sono cresciuta con i Coldplay. Ascolto gli Xx, i Daughter, Lorde.
Come mai la scelta di Rakele come nome d’arte? Deriva da qualche personaggio o figura a te cara?
Rakele sarebbe dovuto essere il mio vero nome, poi per diverse ragioni mi hanno chiamato Carla. Non ho fatto altro che scegliere un nome che mi appartiene completamente.
Cosa ti aspetti dal Festival di Sanremo, e cosa vedi e speri per il futuro una volta spenti i riflettori dell’Ariston?
Mi aspetto di vivere una bellissima esperienza lasciando un segno particolare. Quando si spegneranno i riflettori dell’Ariston accenderò i miei con determinazione e serenità.
Per il brano in concorso, hai collaborato con due nomi importanti del panorama musicale italiano. Cosa e quanto ti hanno insegnato, a livello artistico e compositivo?
Bungaro e Cesare Chiodo sono i miei due angeli custodi. Insieme abbiamo realizzato il mio primo album tra momenti di duro lavoro e puro divertimento. Sono due pazzi geniali e io una ladra. Ogni momento è buono per rubare da loro qualche trucco del mestiere.
Quindi il tuo disco d’esordio seguirà a breve?
Ho un album già pronto di undici miei inediti che chiaramente seguono il filone elettronico di “Io non lo so cos’è l’amore”. Da circa un anno e mezzo sto lavorando per il mio progetto discografico, ci tengo molto.
“Io non lo so cos’è l’amore”: c’è un moto autobiografico nel brano?
“Io non lo so cos’è l’amore” è un brano che nasce da una mia risposta data durante una chiacchierata sull’amore. Parla dell’incapacità di definire con i miei 19 anni cosa sia l’amore nella sua completezza. Credo che questa incapacità sia estesa un po’ a tutti.
Molti dei concorrenti in gara quest’anno al Festival si sono fatti conoscere per la loro partecipazione a dei talent. Data la tua passione e le tue doti canore, hai mai pensato di partecipare a un talent show?
Ci ho provato, ero piccola e solo per gioco. Mi sono presentata alle selezioni di X Factor arrivando alla fase dei Bootcamp. In seguito non ho più riprovato, mi sono dedicata ad altro.
Tra le Nuove Proposte emerse da Sanremo nel corso degli ultimi anni, che quindi si sono trovate dove sei tu ora, c’è qualcuno che ti ha colpito maggiormente?
Ero piccola e mi ricordo che rimasi colpita dai Negramaro. Si sono presentati nelle Nuove Proposte con un progetto mirato e sono riuscita ad affermarsi nel panorama musicale italiano.
Un’ultima domanda secca: un artista con cui sogni di collaborare?
Senza ombra di dubbio Jovanotti.