Giulia Mazzoni è una giovane pianista già molto conosciuta nel circuito nonché vincitrice del Premio Ciampi 2013 nella categoria “Migliore cover di Piero Ciampi” con l’arrangiamento del brano “Quando il giorno tornerà” del cantautore e poeta livornese. Ha pubblicato il suo primo album “Giocando con i Bottoni” e, il 2 dicembre si esibirà in concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma. (photo credits Alessio Pizzicannella)
Come stai vivendo questa improvvisa esposizione mediatica? Come ti trovi sotto i riflettori?
Emotivamente sto vivendo questa esperienza con grande felicità e con la consapevolezza che è soltanto un punto di inizio e non di arrivo. A livello quotidiano vivo esattamente come prima. Studio, vedo la mia famiglia e i miei amici, cerco di migliorarmi ogni giorno lavorando con grande impegno, costanza e umiltà. Insomma…sono sempre la Giulia di prima, solo con qualche impegno in più. Mi trovo bene sul palco e sotto i riflettori. Sono un mezzo per poter comunicare al mondo la mia passione, il mio amore per la musica e la vita. Mi piace stare sul palco non tanto per il piacere di apparire ma per essere. Sul palcoscenico riesco ad essere veramente Giulia, sul palco della vita invece non sempre ci riesco.
Quanto tempo ha richiesto la composizione e quindi la registrazione di “Giocando con i bottoni”?
“Giocando con i bottoni” è un album composto da 14 composizioni nate in periodi diversi. Si tratta di una selezione di composizioni che avevo già nel cassetto e di alcuni brani nati più recentemente come “Where and When”, “Lia”, “Omino rosso”, “Labirinto” ed “Elefantino di pezza”. Per quanto riguarda la registrazione, è stato realizzato in 5 giorni di lavoro intenso. Sono stata seguita da un grande ingegnere del suono, Emiliano Alborghetti, che mi ha guidata con passione ed esperienza.
Quali sono state le tue maggiori fonti d’ispirazione? Quali gli artisti che ti hanno spinto a diventare musicista?
Le mie maggiori fonti di ispirazioni sono la vita, l’arte e il sogno. La vita mi ispira ogni giorno con i suoi cambiamenti e fenomeni. Attraverso la musica racconto quello che vedo, vivo, sento. Un altro elemento di forte ispirazione per me è l’arte. Amo profondamente la musica ovviamente, il teatro, il cinema, l’arte figurativa, la pittura e la fotografia. Ogni volta che posso mi perdo in qualche mostra. Il sogno è un altro importante elemento. Sono una sognatrice, l’immaginazione e la curiosità sono componenti che fanno parte del mio essere. Mi batterò sempre per il sogno, una causa che sento e vivo in prima persona, attraverso la mia musica. Gli artisti che mi hanno influenzata maggiormente sono stati sicuramente Chopin, Debussy, Satie, Michael Nyman, i compositori cinematografici, la musica pop e rock. Provengo dal mondo classico ma ho da sempre le orecchie e il cuore aperti verso generi tra loro diversi e continuo a commuovermi ogni volta che ascolto “La cura” di Franco Battiato.
Come pensi possa collocarsi il tuo album all’interno del mercato discografico contemporaneo? Riesci a delineare un ascoltatore “tipico” della tua musica?
Non amo dare una definizione della mia musica se non contemporanea. Amo tutta la musica e ritengo che ogni genere abbia elementi di interesse e grande dignità. Sarei felice di essere sullo scaffale della musica contemporanea come su quello della musica pop. Felice di essere vicina a Mozart e Nyman ma anche a Jovanotti. Per quanto riguarda il tipo di ascoltatore della mia musica, non mi sono mai posta questa domanda. Ai miei concerti ci sono amanti della musica classica ma anche del pop o del rock. Un pubblico universale e contemporaneo come vorrei che fosse la mia musica, contemporanea e universale.
Quanto giudichi importante la funzione di un’arte come la musica in un periodo di crisi economica, sociale e politica come questo?
Stiamo vivendo un periodo molto difficile. Un momento storico di grande crisi economica, politica, sociale, dominato da un crollo dei valori e un clima di enorme pessimismo. La musica, l’arte e la cultura sono le fondamenta dalle quali ricostruire e ripartire. Sono la speranza, la piccola luce in fondo a questo tunnel oscuro. Abbiamo bisogno di tornare a sognare. Stanno cercando di ammazzarci i sogni ma dobbiamo ribellarci trovando la forza dentro di noi ed il coraggio necessari per continuare a credere e camminare.