Gio Rossi e il suo libro “Diari di bordo: un batterista a Miami”

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Ho avuto modo di conoscere Gio Rossi diversi anni fa, un personaggio simpatico e alla mano. Ottimo musicista, con un gran gusto nel suonare e una passione con la quale in pochi possono competere. Un professionista serio e preparato. Non lo sentivo da un po’ di temp, il buon Gio, al punto che stavo proprio pensando di scrivergli per chiedergli qualche aggiornamento sulle sue attività e quelle del suo Collettivo Mazzulata, quando ecco che trovo una sua mail. Mi dice che è su una nave da crociera, che solca il Mar dei Caraibi, a suonare con una big band. Dice che è un’esperienza molto istruttiva, interessante e coinvolgente, e che sta annotando su facebook una sorta di diario di viaggio.

Ovviamente corro sul social network a curiosare e trovo i suoi appunti estremamente interessanti e divertenti: il mio primo pensiero è stato che, se li avesse raccolti, ne sarebbe venuto fuori un bel libretto. E a quanto pare non è stato solo un mio pensiero, perchè appena tornato a casa, l’esplosivo musicista ha raccolto le sue pagine di viaggio virtuali, le ha arricchite di qualche nota e le ha mandate a stampare.

Il risultato è un libro di una settantina di pagine che si può acquistare su Amazon ad un prezzo estremamente popolare e che vale ogni centesimo dei soldi che costa. Si intitola “Diari di bordo: un batterista a Miami” ed è una lettura leggera, che vola via in un attimo, diverte ed offre anche diversi spunti di riflessione su svariati argomenti, ma principalmente su quello della musica e della professione di musicista, lavoro duro, specialmente nel nostro Paese, dove è difficile ritagliarsi una posizione nel giro “che conta” e soprattutto dove “tirare a campare” è davvero un’impresa che a pochi riesce.

Dopo la gustosa lettura ho pensato di contattare Gio per fargli qualche domanda e approfondire quanto letto.

A mente fredda, ora che sei tornato a casa, cosa ti è rimasto di questa esperienza? Ripartiresti per l’avventura?
A mente fredda mi è rimasto il caldone dei Caraibi, mentre al ritorno ho immediatamente preso una bronchite, e dato che io odio il freddo, ho deciso di accettare un secondo lavoro con la stessa band. Ripartirò a fine maggio per altri 5 mesi.

Più volte nelle pagine del diario fai dei confronti fra la situazione che hai vissuto dall’altra parte del mondo e quella italiana. Gli spunti di riflessione sono parecchi, hai avuto modo di raccogliere le idee e le impressioni ora che sei a casa? Consiglieresti questa esperienza a dei giovani italiani aspiranti professionisti del settore musicale?
Sulla nave avevo una situazione lavorativa stabile ed ero immerso in un ambiente con regole precise. In Italia, il mondo della musica moderna è un Far West e io francamente non lo sopporto più. Consiglio a chiunque, non solo ai giovani, di partire. E’ una esperienza lavorativa serissima e sostanzialmente meritocratica. Se lavori bene continui a lavorare, se no…

Da quanto ho capito, lo scambio culturale a livello musicale è stato notevole. Cosa ti sei portato a casa da questa esperienza?
Ho capito meglio il pop americano, che non è fatto solo di Star di plastica. Ho capito meglio il merengue, che è musica bellissima e variegata, non certo quella brodaglia che passava da noi qualche anno fa. Ho anche sperimentato un modo duro di lavorare. Ritmi di lavoro, soprattutto in fase di preparazione, per noi impensabili. Ma si fa così, ed è per questo che spesso le band americane suonano meglio. Si preparano meglio.

Il “Collettivo Mazzulata” potrà tratte giovamento da queste tue nuove esperienze? Pensi che sentiremo ancora parlare di voi?
Il CM è stata una esperienza bellissima e irripetibile, ma purtroppo non ha avuto il riconoscimento che gli spettava. Di quel che combinavamo sul serio se ne sono accorti in pochi (tra cui il mio intervistatore). Però moltissimi brani e certe nuove direzioni che stavamo sperimentando non le abbiamo potute documentare. In futuro, se riuscirò, porterò avanti quella musica, perchè mi appartiene e ci appartiene, e va sviluppata e promossa.

Quali sono i progetti per il futuro?
Finire il prossimo contratto e poi incidere musica. Ho parecchie cose nel cassetto e le voglio pubblicare. E poi libri di musica. Sto scrivendo e tra non molto pubblicherò qualcosa. Amo creare cose nuove, è la mia vita.

Cover: pagina facebook

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