Abbiamo raggiunto Giovanni Nuti, inconfondibile voce italiana per una rapida chiacchierata su presente e futuro.
25 marzo 2009
Sei già da tempo al fianco di Alda Merini, quanto questa esperienza ti sta segnando come uomo e come artista?
Sono più di sedici anni che collaboro con Alda Merini e questo “matrimonio artistico” – come lei ama definirlo – mi ha arricchito, cambiato, travolto e nobilitato. Sono consapevole che è un’esperienza a dir poco unica, un’esperienza che ti va a scavare così nel profondo che: o ce la fai o anneghi 🙂
Io posso dire di essere “sopravvissuto” perché ho sentito nel cuore quanto fosse importante la sua presenza sia per la mia arte che per il mio percorso di uomo. Ho imparato e continuo ad imparare da lei cose incredibili, ad andare oltre la materia e vedere l’invisibile che in realtà è ben visibile, basta volerlo ed esserne consapevoli.
Come nasce la collaborazione con l’Onlus “Doppia difesa”?
Alda Merini mi ha dettato una poesia: “Il regno delle donne”. Il tema della poesia mi ha toccato molto pensando alle violenze subite da Alda ma anche alle innumerevoli storie che ho ascoltato di donne violentate sia fisicamente che psicologicamente. Quello che mi ha dato gioia nella poesia sono state le parole che fanno riferimento allo splendore che c’è in ogni donna, nonostante la perdita di amore e di autostima. Questo mi ha portato a scrivere una musica che non fosse solo dolore e sofferenza ma soprattutto speranza e fiducia di riuscire a farcela, nonostante tutto. Alda Merini ne è una prova ed un esempio: si può uscire da ogni situazione, anche la più oscura purché ci si affidi a quella luce che c’è in ognuno di noi. Basta riuscire a vedere che non esiste solo il buio. E si può uscire dal buio abbandonando la vergogna e la paura di parlare. Da soli non ce la possiamo fare. Non fa notizia, ma ci sono migliaia di persone che lavorano con amore e dedizione per aiutare chi ha bisogno ed è in difficoltà. Quindi, dopo aver musicato la poesia “Il regno delle donne,” io e Alda abbiamo pensato di donarla ad una associazione seria che si occupasse di donne che avevano subito violenza e abbiamo pensato a due donne straordinarie come Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno e la loro “Doppia difesa” L’incontro con Michelle è stato speciale, soprattutto nel vedere queste due donne, Michelle e Alda, così tenere e dolci mano nella mano.
Come valuti come artista a due anni di distanza l’album “Rasoi Di Seta”?
L’album “Rasoi di seta” è un album senza tempo, un album che mi fa ricevere ancora adesso moltissime e-mail di persone che mi scrivono che nell’ascoltarlo si emozionano. In un momento come questo in cui vanno di moda i litigi, le offese, le parolacce, il mettere in piazza i gusti sessuali di questo o di quello, che ci sia gente che ami parlare di poesia mi sembra un grande segnale positivo e di speranza per il futuro. Rasoi di seta è l’album che mi fa sentire “realizzato”, quello che da sempre sognavo e che mi fa dire: “Ci sono riuscito”. In questa operazione così importante devo ringraziare Alda Merini, ma anche Milva che è stata la prima a credere in questo progetto di musica e poesia – prima di “Rasoi di seta” abbiamo realizzato insieme il CD “Milva canta Merini”. Inoltre devo ringraziare Paolo Recalcati – che insieme a Fausto Dasé, Timur Semprini e Daniele Ferretti – ha prodotto questo album.
Quali sono le tue priorità per il 2009? Cosa speri di riuscire a realizzare prossimamente?
La promozione de “Il regno delle donne” è la cosa prioritaria. Ci credo molto e credo che questa canzone possa fare veramente del bene. Ho affidato l’arrangiamento del brano al maestro Giancarlo Di Maria con la supervisione del “grande” Celso Valli che è stato il produttore di due miei album precedenti.
Nel frattempo sto lavorando a nuovi progetti musicali con testi sempre di Alda Merini e Paolo Recalcati, autore dei testi dei miei primi album. Inoltre stiamo finalizzando la pubblicazione del dvd registrato nel Duomo di Milano del “Poema della croce”, opera sacra di Alda Merini che io ho musicato e interpretato assieme all’autrice. Per la prima volta Alda Merini si è calata come attrice nel ruolo di Maria, davanti ad un Duomo stracolmo di 4.000 persone, con la “benedizione” di monsignor Gianfranco Ravasi.