Dopo il frittatone come quinto giudice di “X Factor”, con il salvataggio di Rita Bellanza e la seguente eliminazione di Camille Cabaltera, Gianni Morandi esce oggi con “d’amore d’autore”, il suo quarantesimo album (fuori il 1 dicembre anche in vinile), che, a quattro anni da “Bisogna vivere”, lo rilancia come interprete di canzoni d’amore.
Un progetto alla vigilia del quale il pensiero non può che andare al compianto Luis Bacalov, premio Oscar per la colonna sonora de “Il Postino”, amico e collaboratore di una vita, scomparso il 16 novembre. “Pensate quanto è stato straordinario per me conoscere una persona come Luis. All’epoca assieme a Morricone erano gli arrangiatori della RCA, due premi Oscar! Per me ha scritto canzoni formidabili, “Se non avessi più te”, “La fisarmonica”, “Notte di Ferragosto”, “Ho chiuso le finestre”, ma soprattutto ha scritto la canzone più famosa di tutte, perché possono passare ancora venti, trenta, cinquant’anni e, con tutto quello che ho cantato, “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte” sarà sempre la prima cosa che viene in mente alla gente quando mi vede”, racconta Gianni, visibilmente commosso.
Anticipato dal singolo “Dobbiamo fare luce”, firmato da Ligabue, il disco raccoglie sette inediti d’autore, più il duetto con Fiorella Mannoia in “Onda su Onda” di Paolo Conte, in un progetto che, sotto l’egida della voce senza tempo di Morandi e della produzione di Luciano Luis Luisi (Zucchero, Ligabue), accosta stili compositivi anche molto diversi tra loro. “Finito il tour con Baglioni, un po’ avevo voglia di cantare ancora, ma non sapevo come. Allora Salzano mi ha proposto di fare un tour da solo, però sai, con Baglioni andavamo alla grande, quindi qualche timore ce l’avevo e poi non potevo andare a cantare le vecchie canzoni, così ho pensato di cercare qualche nuova canzone, qualche autore nuovo, che non avessi mai cantato… per esempio Ligabue”.
Così incontrato il suo manager Maioli davanti a un piato di tortelli alla zucca, il progetto ha preso il volo, proprio partendo dal pezzo di Ligabue e dall’avamposto di Correggio, dove il disco è stato registrato per la produzione di Luisi.
Ne è venuto fuori un disco in equilibrio tra canzoni d’autore dall’elevato peso specifico e quella piacevole levità tipica di Morandi, che sempre attento alle novità è stato capace di convogliare qui le penne di autori già navigati, così come quelle delle nuove leve del cantautorato italiano.
Oltre al già citato Ligabue, ci sono Ivano Fossati, “Ultraleggero”: “È l’unico artista col quale avevo già collaborato in passato. La canzone ha queste metriche strane, non è stato facile entrarci dentro, ma è un pezzo bellissimo”.
Elisa, “Se ti sembra poco”: “Ci ha mandato il pezzo che non era ancora finito, poi ha quasi rinunciato, perché era troppo piena di impegni, ma alla fine ci ha chiamati e ci ha mandato il provino, che ci è piaciuto molto. Tra l’altro, nel provino c’è la sua voce e noi l’abbiamo lasciata dentro sul finale, ma lei non lo sa, se si lamenta le diciamo che l’ha fatto un’altra”, scherza Morandi.
Giuliano Sangiorgi, “Che meraviglia sei”: “Anche lui mi aveva mandato un altro pezzo, “Un vecchio amico”, che era più Negramaro e non riuscivo, non mi sembrava venisse un granché. Allora gli ho detto: “Scrivi d’amore Giuliano!” e mi ha mandato questo pezzo bellissimo, melodico, nella tradizione italiana, che sento molto più mio”.
Tra gli autori che si stanno affermando in questi anni, invece, troviamo Levante, “Mediterraneo”: “Sono molto curioso e attento a queste cose nuove che arrivano, sempre nella tradizione della musica italiana. Credo che Levante sia rimasta sorpresa che le abbiamo chiesto un pezzo, ma è davvero molto brava e poi è molto sensuale, molto bella, mediterranea”.
Tommaso Paradiso, “È una vita che ti sogno”: “L’ho conosciuto un paio di anni fa in un ristorante a Roma, era assieme a Federico Russo. Così ho scoperto i TheGiornalisti, poi ho ascoltato un suo pezzo alla radio, “Sold Out”, e l’ho chiamato, chiedendogli di scrivermi una canzone. I suoi editori, però, me ne avevano già mandata una: “Amore indiano”. Ascolto sta canzone, la storia di uno che lavora in un call center è un indiano… Ma Tommaso cosa mi hai mandato, ho settant’anni e più, dai, “Amore Indiano”?! Alla fine, quindi, mi ha mandato “È una vita che ti sogno”, una canzone che secondo me una così bella lui non l’aveva mai scritta”.
Ermal Meta, “Un solo abbraccio”: “Ho chiesto un pezzo a Ermal e mi ha mandato “Un solo Abbraccio”, pezzo molto bello e siccome io su Facebook saluto sempre con “un abbraccio”, penso che ci abbia un po’ giocato con sta parola”.
Paolo Simoni, “Lettera”: “Una canzone, che è completamente diversa dalle altre e mi ricorda in qualche modo “La Fisarmonica” di Bacalov e Migliacci. È una lettera scritta a mano come si faceva una volta in certi momenti e che mi fa proprio tornare in mente l’Emilia-Romagna, la gioia di stare insieme, la passione, però con la tradizione della balera romagnola, di questo dna che abbiamo dentro noi, il valzer, la mazurka. È un pezzo molto diverso dagli altri, ma molto intenso e Simoni mi ricorda sempre Lucio Dalla, hanno lavorato insieme e Lucio aveva molta stima di lui”.
Insomma, c’è tanta bella carne al fuoco in questo “d’amore d’autore”, così come ce n’è nella carriera di Morandi, che dopo l’avventura di “Capitani Coraggiosi” con Baglioni, quest’anno alla direzione di Sanremo, al quale, fa sapere, che non direbbe di no se invitato per un’ospitata, si sta preparando per il tour in partenza il 22 febbraio da Jesolo per una ventina di date circa in tutta Italia (biglietti su TicketOne). E, più avanti, ci sarà anche in tv con la nuova stagione della serie “L’isola di Pietro”.
Foto copertina Julian Hargraves.