Incontriamo Florence Welch (voce e mente del suo progetto Florence+The Machine) il giorno del suo unico concerto in Italia, per una roundtable a base di tè e pasticcini, in piena tradizione inglese.
16 ottobre 2009
Ti ha sorpreso questo successo immediato e consenso unanime che hai raccolto un po’ ovunque?
Nemmeno io mi sarei mai aspettata un successo simile E la stampa del settore a favore, è davvero incredibile. Quando ho visto che “Lungs” era secondo in classifica, dietro solamente a Michael Jackson, non mi sembrava vero.
Hai mai avuto momenti di pressione dati da questo successo inaspettato?
Solamente nei giorni immediatamente precedenti l’uscita di “Lungs”, quando ancora non potevo sapere come sarebbero andate le vendite; ora non sento più questa pressione e posso solo concentrarmi sui concerti, la dimensione che preferisco di più, dove mi sento veramente a mio agio. Probabilmente però quando sarà il turno del secondo album la storia si ripeterà!
Si dice che tu abbia scritto molti i tuoi pezzi migliori da ubriaca, è così?
No, non proprio, probabilmente ho detto questa cosa quando ero ubriaca. (risate generali)
Penso di aver scritto uno dei miei pezzi preferiti quando stavo recuperando da una sbornia, ma è tutto qui. La mia opinione è che quando non sei sincronizzata con la realtà, sei libera da certe inibizioni e quindi scrivi meglio. Modi per raggiungere questo stato particolare possono essere tramite le sbronze o nella fase successiva l’ubriacatura, ma non sono certo gli unici.
C’è chi ha tirato in ballo Kate Bush o Siouxsie. A chi ti ispiri?
In verità non ho mai sentito molto di quegli artisti, anzi, ho cominciato a sentirli realmente solo quando la gente ha iniziato a compararmi a loro.
Io ho sempre sentito molto la musica soul o blues, così come Nina Simone, Etta James Otis Redding e Tom Waits. Però amo molto anche la musica pop o hip-pop….insomma, le mie radici sono molteplici.
Molte donne stanno conquistando posizioni rilevanti nelle classifiche mondiali, che ne pensi?
Durante gli anni ’90 e l’inizio di questa decade il panorama era dominato da artisti maschili, ora tocca alle ragazze: va a fasi, ma dipende solo dai media e da quello che vogliono proporre. Ci saranno sempre artisti femminili o maschili o band, non scompaiono mica. Se riesci a ritagliarti la tua fetta di pubblico, poi per fortuna puoi lavorare senza preoccuparti di queste cose, e la gente non ti guarderà più in base al trend del momento, ma come un artista che fa musica e basta.
Rispetto a una tua normale serata, com’è stato aprire per la reunion dei Blur?
Non mi è capitato spesso di essere in ansia prima di un concerto, ma quella volta ero davvero terrorizzata. Stavo per esibirmi nel posto più grande in cui avessi mai suonato, davanti a un pubblico che non era il mio e aprendo per un gruppo che ho sempre ascoltato…Avevo davvero paura che i fan mi odiassero! Quando li ho visti suonare ho anche realizzato quanto la loro musica mi abbia influenzato…sono stati grandiosi!
Cosa dobbiamo aspettarci da questo unico concerto in terra italiana?
Durante il viaggio da Oslo a Copenhagen abbiamo perso tutta la nostra strumentazione perché il camioncino ha preso fuoco, quindi stiamo ancora cercando di recuperare il vibe e il sound. Oltre alla perdita materiale, ciò che ci ha fatto veramente male è il valore sentimentale che ci legava a questi strumenti, quindi ogni volta che saliamo sul palco proviamo a non pensarci, divertendoci e basta.
Quanto durerà il tour di presentazione del disco?
Questa è la penultima data del tour europeo, poi andrò in America, Australia, Singapore, Giappone, nuovamente in Francia….insomma sono occupata per il resto della mia vita!
Stai già pensando o lavorando a nuovo materiale?
Abbiamo allestito un mini studio nel tour bus, registrando anche un brano a notte fonda; ho molte idee al momento, ed è per questo che ho cominciato a tenere una rubrica piena di appunti.
Nicolò Barovier