Il trio indie rock dei Gossip è tra i più chiacchierati del momento. Anche a causa dell’immagine della loro leader e cantante, l’enorme (lo dice lei stesso) Beth Ditto.
30 giugno 2009
Senza dimenticare i contenuti, sempre polemici e in difesa dei diritti di gay, lesbiche, transessuali e obesi. “Music For Men” è il loro quarto album in studio, e in Italia ha debuttato direttamente al numero 29 della classifica ufficiale. Quanto sotto è quello che ci hanno raccontato Brace, Hannah e una Beth entusiasta del caffè italiano (“Lo ammetto, adoro il vostro paese soprattutto per il caffè. Ormai è una specie di droga per me, e poi ero stufa di quella schifezza che mi davano da bere in Inghilterra”).
Beth: “E’ vero, noi siamo uno dei pochi act a non aver timore nel mischiare musica e rivendicazioni politiche a favore dei diritti dei gay. Mentre molti altri artisti, che pure condividono con noi lo stesso orientamento sessuale, hanno molte più riserve nel farlo. Credo che questo succeda soprattutto perché la maggior parte di loro teme di poter offuscare la propria carriera. Non è il nostro caso, io e i ragazzi della band siamo fieri di portare avanti le battaglie a supporto delle cause femministe e LBGT. D’altra parte, anche in passato qualche musicista ha rotto il velo di omertà che, il più delle volte, nasconde questo mondo: penso ai Bronsky Beat o, ancor prima, a Jobriath. Certo noi lo facciamo in maniera ancor più consapevole. Mi ritengo fortunata nel poter manifestare apertamente il mio essere lesbica. Amo essere omosessuale, adoro i gay e sono felice quando sento le persone dire di esser liete di essere gay!”
Beth: “Mi ritengono un’icona della moda, ma sinceramente non ho mai cercato di esserlo scientemente. Certo adoro fare shopping, dappertutto: può essere un grande magazzino come il Wal – Mart, oppure un negozio più tradizionale, non m’importa. Ma l’interesse verso i vestiti e la moda è un impulso che ho sempre avuto, sin da bambina; qualcosa che fa parte del mio carattere e della mia personalità. Pensa che proprio da bambina volevo assolutamente sposarmi, ma onestamente del matrimonio m’interessava soltanto l’abito che avrei potuto indossare (risate).”
Beth: “Per adesso, il brano del nuovo album che preferisco e in cui ritengo di aver cantato meglio è ‘Four Letter Words’; non sono mai stata così soddisfatta di nessun pezzo scritto in passato. Riguardo all’ispirazione del disco, durante la sua stesura ho risentito molti vecchi dischi di Ike & Tina Turner, e in generale molto soul. Sono sempre stata una grande fan di soul e in particolare di Tina Turner, ma ultimamente li ho riscoperti, e mi piacciono sempre moltissimo.”
Brace: “Per ‘Music For Men’ sono stati molto importanti i Depeche Mode. Poi, oltre a loro, come sempre della buona disco music, parecchio punk…insomma, tanta, tanta musica differente ed eterogenea.”
Beth: “Come sono i miei rapporti con gli uomini ultimamente? Più che buoni, anzi ottimi. Per gli uomini sono la miglior amica che possano volere (ride). A parte tutto, non ho nulla contro di loro, anzi. La prospettiva che adotto è quella di un femminismo aperto: semplicemente un modo di vedere il mondo in grado di donarmi maggior consapevolezza e conoscenza. Il titolo del disco è semplicemente ironico, una sorta di battuta femminista, per contrastare un mondo maschilista, ma non c’è necessariamente odio o risentimento. Noi abbiamo sempre cercato di essere ironici, anche quando affrontiamo temi scottanti.”
Hannah: “Quello che i Gossip vogliono comunicare è la possibilità che tutti hanno di poter realizzare sé stessi e le proprie inclinazioni, anche se tutti o quasi ti considerano strambo, bizzarro, ‘freak’. Posso parlare di me: venendo da una piccola città, da ragazzina mi sentivo spesso frustrata, poiché considerata troppo strana, quasi fosse alienata dal contesto nel quale vivevo. Poi, grazie all’arte, alla musica, soprattutto grazie a gruppi come Sonic Youth e Nirvana, sono riuscita ad accettarmi maggiormente, a capire che la mia stranezza non era per forza un male, ad esprimere la mia vena creativa.”
Beth: “Anche per me Sonic Youth e Nirvana sono stati molto importanti. Soprattutto questi ultimi: avevo appena 11 anni quando uscì ‘The Year Punk Broke’, il documentario che me li fece conoscere. Per me quello, i video che passavano su MTV, il movimento grunge…insomma, un insieme di cose che mi fecero scoprire l’underground musicale e un modo di pensare alternativo. Sono stata fortunata a vivere quel momento in prima persona, seppur giovanissima.”
