Heaven Shall Burn: “Andiamo in tour quando siamo in ferie!”

Gli Heaven Shall Burn sono una delle realtà più interessanti e di successo della scena metalcore europea. Il loro sound potente, condito da testi impegnati e una resa live devastante, hanno contribuito a far assurgere la band tedesca alla stato di cult assoluto tra gli appassionati del genere. Li abbiamo incontrati lo scorso 12 marzo poco prima del loro live di supporto all’unica data italiana dei Korn e abbiamo parlato con il combo teutonico della loro ultima fatica, “Wanderer”, senza dimenticare le loro radici hardcore e lo strettissimo rapporto con i fan, scoprendo che oltre all’universo HSB si nasconde una quotidianità del tutto inaspettata

Cambi in line-up, ma qualità immutata
Gli Heaven Shall Burn hanno pubblicato “Wanderer”, l’ottavo disco in carriera, nel settembre del 2016. Ancora una volta, non hanno deluso i fan evitando di concedere qualsiasi spiraglio a sonorità modaiole o ammorbidendo il loro sound granitico. “Wanderer” è stato anche il primo disco in cui Christian Bass presta i suoi servizi alle pelli, dopo l’abbandono di Matthias Voigt. Nonostante non fosse un volto nuovo (infatti ha ricoperto spesso in passato il ruolo di session drummer) il suo apporto non è passato di certo inosservato: “Alex (Dietz) e Maik (Weichert) hanno scritto la maggior parte del disco, ma ci siamo presi un bel po’ di tempo in studio per focalizzarci sulla resa finale della batteria”. Christian ha cercato di allinearsi senza snaturare il suonotipico della band, ma i suoi suggerimenti hanno fatto la differenza “come una spezia aggiunta dalle mani sapienti di uno chef”.

“Wanderer”, un peregrinaggio mentale e reale
La copertina di “Wanderer” salta subito all’occhio. Come dichiarato dalla band, la foto è stata scattata in Islanda da Christian Tiller, un fotografo che collabora con gli HSB da molto tempo: “Abbiamo chiesto a Christian di andare in Islanda a fotografare una lista di location diverse che volevamo usare per l’artwork – ci spiegano – E alla fine abbiamo scelto questa perché è una delle immagini che rende perfettamente l’idea del titolo”. Una montagna solitaria, che si erge imponente su uno specchio d’acqua al crepuscolo. Perché proprio questa scelta? “Il concept alla base di“Wanderer” è il tentativo di riscoprire di nuovo se stessi e quello che conta davvero, prendendosi una sorta di vacanza dallo stress della vita di tutti i giorni, per riscoprire che cosa vuoi davvero come individuo e per insegnare questa nuova coscienza di sé agli altri”. “Wanderer” quindi vuole anche trasmettere un’idea di forza: “quando vedi la montagna, solitaria ma massiccia, non la puoi ignorare, è un simbolo della forza della coscienza del singolo sull’omologazione della società”.

Un ritratto dei fan nel mondo
Gli Heaven Shall Burn girano il mondo dal 1996 diffondendo il loro sound senza distinzioni. Ma il pubblico è davvero differente, non solo da nazione a nazione, ma anche di città in città: “Germania, Austria, Svizzera sono i Paesi in cui abbiamo più successo. Anche in Sud America, Russia, Giappone abbiamo un ottimo seguito, così come in Italia, Spagna e Francia”. A quel punto, ci interessava sapere quali fossero i fan più presi bene in assoluto: “I messicani sono fuori di testa. Siamo stati in Messico solo una volta e noi non vedevamo l’ora di suonare e i fan di ascoltarci, è stata una conflagrazione perfetta di energie sopra e sotto il palco”. Ma negli Stati Uniti i Nostri hanno vissuto un’esperienza poco piacevole: “Il pubblico si prendeva a bottigliate durante il nostro show e a malincuore ci siamo dovuti interrompere”. La cultura e le usanze dei diversi Paesi segnano le reazioni del pubblico: “I giapponesi sembrano più composti, ma leggi il vero entusiasmo nei loro occhi, a fine concerto non vedono l’ora di incontrarti. I tedeschi fanno molto stage diving e crowdsurfing”. E L’Italia? “Bè, anche voi non scherzate. Ogni volta che passiamo di qui ci riservate un’accoglienza travolgente”.

“Heaven Shall Burn… When We Are Gathered”
Forse non tutti sanno che gli Heaven Shall Burn hanno preso il loro nome da un disco dei Marduk, “Heaven Shall Burn… When We Are Gathered”, appunto. Una scelta abbastanza peculiare considerando la distanza che c’è tra la formazione tedesca e la scena black metal degli anni ’90. Anche se… “siamo fanboy, o meglio lo eravamo. Ma quello che ci intrigava di più del titolo dei Marduk era la potenza intrinseca delle parole che lo compongono. Come individui non-religiosi, il nostro nome calza alla perfezione con la band anche oggi dopo tanti anni, proprio per la sua intensità”. E troviamo anche il tempo per abbandonarci a una considerazione sulla religione: “la religione non dovrebbe giocare un ruolo così fondamentale nella vita. Pensiamo che sia meglio pensare con la propria testa piuttosto che lasciarsi dominare da un’ideologia, qualunque essa sia”.

Un anniversario importante
L’anno scorso i Nostri hanno festeggiato vent’anni di carriera. Ci sembra quindi d’obbligo fare il punto della situazione, ricordando alti e bassi. Ma la band ci stupisce dichiarando: “Il meglio deve ancora arrivare. Non ci saremmo mai aspettati di andare avanti per così tanto tempo. Abbiamo iniziato che eravamo solo un gruppetto di amici che suonavano nei locali della città. E poi, è diventato sempre tutto più grande”. E da “Iconoclast”, il loro album del 2008, il loro successo è aumentato esponenzialmente: “siamo stati letteralmente travolti dal successo, ma non ci siamo montati la testa né ci siamo addormentati sugli allori. Ogni anno ci siamo imposti di migliorare sempre di più, e continueremo a farlo finché ce n’è”. E tutto questo rimanendo con i piedi ben saldi nella vita reale: “Abbiamo dei lavori “normali”, andiamo in tour quando siamo in ferie e quindi deve essere divertente prima di tutto. Ma è vitale per noi mantenere le nostre occupazioni effettive, così quando la gente non avrà più voglia di ascoltarci, avremo un back-up e niente di cui preoccuparci”. Insomma, negli Heaven Shall Burn militano un insegnante di tedesco e media technology, un fisioterapista, un infermiere, un produttore musicale e un dottore in legge. Chi l’avrebbe mai detto?

Hardcore fino alle fine
Ma dopo più di vent’anni di carriera, ha ancora senso credere negli ideali degli esordi? “Basta leggere i testi delle nostre canzoni per capire quanto il background hardcore sia tuttora presente in tutti noi della band”. Gli Heaven Shall Burn sono una band che nutre fortissimi interessi nella politica e nelle dinamiche della società in cui viviamo. Quasi tutti i membri della formazione sonovegani ovegetariani. Cosa forse non comune nel metal tout court, ma sicuramente elemento fondante nella scena hardcore straight edge alla quale la band ha votato la propria esistenza. Quando si dice essere coerenti…