Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Giordano Sangiorgi, mente dell’importante Meeting delle Etichette Indipendenti a pochi giorni dall’apertura dell’edizione 2008.
17 novembre 2008
Ci può rapidamente illustrare le novità principali della nuova edizione del MEI 2008?
La manifestazione quest’anno diventa una full immersion di 72 ore su tutta la nuova musica italiana: da venerdì 28 a domenica sera 30 novembre con in mezzo una notte bianca indies e un facebook rock party con piu’ di 400 artisti dal vivo: Bandabardo’, La Crus, Cisco, Daniele Silvestri, Tricarico, Angela baraldi, Giovanni Lindo Ferretti e Nicola Piovani e poi Marracash, Piotta, Vallanzaksa , Frate Metallo sono solo alcuni tra i tanti nomi live ai quali aggiungere anche nomi come Piero Pelu’ , Niccolo’ Fabi e Morgan oltre a Le Luci della Centrale Elettrica e Il Genio, e tanti altri ancora. Con al centro tutte le nuove produzioni italiane: dal pop al rock, dal folk alla musica d’autore, dallo ska al metal, dall’hip hop all’elettronica senza alcuna discriminazione di nessun tipo. Incrocia ancora di piu’ le altre discipline legate alla musica come i videoclip – ne sono arrivati piu’ di 250 al Pivi, il piu’ importante premio italiano – i libri e a tutte le innovazioni del settore come i siti di distribuzione digitale e le web radio, oltre ad essere un punto di riferimento per affrontare i problemi del settore come il rilancio della Legge per la Musica. Tra le grandi novità per gli operatori due workshop con i principali operatori esteri che ci diranno come promuovere la nuova musica italiana nel mondo.
Quali sono stati i nomi migliori che si sono affermati sul mercato usciti dalle ultime edizioni del MEI?
Abbiamo avuto una lunghissima teoria di artisti e band che si sono esibite sconosciute al Mei e poi si sono imposte al grande pubblico. L’anno scorso per citare due nomi avevamo sul palco di Indipendulo Beatrice Antolini e Le Luci della Centrale Elettrica, rivelazioni dell’anno, mentre per tutto l’anno nella classifica delle nostre webradio della Indie Music Like è stato in testa Il Genio con PopPorno fino ad esplodere. Ma tra i tanti mi piace ricordare il premio che demmo ai Baustelle nel 2000 con Sussidiario Illustrato della Giovinezza e ricordare che nel ’97 sul primo palco Mei c’erano degli ancora quasi sconosciuti Subsonica e che poi tra i tanti sono passati anche Tiromancino, Negramaro e Caparezza prima di esplodere, ma i nomi sono tantissimi naturalmente così come il fatto che il loro successo certamente non è dovuto al Mei ma il Mei è stato uno step verso la loro crescita.
Avete mai pensato di ampliare la durata della manifestazione? O di organizzare un secondo appuntamento durante l’anno magari all’aperto?
Sì, ma per l’ampliamento della durata crediamo che non sia utile perché rischia di frammentare il settore che invece in un grande mix si incontra e si confronta sui piu’ diversi argomenti, mentre per un secondo appuntamento alle porte dell’estate ci stiamo seriamente pensando e stiamo ragionando sulla riviera adriatica come location.
Quanto è importante comprendere che il music biz sta cambiando (o è già cambiato) e adottare nuove soluzioni per diffondere le realtà indipendenti?
Fondamentale. Chi sarà capace di stare sui nuovi mercati e di valorizzare al massimo i vecchi potrà proseguire in questo settore, chi non si accorgerà dei cambiamenti è destinato a soccombere.
Quanto la crisi economica può influire sul mercato indipendente?
In maniera totale. Quando c’è crisi si riducono i consumi superflui e la musica, se poi la si può ascoltare gratuitamente tutto il giorno visto l’ampliamento esponenziale di diffusione, certamente può essere tra i beni che una famiglia e un giovane tagliano. Bisogna saper riconquistare questi due pubblici con due diversi tipi di produzione: il primo di grande qualità legata anche a vecchi modelli di distribuzione ma a prezzi normali e il secondo attraverso i nuovi mezzi di social networking per portarlo sulle nuove piattaforme legali della musica. Infine, è necessario che la vecchia guardia della discografia presente in Italia con gli stessi nomi oramai da trent’anni lasci il passo a una nuova generazione di produttori musicali. Da questo punto di vista il ricambio è oramai improcrastinabile se si vuole restare sul mercato culturale e commerciale.