Brace: “Da quando esistono i Gossip, siamo costantemente in tour. Abbiamo visitato mille città differenti e abbiamo avuto modo di apprezzare l’Europa. Quello che ci ha colpito maggiormente è la cultura che c’è nel vostro continente: mi riferisco soprattutto all’antichità dei vostri monumenti, alla cura verso un patrimonio architettonico vecchio di secoli. Da noi cosa puoi vedere…un McDonald’s vecchio di vent’anni (risate)?
Beth: “Il fatto è che da noi tutto viene costruito, consumato e poi distrutto nel giro di pochissimo tempo. Oltre ad essere un paese ‘giovane’, negli Stati Uniti non c’è il concetto della salvaguardia del passato e della sua eredità”.
Brace: “Poter lavorare con Rick Rubin è stata la miglior esperienza della mia carriera. Ha una grande energia creativa, quasi fisica, sapeva sempre quello che si doveva fare; ed è un vero mistico”.
Beth: “D’accordissimo. Si è trattata di un’esperienza sbalorditiva.”
Hannah: “Un gigante gentile.”
Beth: “Molte mie foto che finiscono sulle copertine delle riviste sono modificate tramite Photoshop. Ma questo per me non è un problema; anzi, sono contenta, perché risulto ancora più grande di quello che sono in realtà, comprese le mie tette (risate generali). Sono naturale ma persino più grossa, perfetto!”
Hannah: “Siamo tutti cresciuti negli anni Ottanta, e ovviamente siamo rimasti molto colpiti dalla morte di Michael Jackson. Personalmente la sua musica mi ha molto influenzato, è tra le prime cose che ho ascoltato nella mia vita. Le sue canzoni sono senza tempo, e nei suoi video potevi percepire la folle perfezione e l’incredibile energia che quest’artista riusciva a sprigionare.”
Brace: “E’ stato un pioniere dei video musicali. I primi video con i quali MTV ha avuto successo sono stati i suoi.”
Beth: “Da bambina avrei voluto sposarmi con lui; lo dissi anche a mia sorella. Uno dei miei primi ricordi è proprio il suo video di “Billy Jean. Sicuramente il miglior artista della prima era di MTV. Il re del pop, e per me questo titolo se lo merita tutto.”
Hannah: “E’ vero, la copertina di ‘Music For Men’ è un omaggio a Morrissey. Un omaggio a lui e a George Michael, al loro stile unico e inconfondibile, iconico. Al loro immaginario. Completamente gay, ad essere sinceri.”
Beth: “Sì, gay, ma terribilmente affascinante. Morrissey è un uomo dal fascino incredibile. Non tutti i gay possiedono il suo carisma e il suo stile, veramente notevole.”
Beth: “Mi sono definita una free style rapper perché possiedo un dono, che a volte risulta quasi essere una maledizione: quello di saper inserire qualsiasi melodia in qualsiasi canzone, modificando e rendendo irriconoscibile il tutto in brevissimo tempo. Tutto questo senza pensarci molto, con la massima spontaneità. A volte funziona, altre meno. Quello che è importante è migliorare costantemente la mia abilità vocale, che in fin dei conti è il dono più prezioso che possiedo. Sempre riguardo al mio stile vocale, molta importanza hanno avuto anche Nina Hagen e Yoko Ono.”
Beth: “Oggi abbiamo un contratto con una major e si può dire, in un certo senso, che siamo usciti dall’underground. Ma non abbiamo dimenticato le nostre origini e le cose che più ci premono. Siamo fortunati a vivere oggi, in un’epoca in cui, tutto sommato, l’omosessualità è più accettata; per questo non possiamo dimenticare le battaglie che si sono fatte in passato, non possiamo dimenticare Oscar Wilde, accusato di omosessualità e lasciato morire solo e abbandonato da tutti. O di Virginia, che commise suicidio. Quello che possiamo fare noi e continuare sulla loro strada e prenderci cura dei gay più vecchi, di coloro i quali hanno vissuto fra mille difficoltà. In questo senso essere ‘mainstream’ può essere anche una grande opportunità.”
Hannah: “Abbiamo scelto di vivere a Portland perché, rispetto alle grandi metropoli in cui siamo stati, è una città relativamente piccola, progressista e animata da una fantastica comunità gay. Insomma, ci si può divertire ma anche rilassare. Amo tornare a casa e dedicarmi al giardinaggio, a passeggiare, a vivere una vita normale e tranquilla almeno per qualche giorno.”
Stefano Masnaghetti