Abbiamo scambiato quelche battuta con Giovanni Nuti riguardo al suo nuovo disco, “Una piccola ape furibonda”, il quale contiene undici brani con i testi scritti da Alda Merini, otto dei quali inediti.
Il disco esce sette mesi dopo la scomparsa di Alda Merini, quale dedica migliore alla sua memoria che questi nuovi pezzi inediti? A quale di questi ti senti più legato? Qual è stato quello che ha richiesto maggior impegno in sede di registrazione?
Questo disco è molto importante per me. Per realizzarlo io e Alda Merini abbiamo impiegato due anni e Alda mi ha dettato numerosi inediti perché io li musicassi. Abbiamo scelto assieme i brani e Alda ha fatto in tempo ad ascoltare e approvare le mie musiche e i miei arrangiamenti. Volevamo un disco che avesse come leit-motiv la “leggerezza” e infatti ci sono brani giocosi come “Una piccola ape furibonda”, “Il gas”, “Il depresso” e “La stufa di maiolica”. Dirti a quale brano sia più legato mi risulta difficile. Diciamo che per me sono come i petali di un fiore e ogni petalo ha un profumo e un’importanza a sé. In sala di registrazione è stato tutto molto facile e armonioso. Come accadeva ad Alda per le poesie, i miei arrangiamenti, come le mie musiche, nascono di getto (c’è chi mi ha fatto notare che in fondo incarnavamo entrambi l’essenza del jazz: l’improvvisazione). Devo ringraziare Fasto Dasè, giovane di talento, per avere curato la produzione artistica.
Quale/i ricordo/i conserverai per sempre della Merini?
Avendola frequentata e vissuta nell’arco di 16 anni – ci sentivamo o vedevamo quotidianamente – conservo innumerevoli ricordi di Alda Merini, ricordi indelebili. Quello che mi sovviene adesso è quando per telefono quasi ogni giorno mi cantava una canzone (per lo più canzoni napoletane, arie d’opera, canzonette leggere dei suoi anni giovani), ma la cosa che conservo maggiormente è la sua capacità di trasformare con la poesia ogni cosa, come avesse una capacità magica. Anche le cose più difficili da accettare, i grumi di dolore della sua esistenza, nel momento in cui Alda Merini vi versava i suoi versi, tutto veniva trasformato da fantastiche cascate di acqua limpida.
La Merini ha parlato spesso della chiesa nascosta del pubblico che ha accolto il vostro “matrimonio artistico” osteggiato da altri attori della scena dello spettacolo: qual è stato il momento più difficile di questo sodalizio?
Abbiamo dovuto scontare la diffidenza nei confronti di questo connubio tra musica e poesia da parte degli addetti ai lavori di entrambi i campi: da parte dei discografici che hanno per molto tempo considerato il nostro progetto troppo elitario e difficile per il pubblico e da parte di certi letterati che hanno sempre sollevato il sopracciglio come se la poesia non fosse nata con la musica o non fosse mai stata musicata nel corso della storia (Che cosa erano gli aedi omerici se non cantastorie? E i madrigali rinascimentali, l’Inno alla gioia di Schiller nella nona sinfonia di Beethoven o i lieder di Schubert che cosa sono se non poesie messe in musica? E per venire più vicino a noi, nessuno ha mai sentito parlare dei blues dei poeti della beat generation?). Non abbiamo mai avuto momenti difficili nella nostra collaborazione, perché la cosa più importante era per noi la gioia e il piacere di “creare” insieme (dalle canzoni alla nostra opera sacra, il “Poema della croce”) e in fondo abbiamo sempre cercato di non farci scalfire dalle piccolezze e dalle cattiverie. La cosa che mi dà conforto ancora è che in una delle sue ultime telefonate Alda mi disse: “Non dimenticarti mai che tu sei stato la mia musica”.
La collaborazione con la Merini è stata una fase molto importante della tua carriera. Cosa aspetta ora Giovanni Nuti? i tuoi prossimi progetti?
La mia collaborazione con Alda Merini ha segnato la mia vita e la mia carriera. Con lei ho iniziato il viaggio dell’anima che una volta iniziato non si può più fermare. Nei mie progetti ci sono tanti concerti in cui darò vita alla straordinaria voce poetica della Merini sia Italia che all’estero. I miei progetti futuri? Mi sto preparando per un appuntamento importante che vedrà al mio fianco la presenza di una grande attrice quale Lucia Bosè, che leggerà i versi di Alda Merini alternati alle mie canzoni. Questo recital “Una piccola ape furibonda” – dal titolo del cd appena uscito – si terrà in Sardegna: il 31 luglio a Porto Cervo (Olbia).