Filippo Dallinferno ci racconta il suo debutto solista

Filippo Dallinferno intervista

Filippo Dallinferno, chitarrista di Fire e Rezophonic, fresco di debutto solista, ci ha raccontato le storie dietro la sua musica e ci ha dato un po’ di anticipazioni sul futuro che verrà. Ciao e benvenuto sulle pagine di Outune.net. Grazie innanzitutto per il tempo che ci stai dedicando. Per cominciare, vorresti presentarti ai nostri lettori? Chi è Filippo Dallinferno?
Ciao e grazie a voi, mi chiamo Filippo e nella vita faccio del rocknroll.

I più ti conoscono per la militanza in Rezophonic e The Fire, come mai un disco solista?
Un disco solista è la ragione per cui iniziai a suonare tanti anni fa, ho sempre provato ad essere un artista più che un musicista, quindi questa è un’idea che coltivo da prima di far parte di Rezo e Fire.

Continuerai la strada intrapresa con le due band appena citate? O pensi di continuare da solista?
I Rezophonic e i Fire sono la mia famiglia da ormai quasi 5 anni, li chiamo famiglia perchè sono davvero tutti più fratelli che colleghi, continuerò sicuramente con loro e anche con il mio percorso solista.

Il tuo lavoro d’esordio, sebbene sia composto principalmente da pezzi rock diretti e veloci, include alcune sorprese, a partire già dal pezzo d’apertura. Iniziamo da qui: come mai un pezzo del genere, tipicamente cantautorale? Citazione/tributo, o critica ad una scena italiana stantia e poco dinamica?
“Non è colpa di nessuno” non è né un tributo né una critica, è semplicemente una “prefazione” all’album. Mi piaceva l’idea di far partire il disco in modo morbido per poi tirare la classica badilata con l’inizio della seconda traccia. Il brano in sostanza descrive personaggi situazioni e stati d’animo legati alla scrittura di questo disco. L’intento era di mettere in condizione l’ascoltatore di capire cosa avevo in testa mentre scrivevo i brani che compongono la playlist, istruzioni per l’uso tipo…

Continuando con il disco si incontra una versione molto personale ed intensa del classico di Lucio Dalla “Caruso”. Cosa ha rappresentato per te questo artista?
Per me come per tanti altri Dalla è stato una delle massime espressioni della muscica di questo paese. “Caruso” in particolare è un brano che associo alla mia infanzia, tra l’altro ha un testo pazzesco, pieno di amore malinconico, non volevo cover nel disco ma alla fine non ho potuto farne a meno.

E per finire la “doppietta” strumentale che chiude l’album. Da dove la scelta di ribaltare una canzone e proporla suonata alla rovescia?
Allora…”Non torno più” è nata come soundtrack per un cortometraggio di animazione, una volta finito il pezzo però mi sono accorto che sarebbe stata un ottima chiusura per l’album, io adoro Danny Elfman. Così nel lavorarci un giorno per curiosità ho montato il nastro al contrario e mi è venuta la pelle d’oca. Il reverse è diventato l’ultima traccia del disco.

Per il resto il disco è composto da pezzi, come abbiamo già accennato, diretti e senza troppi fronzoli. Quali sono le tue ispirazioni principali? Come nasce una tua canzone?
Sono un fan del rock anni ’90, oltre che appassionato di blues e “segnato” da attitudini punk. Questo lavoro non è altro che lo specchio di quello che sono. L’intero lavoro è cantato in italiano pur non avendo una sonorità nostrana. Con la chitarra ho sempre tante idee, forse troppe, quindi cerco prima di trovare un “perché” con il testo, scrivo fogli su fogli, poi quando penso di avere qualcosa di buono accendo l’amplificatore.

Quanto può risultare scomodo uscire sul mercato musicale italiano con un pezzo estremamente “politically-incorrect” come “Il pop italiano”?
Non ne ho idea, per ora non si è lamentato nessuno, nessuna querela io mi sono divertito e tra l’altro è il brano più ascoltato in rete hahahahaha.

Com’è stato aprire per i Rats nella data di presentazione del loro nuovo disco, per di più nel locale di casa loro?
Non era la prima volta che aprivamo ai Rats, è sempre divertente, ormai siamo amici. E’ stato un grande onore suonare con loro al Vox, hanno scritto una pagina importante nella storia del rock italiano.

I progetti per il futuro ora quali sono? Stai già lavorando a pezzi nuovi?
Certo!! Abbiamo già mezzo disco quasi pronto! Dico “abbiamo” perché stavolta invece di fare tutto da solo sto scrivendo e arrangiando in compagnia di Simone, Luca e Giulio, la banda Dallinferno hahahahaha.

Corrado Riva

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