Note di una musica che sembrava perduta. Il passo principale racchiuso tra le note di copertina della sua presentazione. Ecco dunque come suona il nuovo disco di Stefano Vergani, brianzolo nel mondo, etnico e circense quanto basta prima ancora di essere cantautore italiano. Il nuovo disco si intitola “Applausi a prescindere” e ci regala 10 canzoni inedite che per la prima volta firma come solista più che da membro di una formazione. L’Orchestrina Acapulco che sempre lo ha circondato pare non esistere più ma la sua voce sembra riconoscersi comunque tra le righe dei musicisti che restano a suonare con Vergani assieme a nuovi incontri e nuove contaminazioni.
Questo disco – “Applausi a prescindere” viene citato come il tuo primo disco da solista. Quale grande differenza e novità incontriamo oggi nella tua musica?
Vedi, viene citato come primo disco da solista per il semplice fatto che la band che prima mi ha accompagnato si è sciolta ufficialmente, sono rimasti però al mio fianco due musicisti che sono insieme a me, anche produttori del disco. Con loro ho cominciato dieci anni fa e con loro va avanti questa avventura, per cui, dal punto di vista musicale, non ci sono grandi rivoluzioni. Chi ha ascoltato e amato i miei dischi precedenti, credo e mi auguro amerà anche questo. C’è sicuramente una mia maggiore consapevolezza sui testi e un lavoro molto più grosso sugli arrangiamenti, e c’è anche a mio avviso un’allegria diffusa e soffusa tra le canzoni, cosa che prima un poco mancava.
Le storie tornano protagoniste, storie di tutti i giorni in uno scenario assolutamente perduto almeno nei sapori quanto nei suoni. Tratti imprescindibili, incontri e scontri, momenti circensi e orchestrazioni fuori moda nello scenario pop prodotto che invade le classifiche pettinate di tutti i giorni.
Dando uno sguardo al contesto e alla difficoltà di oggi nel fare musica live, secondo te quindi un disco prezioso come questo, una volta portato dal vivo che storia racconta? In altre parole: si riesce a restituire il giusto valore e la giusta dimensione ad ogni singolo sforzo realizzato in studio?
Far suonare dal vivo un disco intero è sempre un’impresa difficile, io ho la fortuna di essere accompagnato da musicisti molto bravi che hanno, a mio avviso, un bellissimo gusto per le cose. Questa cosa ti porta a potere fare suonare il disco in modi completamente diversi, con diversi set a seconda della situazione in cui ci si ritrova. Non parlo di stravolgere il pezzo, sia chiaro, ma di dargli un vestito nuovo a seconda dell’occasione, restando comunque fedele alla taglia. Penso sia bello anche per chi ascolta non sentire la copia identica del disco suonata dal vivo. Poi naturalmente va a gusti.
Attendiamo un video nuovo e in questa attesa vi lasciamo guardare e ascoltare una splendida “Pesci e poltrone”, singolo estratto dal disco “Chagrin D’Amour” pubblicato nel 2007. Opera e scrittura di un giovane poeta, musica e gusto di un prezioso cantautore.
Grazie a Marco Pinti
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